Scuola Superiore Sant'Anna

06/25/2024 | News release | Distributed by Public on 06/25/2024 01:33

Approcci innovativi in agricoltura: l’Europa deve incrementare la produzione di proteine vegetali. Il contributo della Scuola Sant’Anna nel progetto LEG-ITA per migliorare la[...]

  • Istituto di Scienze delle Piante

Approcci innovativi in agricoltura: l'Europa deve incrementare la produzione di proteine vegetali. Il contributo della Scuola Sant'Anna nel progetto LEG-ITA per migliorare la stabilità della produzione delle leguminose da granella anche in Italia

Coinvolto nel progetto un team di ricerca del gruppo di Agroecologia dell'Istituto di Scienze delle Piante, coordinato da Camilla Moonen, docente di agronomia e coltivazioni erbacee. Coltivare più legumi significa contribuire alla transizione ecologica e rendere più sostenibili i sistemi agricoli e glistili alimentari

Data pubblicazione:25.06.2024
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In Europa la superficie agricola impiegataper la coltivazione di leguminose da granella (come fagioli, fave, piselli, ceci, lenticchie, cicerchie e lupini)è moltolimitata, se confrontata con quella di altre zone geografiche:si attestasotto al 5%e questo rende l'UE scarsamente autosufficiente per la produzione di proteine vegetali. Per contribuire all'incremento di queste colture,la Scuola Superiore Sant'Anna, con il gruppo di ricerca coordinato da Anna Camilla Moonen, docente di agronomia e coltivazione erbacee dell'Istituto di Scienze delle Piante, partecipaal progetto LEG- ITA per "Approcci innovativi nello studio della resa e della stabilità della resa nelle leguminose da granella in sistemi colturali italiani", studio biennale finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca - Unione Europea sufondi PRIN 2022.

L'obiettivodel progetto èidentificare i fattori chiave che influenzano la stabilità della produzione delle leguminose da granella, fornendo così un prezioso supporto agli agricoltori, ai consulenti tecnicie agli altri attori dell'industria agro-alimentare. Nonostante il crescente interesse verso i legumi - considerati strumenti preziosi per realizzare latransizione ecologica e rendere più sostenibili i sistemi agricoli e glistili alimentari, privilegiando sempre di più fonti proteiche vegetali integrative o alternative a quelle animali - la superficie impiegata per la loro coltivazione risulta ad oggi molto limitata. Le motivazioni che spingono gli agricoltori a prediligere altre colture sono complesse e distribuite lungo l'intera filiera agroalimentare: tra tutte, spicca il problema della scarsa stabilità della resa nel tempo. Aumentare la stabilità della resa delle leguminose da granella è stato identificato come il fattore chiave sia per incentivare l'introduzione delle leguminose da granella nelle rotazioni colturali, sia per prevenire un'ulteriore sostituzione di queste coltivazioni dove ancora presenti.

Il gruppo di lavoro dell'Istituto di Scienza delle Piante, composto dalla docente Anna Camilla Moonen, Federico Leoni e Marco Esposito, entrambi assegnisti di ricerca, Alessandro Triacca e Gabriele Nerucci, entrambi dottorandi, si occuperà di raccogliere dati sulle pratiche colturali adottate nella coltivazione delle leguminose da granella, sulle loro condizioni di crescita e sui parametri che ne influenzano la resa, sia nei campi sperimentali universitari sia nelle aziende agricole. Questo permetterà di determinare i principali fattori che influenzano le rese agronomiche e di individuare eventuali interazioni tra le pratiche agronomiche utilizzate e l'ambiente di coltivazione dal punto di vista climatico e del suolo.Il progetto LEG- ITA per "Approcci innovativi nello studio della resa e della stabilità della resa nelle leguminose da granella in sistemi colturali italiani" è coordinato da Elisa Marraccini, docente di agronomia e sistemi colturali erbacei ed ortofloricoli al Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali dell'Università degli Studi di Udine che, insieme al gruppo di ricercatrici e ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna, si impegnerà nella ricerca dei fattori che causano l'instabilità della resa del cece (Cicer arietinum L.) e nella selezione di pratiche di gestione agroecologiche capaci di migliorare la stabilità della resa.

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