21/11/2024 | Press release | Distributed by Public on 21/11/2024 13:06
Ascoltati nella commissione, presieduta da Marco Niccolai (PD), la professoressa Daniela Poli (Università di Firenze) e il professor Massimo Rovai (Università di Pisa)
Firenze - La commissione Aree Interne, presieduta da Marco Niccolai (PD), ha ascoltato in un'audizione in merito al volume "Montagna, servizi ecosistemici e strumenti di governance in Toscana" i responsabili scientifici delle Università di Pisa, di Firenze, di ANCI Toscana e UPI Toscana.
Il presidente Niccolai ha evidenziato l'importanza del tema affrontato nella ricerca "con le preoccupazioni derivanti dal cambiamento climatico, la necessità di accelerare verso la transizione ecologica e di riequilibrare il divario socioeconomico e ambientale tra aree forti e aree deboli" che esigono "un maggior impegno dei decisori pubblici verso l'attuazione di politiche innovative orientate alla conservazione della biodiversità, degli ecosistemi, del capitale naturale e alla valorizzazione dei benefici offerti dagli ecosistemi alla società nel suo complesso. Cercare anche di capire se esistono altri esempi in Europa".
Luca Marmo, sindaco di San Marcello Piteglio e presidente della provincia di Pistoia, in rappresentanza di UPI, ha evidenziato che "il lavoro svolto con Anci Toscana è molto importante, occorre avere un rapporto più stretto tra aree periferiche e centri più popolati. Dobbiamo avere rapporti sempre più stretti. Un tema emergente quello del sistema acqua con lo sviluppo di una nuova politica culturale. I servizi ecosistemici sono quasi ignorati nella legge sulla montagna, mentre va evidenziata la loro importanza".
Per Daniela Poli (Università di Firenze) "un tema centrale è quello della montagna, dei servizi ecosistemici e strumenti di governance in Toscana. Ci sono tanti centri, tante stelle che brillano tra le quali quella della montagna. Serve lavorare per contrastare l'esodo da questi territori". "Contabilizzare i servizi ecosistemici, progettare la loro centralità, la quantità di acqua che piove è molto concentrata - ha aggiunto. - Spesso si superano i problemi con grandi opere o con progetti per una Toscana diffusa. Occorre promuovere processi di filiere integrate, gestione sostenibili dei boschi, tutelare le risorse idriche, una transizione verso modelli nuovi di gestione dei boschi". Poli ha aggiunto che bisogna "sviluppare i servizi ecosistemici e favorire un contratto pubblico privato con agevolazione normativa, con sviluppo degli acquirenti, facilitazione del processo, con i fornitori di gestione ecosistemici. Vanno analizzate le principali criticità e i punti di forza del progetto. Nel Mugello c'è un deficit di risorse idriche e di altri progetti ambientali. Si devono sviluppare progetti integrati, ampliare la presenza di alberi come fonte di acqua, attivare buone pratiche agronomiche, pensare ai borghi spugna. Le aziende agricole possono intervenire sui processi di approvvigionamento, regolazione, culturale, supporto alla vita. Occorre una maggiore contabilizzazione, individuazione, diffusione partecipativa, sviluppare progetti pilota, governance sui sistemi ecosistemici per risorse idriche, favorire meccanismi di perequazione. In Francia ad esempio esistono contratti di aiuti tra sistemi agricoli e urbani, con la creazione dei parchi regionali come modelli di finanziamento".
Per Massimo Rovai (Università di Pisa) "questa ricerca su Mugello e Amiata si è concentrata sul tema della risorsa idrica. Ogni servizio ha multifunzionalità e interdipendenze". Serve attivare un "sistema di contabilità economico ambientale con una metodologia internazionale" ed estendere "le condizioni dei flussi in termini monetari". Si può fare a livello di Comuni, spiega, o per aree agro economiche. "Esistono - aggiunge - ecosistemi agricoli e forestali e occorre sviluppare il tema della perequazione territoriali tra comuni e territori. Le aree montane sono una risorsa ERC (costi ambientali e della risorsa idrica) per i gestori, ci sono gli esempi della Regione Emilia Romagna e Piemonte, con pagamenti di canoni di utilizzo. Quota per ERC sono il 21% in Toscana, ma non hanno legame con il territorio. Per la Regione Piemonte non meno 3% per tutela delle risorse idriche alle aree montane e per la Regione Emilia Romagna risorse acqua bene comune, poi destina lo 0,5 % alle aree montane. In Toscana si potrebbe arrivare a 4 milioni di euro se si segue l'esempio dell'Emilia e addirittura 23 milioni con il modello adottato dal Piemonte". Secondo Rovai ci sono "diversi elementi da valutare per finanziare le aree di salvaguardia. Un incentivo per sostenere i terreni con servizi ecosistemici. Il Pes (Pagamento Servizi Ecosistemici) è un modello per poter finanziare i servizi ecosistemici con una logica diversa, dimensione contrattuale affinché si possa vivere in contesti belli e poter svolgere un'attività produttiva. Facciamo una progettualità comune con regia pubblica. Un tentativo di capire se queste risorse vengono utilizzate dai comuni, ma per fini realmente ecosistemici e sarebbe necessaria una legge più esplicita della Regione per favorire i servizi ecosistemici. L'esempio delle cooperative di comunità fondamentale per la produzione e per aspetti culturali di mantenimento dei territori".
Il consigliere regionale Mario Puppa (PD) è intervenuto sottolineando due linee di intervento da portare avanti: la forestazione come elemento centrale per tutti i cittadini che deve essere pagata dal tutto il sistema e mantenere il lavoro nei territori montani per garantire tutto il sistema. Ha ricordato l'importanza dell'agricoltore e del gestore del bosco che mantengono il territorio e quindi garantiscono il paesaggio, occorre tutelare le zone montane nel suo complesso.
Marina Lauri (Anci Toscana) ha portato al tavolo di confronto in Anci il tema del rapporto tra comuni montani e centri urbani, chiedendo un maggiore riconoscimento di questa tematica all'interno della legge nazionale adesso in discussione sulla montagna.