Altroconsumo - Associazione Indipendente di Consumatori

06/23/2023 | News release | Distributed by Public on 06/23/2023 02:23

Acque solari: inutili e a rischio scottature

Resistere il più a lungo possibile sotto il sole per conquistare una bella abbronzatura. Come? Spruzzandosi di tanto in tanto l'acqua solare che promette di rinfrescare la pelle facendoci sentire meno il caldo. Rinfrescare e abbronzare, sono queste le promesse che fanno le 12 acque solari dei marchi più diffusi (Bilboa, Biopoint, Clinians, Collistar, Delice, Korff, Leocrema, Prep e Seysol) che abbiamo esaminato.

Sono prodotti con una formula piuttosto semplice perché sono costituiti da acqua, idratanti (come l'aloe e la glicerina), emollienti (come l'olio di cocco e i siliconi), e soprattutto varie essenze profumate esotiche (come il monoi) o tipicamente estive come il cocco. Essendo prodotti a base di acqua contengono anche molti conservanti.

Non hanno filtri solari quindi non proteggono dai raggi Uvb e Uva, come diversi produttori specificano in etichetta, per lo più in piccolo e sul retro della confezione, così da sollevarsi da qualsiasi responsabilità. Infatti, non vanno confusi con altri prodotti che troviamo sul mercato nel comparto "solari" dotati di protezione solare, e nemmeno con autoabbronzanti e doposole.

A cosa servono?

Rinfrescano la pelle, contrastando così la sensazione di forte calore che manda il nostro corpo quando è sovraesposto al sole. Un campanello di allarme di possibili scottature che così ignoriamo restando al sole più a lungo. Esponendoci al rischio che deriva dalla sovraesposizione al sole: dalle scottature all'invecchiamento cutaneo, ai tumori della pelle per i quali è considerata la causa principale. Inoltre, le radiazioni Uv rappresentano uno dei maggiori rischi per lo sviluppo del melanoma, la forma più mortale di cancro della pelle. Detto questo, secondo gli esperti dell'Intergruppo melanoma italiano, nelle persone nate dopo gli anni 70, il rischio è diminuito, dopo lunghi periodi in cui era in costante crescita, grazie a un'esposizione più corretta al sole.

Un cambiamento avvenuto grazie alla sensibilizzazione sui comportamenti da tenere per proteggersi dagli effetti negativi dei raggi Uv, come l'uso della crema solare protettiva, degli occhiali da sole, del cappello, evitare di mettersi al sole nelle ore più calde… e sui rischi che si corrono se non ci si protegge adeguatamente.

Come confondono le acque

I produttori di acque solari "confondono le acque" mettendo sugli scaffali un prodotto non solo inutile, ma anche potenzialmente dannoso perché favorisce la sovraesposizione al sole.

Alla luce di tutte le ricerche sui danni che può causare il sole (eritemi, invecchiamento cutaneo, tumori e melanomi) possiamo dire che le acque solari distolgono l'attenzione dalle buone pratiche al sole suggerendone di sbagliate (come rinfrescare la pelle accaldata per stare di più sotto al sole).

Confondono le idee dei consumatori con informazioni contraddittorie in etichetta. Infatti, se da un lato si definiscono "abbronzanti" o promettono di "prolungare l'abbronzatura" oppure alcune addirittura vantano la presenza di sostanze capaci di aumentare la produzione di melanina, dall'altro lato nelle indicazioni d'uso alcune riportano le indicazioni e avvertenze tipiche delle creme solari che non hanno alcun senso in prodotti che non contengono filtri solari.

I produttori, poi, si tutelano indicando l'assenza di filtri solari e di protezione solare o inserendo la dicitura "ideale per pelli abbronzate". Alcuni si spingono a suggerire di applicare anche una crema solare con protezione insieme all'acqua solare, spesso senza dargli però alcuna connotazione di sicurezza, ma come un modo per intensificare "l'azione abbronzante".

Se il sole scotta e abbiamo messo la crema solare con la protezione giusta e sentiamo il bisogno di rinfrescarci, invece di ricorrere all'acqua solare, possiamo fare un bagno in mare, nel lago o in piscina, oppure una doccia o semplicemente metterci all'ombra. Così si risparmia - le acque solari arrivano a costare fino a 20 euro - e si acquista, invece, una crema solare efficace consultando il nostro comparatore.

