25/11/2024 | News release | Distributed by Public on 25/11/2024 07:20
CONVALIDATI ARRESTI E DISPOSTA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE. QUESTORE DISPONE L'ADOZIONE DI FOGLI DI VIA, AVVISI ORALI E DASPO WILLY NEI CONFRONTI DEI QUATTRO GIOVANI. COMITATO RESIDENTI VIA BELZONI E RIONE PORTELLO IN UNA LETTERA RINGRAZIANO LA POLIZIA DI STATO.
Nella serata di mercoledì 20 novembre 2024, nell'ambito dei dispostivi di sicurezza e dei servizi di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio, la Polizia di Stato di Padova ha tratto in arresto quattro giovani di origine nordafricana per il reato di rapina aggravata in concorso al Portello, nonché due di loro anche per tentato furto in flagranza all'interno di un esercizio pubblico in via Valeri.
Nello specifico, alle ore 23.50 di mercoledì 20 novembre, nel corso di uno specifico servizio serale disposto dal Questore della provincia Marco Odorisio, anche in ragione delle segnalazioni prevenute in Questura dai residenti della zona Portello, una Volante dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura veniva avvicinata da tre giovani i quali riferivano agli agenti di essere stati appena rapinati.
In particolare, spiegavano che, mentre si trovavano al Portello per trascorrere la serata, percorrendo il ponte Balbino del Nunzio, che collega via Loredan a via Trieste, incrociavano un gruppo di ragazzi stranieri che li minacciavano con un coltello e si facevano consegnare i cellulari.
I giovani, nonostante la forte agitazione dovuta a quanto accaduto poco prima, riuscivano a fornire una chiara descrizione dei soggetti e di quanto da questi indossato.
Gli agenti, in breve tempo, transitando in via Belzoni, riuscivano ad individuare due giovani cittadini nordafricani corrispondenti alle descrizioni delle vittime i quali, alla vista della pattuglia, cambiavano direzione, verosimilmente tentando di passare inosservati.
I poliziotti, li notavano liberarsi di qualcosa sotto un'autovettura parcheggiata e riuscivano a bloccarli, rinvenendo, effettivamente, sotto il mezzo, proprio i cellulari rapinati ai tre ragazzi al Portello.
Accompagnati in Questura in quanto sprovvisti di documenti, i due venivano identificati per un 21enne ed un 26enne entrambi di origine tunisine, senza fissa dimora.
Il 21enne, regolare con permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dalla Questura di Novara e con a carico un precedente di polizia in ordine al reato di furto con strappo commesso in provincia di Treviso, mentre il 26enne, irregolare sul territorio dello Stato, ha a carico precedenti per furto aggravato e rapina e già destinatario di un Divieto di Dimora nella provincia di Padova.
Mentre presso gli Uffici della Questura sopraggiungevano due dei tre ragazzi rapinati al Portello, un altro equipaggio Volante dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, alle ore 2:00 della notte di giovedì 21 novembre, interveniva presso un pubblico esercizio sito in via Valeri per segnalazione giunta sulla linea di emergenza 113 di furto in atto.
Gli agenti, arrivati velocemente sul posto, notavano che la porta laterale di accesso al locale era stata sfondata, poiché erano presenti i vetri infranti a terra e la tapparella era stata divelta e a terra, c'era un tombino in ghisa posto sui detriti in vetro, verosimilmente utilizzato per abbattere la vetrata ed entrare nel locale.
I poliziotti bloccavano entrambe le uscite del bar, riuscendo a fermare le due persone che si trovavano ancora al suo interno.
Accompagnati in Questura per procedere alla loro identificazione in quanto privi di documenti, gli operatori di Volante si rendevano sin da subito conto che gli stessi corrispondevano esattamente agli altri due autori mancanti della rapina precedentemente avvenuta al Portello, in quanto indossavano lo stesso abbigliamento descritto dalle vittime.
A seguito degli accertamenti, i due venivano identificati per un 18enne ed un 21enne entrambi di origini marocchine e senza fissa dimora.
Il 18enne è risultato titolare di un permesso di soggiorno scaduto nel 2023 e ha a carico un precedente per violenza sessuale di gruppo in concorso avvenuta nel 2023 a Milano, mentre il 21enne suo connazionale, anch'esso più volte controllato a Milano, è risultato privo di precedenti e titolare di una richiesta di permesso di soggiorno rimasta sospesa presso la Questura di Ravenna.
All'esito degli sviluppi investigativi, sussistendone i presupposti, tutti e quattro i giovani venivano tratti in arresto per il reato di rapina aggravata in concorso, mentre il 18enne ed il 21enne marocchini venivano, altresì, tratti in arresto per il reato di tentato furto aggravato in concorso all'interno dell'esercizio pubblico di via Valeri.
Gli stessi venivano associati alla locale Casa Circondariale a disposizione della Procura della Repubblica di Padova.
Nella mattinata di sabato 23 novembre, il Giudice per le Indagini Preliminari, all'esito dell'udienza, ha convalidato gli arresti e disposta la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere a carico dei quattro..
Nel contempo, riscontrata la gravità dei fatti e i numerosi precedenti penali a carico di tutti i soggetti identificati, il Questore della provincia di Padova Marco Odorisio ha attivato la Divisione Polizia Anticrimine disponendo nei confronti degli stessi l'adozione delle misure di prevenzione dell'Avviso orale, del foglio di via obbligatorio dal comune di Padova nonché del c.d. Daspo Willy con divieto di accesso per i prossimi 4 anni agli esercizi pubblici dell'intera provincia.
E' stato altresì attivato l'Ufficio Immigrazione della Questura per l'avvio del procedimento di revoca del permesso di soggiorno nei confronti dei due indagati regolari.
Nella giornata di venerdi' 22 novembre il Comitato spontaneo residenti via Belzoni e rione Portello, hanno inviato una lettera di ringraziamento al Questore con la quale "…i residenti in via Belzoni ringraziano per l'efficace azione di contrasto dello spaccio da voi messa in atto; inoltre per l'attenzione alla tutela dei loro diritti contro la mala movida. Avevamo quasi perso ogni speranza."
Si evidenzia che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che gli indagati devono ritenersi non colpevoli fino ad eventuale sentenza definitiva di condanna.