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11/15/2024 | News release | Archived content

Onda rossa

Dopo l'elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, i mercati hanno reagito secondo le nostre aspettative, sebbene in misura contenuta, nonostante le incertezze della vigilia. Le previsioni di crescita sono state riviste al rialzo negli Stati Uniti e al ribasso in Area Euro, mentre la Cina attende nuovi stimoli fiscali e monetari da parte delle Autorità. In questo scenario, la view sui mercati azionari e sui governativi dei Paesi sviluppati passa da neutrale a neutrale-positiva

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Con una vittoria netta su Kamala Harris, Trump è diventato il 47° Presidente degli Stati Uniti.

I listini azionari statunitensi hanno festeggiato anticipando l'adozione di misure pro-crescita e pro-business, mentre i rendimenti governativi hanno inizialmente registrato pressioni al rialzo, per i timori di aumento del deficit e rallentamento del processo disinflazionistico. In Area Euro, le preoccupazioni per le ripercussioni sulla crescita delle politiche protezionistiche di Trump - che potrebbero spingere la Banca Centrale Europea ad assumere un atteggiamento ancor più accomodante - hanno spinto al ribasso sia i rendimenti governativi che i listini azionari.

Gli impatti economici potrebbero essere ancora più significativi. Con nuove promesse di tagli fiscali mirati a stimolare la crescita e gli investimenti, gli Stati Uniti sembrano intraprendere una fase di transizione che potrebbe segnare anche una svolta per l'economia globale.​

L'economia statunitense ha mostrato segnali di resilienza, mentre l'Europa si trova a fare i conti con un ulteriore deterioramento dell'attività economica nel breve termine. Le prospettive per il 2025 sono leggermente più positive, ma riviste al ribasso. Per quanto riguarda la Cina, il rallentamento economico è ormai una realtà tangibile.

Sul fronte dell'inflazione, la tendenza disinflazionistica sembra consolidarsi sia negli Stati Uniti che in Europa, soprattutto nei beni core.

In materia di politiche monetarie, la BCE potrebbe intraprendere un ciclo di allentamento più aggressivo rispetto alla Federal Reserve, stanti le sfide che potrebbero derivare dalle politiche commerciali di Trump. In Cina, la Banca Popolare Cinese (PBoC) continua a perseguire una politica monetaria espansiva, accompagnata da stimoli fiscali per sostenere la crescita.

Sul fronte delle raccomandazioni allocative riteniamo opportuno aggiungere esposizione ai governativi core, pur senza abbandonare un approccio cauto e graduale, mentre adottiamo un atteggiamento moderatamente costruttivo sui listini azionari dei Paesi sviluppati e sul dollaro.

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Crescita


I dati pubblicati dall'Ufficio di Statistica degli Stati Uniti mostrano un rallentamento economico più contenuto del previsto, suggerendo un atterraggio morbido più graduale. Le revisioni dei dati sulla contabilità nazionale indicano una crescita superiore alle attese, principalmente grazie a un aggiornamento al rialzo dei risparmi in eccesso accumulati dagli americani, dollari superiori alle stime.

I dati dell'Area Euro indicano un rallentamento economico nel breve periodo, con una crescita del PIL prevista dello 0,2% nel terzo e quarto trimestre 2024. Le prospettive per il 2025 sono positive, ma meno ottimistiche. La debolezza economica è segnalata da un crescente divario tra reddito disponibile e consumi e alle difficoltà del settore industriale, influenzato dalla perdita di competitività e dalla crescente vulnerabilità delle aziende non finanziarie, limitando la crescita dell'Area Euro anche nel 2025.

Inflazione


Negli Stati Uniti, l'ultimo report sull'inflazione ha mostrato un aumento dei prezzi superiori alle aspettative, ma i segnali sono più positivi di quanto sembrasse inizialmente. L'aumento dei prezzi dei beni core è stato influenzato da categorie volatili e non riflette tendenze stabili nel lungo periodo, mentre l'indice supercore ha registrato un'accelerazione, principalmente a causa di fattori specifici.

In Area Euro, l'inflazione sui beni core è tornata ai livelli pre-pandemici, con previsioni di stabilizzazione. L'inflazione sui servizi, invece, sta rallentando. Il processo di disinflazione dovrebbe continuare.

La Cina mostra segni di criticità persistenti, con una bassa fiducia dei consumatori, un aumento del tasso di risparmio e una spesa prudente. Il settore immobiliare è in difficoltà e senza prospettive di recupero nel breve periodo. Inoltre, i rischi disinflazionistici sono in aumento. Le Autorità cinesi hanno annunciato misure di stimolo economico, ma senza fornire dettagli finanziari specifici.


Banche centrali


Per quanto riguarda la Fed, ci aspettiamo una riduzione dei tassi di interesse di 50 punti base nel 2024, con un ulteriore allentamento di 100 punti nel 2025, in linea con le aspettative del mercato.

Per la BCE prevediamo una serie di tagli di 25 punti base a ogni riunione fino a giugno 2025, con il tasso di deposito che potrebbe scendere sotto il 2% se l'inflazione dei servizi lo consentirà.

In Cina, la BPoC proseguirà con politiche monetarie espansive, affiancate da stimoli fiscali, al fine di massimizzare l'impatto positivo sulla crescita economica.


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