INAIL - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro

11/22/2024 | News release | Distributed by Public on 11/22/2024 09:38

Il racconto della disabilità su media, tv e social

Il racconto della disabilità su media, tv e social

ROMA - "Non mi piace il termine inclusione, lo considero riduttivo. È un termine difensivo utilizzato per descrivere una comunità che deve includere un'altra comunità. Non è così, la società di oggi è fragile, e siamo tutti fragili proprio come lo è la società. Ma ciascuno è diverso e ciascuno è speciale". Così il direttore generale dell'Inail, Marcello Fiori, in apertura dell'evento "Raccontare la disabilità: un nuovo protagonismo sui media", che si è svolto giovedì 21 novembre al MAXXI di Roma.

Fiori: "L'impegno dell'Inail è mettere al centro la persona". "Noi partiamo da un assunto - ha continuato Fiori - Mettiamo al centro dell'azione dell'Inail le persone con tutte le loro caratteristiche, competenze e anche fragilità. Nessuno è uguale a nessun altro". Con un ricordo personale, il direttore generale dell'Istituto ha raccontato che da bambino partecipò "a una manifestazione in cui erano presenti diverse associazioni di persone con disabilità. Avevano degli striscioni e uno di questi mi colpì particolarmente, riportava una scritta bellissima: 'Nessuno è diverso, siamo tutti speciali'". Questo pensiero "fa parte del mio imprinting - ha commentato Fiori - perché siamo tutti speciali e ciascuno deve essere valutato per quello che è, senza etichette, senza classificazioni e senza categorie che servono solo a ingabbiare le competenze e le persone".

Il racconto della disabilità e le sue evoluzioni. Organizzato dal contact center integrato SuperAbile Inail nel 70esimo anniversario della nascita della televisione italiana, l'evento romano è stato l'occasione per analizzare, in un confronto fra testimonial, influencer e giornalisti, il mutamento del racconto della disabilità avvenuto negli anni e su come le persone con disabilità siano sempre più presenti nelle diverse piattaforme comunicative con un ruolo più attivo.

Arrigoni: "Passare dall'inclusione alla cultura della non esclusione". Per Claudio Arrigoni, giornalista e autore della guida "Comunicare la disabilità - Prima la persona", scritta insieme a Lorenzo Sani e Antonio Giuseppe Malafarina, "nel secolo scorso il concetto di disabilità era incentrato sulla persona. Adesso, grazie soprattutto allo sport e all'arte, si è spostato sulla società: la disabilità è data dal rapporto che la persona ha con l'ambiente che la circonda. Per questo mi piace parlare non di inclusione ma di cultura della non esclusione. Bisogna pensare che il 20% della popolazione mondiale si trova in una certa condizione di disabilità, contando però familiari e amici possiamo tranquillamente dire che la disabilità è una condizione che tocca tutti noi".

Puoti: "Le mie due vite con la sordità". "Sono nato con una sordità profonda bilaterale di origine genetica - ha raccontato Alberto Puoti, giornalista di Rainews24 - ma i miei genitori se ne sono accorti solo quando avevo due anni. Per fortuna questo ritardo nella diagnosi non ha compromesso né lo sviluppo del cervello né quello del linguaggio. Oggi all'orecchio destro porto un apparecchio acustico mentre al sinistro ho l'impianto cocleare, il cosiddetto 'orecchio bionico'. Il mio lavoro mi espone quotidianamente agli occhi del mondo ma, superati i timori iniziali, oggi non ho alcun problema a collegarmi in video quotidianamente e a raccontare in diretta la politica italiana". Puoti è il primo inviato in Italia con l'orecchio bionico e il secondo al mondo. "Posso dire di aver vissuto due vite con la mia sordità: una nascosta, e un'altra, quella attuale, esibita senza problemi".

Paglia: "Andare nelle scuole per far capire che la disabilità non è un virus". Un'altra testimonianza è stata offerta dal tenente colonnello Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al valor militare per i fatti accaduti il 2 luglio 1993 in Somalia durante la battaglia del Pastificio. "In quella battaglia sono morte tre persone, una aveva meno di 20 anni. Io da allora devo usare una sedia a rotelle, ma come potrei mai pensare di essere sfortunato? Io vivo e ogni giorno cerco di divertirmi. Certo, anche tra le persone con disabilità - ha osservato Paglia - ci sono quelle di serie A e quelle di serie B. Io posso dire di essere tra quelle di serie A perché la Difesa mi ha dato tutto, a differenza di quanto succede per altre persone che devono combattere ogni giorno con la società. Nel 2024 è stato molto importante il supporto che la Rai ha dato alle Paralimpiadi trasmettendole in diretta, ma sono eventi che vediamo ogni quattro anni. La disabilità dovrebbe essere mandata in onda in prima serata, bisognerebbe andare nelle scuole per far capire fin da bambini che non è un virus e non si attacca. Spero che giornate come quella di oggi aiutino il cambiamento culturale".

Lauricella e Marangio, l'esperienza della disabilità sui social e nella scrittura ironica. "Quando ero piccola - ha raccontato Nadia Lauricella, influencer e tiktoker da un milione e 700mila follower - gli altri bambini non volevano giocare con me perché pensavano che avessi una malattia supercontagiosa. Da più grande ho provato a fare sport ma mi sono sentita dire che nelle mie condizioni non avrei potuto farlo. Diplomata, ho provato a cercare lavoro ma anche lì ho trovato porte chiuse. Insomma, a un certo punto anch'io ho iniziato a pensare di essere diversa dagli altri. Poi - ha continuato - durante la pandemia ho pensato a cosa fare per occupare il tempo e ho deciso di raccontarmi sui social per far capire davvero alla gente chi fossi. La mia disabilità si vede, quello che non si vede è chi è davvero Nadia. Attraverso i social mi sono creata un lavoro, a dispetto di quanto mi dicevano". Analogamente, anche Lello Marangio, scrittore e comico, che ha deciso di raccontare la disabilità con un'altra chiave, quella dell'ironia. "Inclusione per me è quella parola che sta a significare che possiamo fare tutto con tutti e tutti possono fare tutto con noi".

La premiazione dei vincitori del contest. Nel corso dell'evento sono stati premiati dal direttore centrale prestazioni socio-sanitarie Inail, Giuseppe Mazzetti, i vincitori del contest "Basta un minuto. Le vostre storie di inclusione", lanciato a gennaio da SuperAbile Inail. Il concorso invitava i partecipanti a inviare un video della durata di un minuto per raccontare vicende inclusive di vita quotidiana sulla disabilità. Tre i video vincitori: "Una combo di esperienze" di Marco Sarti, "La bellezza di ogni libera scelta" di Valentina Bazzani e "L'inclusione non è una parola da scrivere" di Enrica Marcenaro. Per le qualità artistiche dei video la giuria ha anche deciso di conferire due menzioni d'onore a "Il solito film horror - i soliti luoghi comuni", realizzato da Daniele Castignani, e a "Il sogno dell'arte", a firma di Ivan Frezzini. La giuria ha attribuito un'ulteriore menzione d'onore a Giovanni Bellino per i suoi tre video: "Una laurea semplice", "Power wheelchair dance" e "Il mio backstage".