Godersi il sole in sicurezza

Per godersi il sole in tutta sicurezza basta rispettare alcune regole di buon senso e mettere la crema solare con il livello di protezione adatto al nostro tipo di pelle. A questo scopo, scopri qual è il tuo fototipo. Non basta, però, individuare il fattore di protezione solare giusto (Spf): la crema deve essere davvero efficace nel filtrare i raggi Uvb (quelli che possono provocare le scottature) e gli Uva (che penetrano in profondità nella pelle e ne accelerano l'invecchiamento), entrambi fattori di rischio per l'insorgenza di tumori; inoltre, non deve contenere ingredienti critici. Per questo ogni anno testiamo l'efficacia delle creme solari in commercio portandole in laboratorio.

Scelto il solare, bisogna usarlo bene, quindi metterlo in abbondanza e dopo ogni bagno. Stare al sole nel modo giusto è fondamentale quanto mettere la crema. Infatti, anche i solari più protettivi che esistono sul mercato (Spf 50+) non sono in grado di schermare al 100% i raggi ultravioletti (Uvb). Creme con Spf pari a 15 possono bloccare il 93% dei raggi Uvb, mentre solari con Spf 30 arrivano a bloccarne il 97%.

Sono abbronzato, quindi protetto?

Il desiderio di arrivare in spiaggia già con un po' di colore spinge molti a "prepararsi" con sedute di lampade abbronzanti o ricorrendo all'autoabbronzante. Si pensa che il colorito così acquisito possa offrire una protezione che consenta di crogiolarsi al sole più protetti. Non è così. Anzi, le radiazioni ultraviolette di lettini e lampade abbronzanti sono considerate nocive dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) che le classifica come "cancerogene per l'uomo". Chi si sottopone a sedute di lampade abbronzanti ha un rischio aumentato di essere colpito da melanoma, soprattutto se avviene in giovane età, e da altri tipi di tumore (carcinoma basocellulare e spinocellulare).

Chi ricorre agli autoabbronzanti pensa, invece, di stimolare la melanina, il nostro naturale pigmento protettore. Peccato che la melanina non c'entri nulla con questi cosmetici, che danno una colorazione stabile, tra l'arancione e il marroncino, grazie a una sostanza, il dihydroxyacetone (detto Dha) che reagisce chimicamente con la pelle, colorandola. Non è una vera abbronzatura, quindi.

Una sana abbronzatura

L'abbronzatura se è sana, cioè acquisita con la protezione giusta e un'esposizione al sole corretta, fa da scudo contro ulteriori danni causati dai raggi Uv e dà una certa protezione contro le scottature. Un'abbronzatura su una pelle bianca offre un fattore di protezione solare compreso tra 2 e 4. Occhio, però, a non considerarla una difesa contro i danni dei raggi Uv a lungo termine come i cancro della pelle e nemmeno contro le scottature poiché dosi eccessive delle radiazioni ultraviolette possono causare vesciche e desquamazione il che lascia la pelle sottostante molto chiara e "nuova" non protetta e ancora più soggetta ai danni Uv. Insomma, l'abbronzatura piace, ma non è altro che un segno del fatto che la pelle sia stata danneggiata e abbia tentato di proteggersi.

Attenzione, quindi, a non farsi confondere dall'indicazione che abbiamo trovato sulle etichette di alcune delle acque solari esaminate, "per pelli già scure o abbronzate" che suggerisce che queste pelli non abbiano bisogno di protezione.

Il sole che fa bene alla salute

Non dimentichiamo, però, che il sole è anche fonte di salute. Infatti, un'esposizione al sole coscienziosa, ci permette di goderne gli innumerevoli benefici. Il principale effetto positivo della luce solare è legato alla produzione di vitamina D, che è catalizzata dai raggi ultravioletti. La vitamina D è fondamentale per la salute delle ossa, la prevenzione dell'osteoporosi e dell'artrite reumatoide. L'esposizione al sole consente l'abbassamento della pressione sanguigna nei pazienti ipertesi e la riduzione della gravità della depressione in chi soffre di disturbi affettivi stagionali. Inoltre, la radiazione ultravioletta viene utilizzata con successo anche per trattare diverse malattie della pelle, come ad esempio la psoriasi e l'eczema.

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