Council of Europe

10/08/2024 | Press release | Archived content

I funzionari di alto livello della Macedonia settentrionale hanno discusso gli interventi necessari a seguito dell'ultimo rapporto del Comitato contro la tortura

Nel corso di un incontro di alto livello, gli alti funzionari che si occupano di riforma carceraria hanno discusso la strada da seguire per affrontare le maggiori sfide derivanti dai principali risultati del rapporto 2023 del Comitato europeo contro la tortura (CPT) sulla Macedonia del Nord. All'evento hanno partecipato il Segretario di Stato del Ministero della Giustizia, Dajancho Eftimov, il Segretario di Stato del Ministero della Salute, Bleta Rama, il Direttore generale ad interim responsabile delle carceri, Aleksandar Pandov, alti funzionari penitenziari, rappresentanti dei ministeri competenti, dell'ufficio del mediatore e della procura, organizzazioni della società civile e organizzazioni internazionali che operano nel settore. Il Consiglio d'Europa era rappresentato dal Presidente del CPT, Alan Mitchell, dal vicegovernatore della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa (CEB), Tomáš Boček, e dalla divisione Cooperazione di polizia e privazione della libertà (CPDL).

L'incontro ha affrontato gli aspetti chiave e i relativi interventi da realizzare che derivano dai principali risultati del recente rapporto di visita del CPT pubblicato il 15 maggio 2024, nonché dalla risposta delle autorità pubblicata il 4 ottobre 2024.

Il rapporto ha ribadito le carenze strutturali di lunga data del carcere di Idrizovo, evidenziando i maltrattamenti fisici da parte del personale e l'isolamento prolungato dei detenuti in difficoltà, gli alti livelli di violenza tra detenuti e le scarse condizioni igieniche e di sicurezza. Il grave sovraffollamento delle sezioni a regime chiuso aggrava questi problemi. Inoltre, il rapporto rileva che l'assistenza sanitaria nelle carceri rimane inadeguata a causa del personale insufficiente, dello scarso screening medico dei detenuti appena ammessi e della gestione impropria dei detenuti con disturbi da uso di sostanze, per cui il Ministero della Salute deve dimostrare una maggiore leadership nell'affrontare queste carenze.