MINORANZE. AUDIZIONE IN V COMM: POTENZIARE INFORMAZIONE IN RAI FVG
(ACON) Trieste, 18 nov - Sull'obiettivo di fondo sono d'accordo tutti: potenziare il servizio pubblico radiotelevisivo in friulano e nelle altre lingue minoritarie, per arrivare a telegiornali e giornali radio non solo in italiano e in sloveno ma anche in marilenghe. Su come arrivarci, però, i punti di vista divergono. Lo si è capito nel corso della lunga audizione-dibattito organizzata dalla V Commissione sotto la presidenza di Diego Bernardis (Fp). I sindacati - e in particolare Alessandro Paschini della Slc Cgil, delegato a rappresentare anche le posizioni di Fistel Cisl e Uilcom, mentre il giornalista Lillo Montalto Monella ha parlato per la sede Rai di Udine e per l'Assostampa regionale, e Mattia Assandri per l'Ordine dei giornalisti Fvg - sono convinti che serva un'ulteriore convenzione tra la Regione e la Rai, all'interno della quale prevedere esplicitamente i programmi di informazione grazie a risorse finanziarie del Friuli Venezia Giulia "in quanto per la prima volta avete un contratto di servizio che prevede esplicitamente questa possibilità".
Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'autonomia-Civica Fvg, si chiede se una norma di attuazione dello Statuto di autonomia possa diventare uno strumento in grado di rafforzare l'iniziativa del Consiglio regionale rispetto al rapporto con la Rai. Mentre l'assessore Pierpaolo Roberti ha fatto presente che "il tema non sono le risorse messe a disposizione, ma il fatto che questi fondi non sono spesi in modo adeguato. Noi volevamo un comitato che analizzasse in modo dettagliato i conti ma ci è stato concesso solo un comitato di monitoraggio, ci hanno risposto picche avanzando il problema del segreto industriale della Rai".
Ma nel corso delle quasi quattro ore di confronto sono emersi molti altri spunti interessanti, a partire dalle considerazioni degli auditi. Gianluca Franco, vicepresidente della Società Filologica Friulana, ha "ringraziato la Regione per le azioni svolte finora" e chiesto un ulteriore pressing per aumentare gli spazi di informazione".
Eros Cisilino, presidente dell'Arlef, l'Agenzia regionale per la lingua friulana, ha ricordato che "la convenzione in essere prevede già un finanziamento importante, più di 1 milione, ma non vorremmo che queste risorse venissero utilizzate dalla Rai nazionale per coprire altre spese che poco hanno a che fare con le minoranze". Cisilino ha infatti ricordato che per il friulano in Rai "ci sono 150 ore di radio e 40 di televisione, meno della metà di quel che prevede l'accordo per la minoranza ladina in Alto Adige". Concetti condivisi da Franco D'Altilia, vicepresidente dell'Aclif e sindaco di Palazzolo dello Stella.
Hanno partecipato all'audizione anche i rappresentanti delle minoranze slovena e tedesca. "Abbiamo anche noi lo stesso dubbio, quello che parte del budget destinato alle lingue minoritarie rimanga a Roma", ha detto il segretario della Skgz, Livio Semolic, mentre il collega della Sso Walter Bandelj - riprendendo uno spunto di Paschini che lamentava la fine delle onde medie radiofoniche, libere e gratuite al contrario di Internet che non è di così facile accesso per le persone di una certa età - ha criticato apertamente le scelte della Rai nazionale, auspicando nel contempo che si arrivi al più presto alla digitalizzazione degli archivi Rai. A nome della minoranza linguistica tedesca, Antonio Pacilè e Marcella Benedetti hanno invece espresso il desiderio di una rubrica mensile all'interno della programmazione generale per le minoranze.
Ha in qualche modo riportato tutti con i piedi a terra l'assessore Roberti, che ha fatto presente come la Regione in questo contesto si muova spesso "con le armi spuntate": "Qualche anno fa avevamo minacciato di non firmare la convenzione perché non ci soddisfavano le risposte di Rai e Dipartimento editoria della presidenza del Consiglio, e ci hanno risposto: va bene, allora non ne facciamo nulla e andiamo avanti così, senza alcun miglioramento". Il già citato Moretuzzo è comunque convinto che "non si possa abdicare alla richiesta di una commissione paritetica di monitoraggio sull'informazione in friulano" e che "l'Aula dovrebbe porsi come obiettivo di legislatura la possibilità di rafforzare queste richieste con una norma di attuazione dello Statuto".
"Attualmente - ha osservato Roberto Novelli (FI) - il ruolo del servizio pubblico sulle minoranze è zoppo, ma l'istituzione Rai a volte diventa un muro di gomma. È importante anche l'equilibrio tra le ore dedicate alle due principali comunità minoritarie, slovena e friulana". Manuela Celotti (Pd) ha chiesto una serie di informazioni di raffronto tra la convenzione con il Fvg e quella con le due province autonome dell'Alto Adige, mentre Rosaria Capozzi (M5S) ha osservato che "la Giunta regionale ha lo stesso colore politico del Governo e dunque non dovrebbe aver bisogno di battere i pugni a Roma". "Il modo migliore per non risolvere i problemi - le ha fatto eco Serena Pellegrino di Avs - è dire che questo non compete alla Regione. Servirebbe una cordata tra il Fvg, le Province altoatesine e la Valle d'Aosta". Lucia Buna (Lega) ha auspicato che le proposte emerse nel dibattito in V Commissione vengano "riportate alla Rai nazionale", mentre Marko Pisani (Ssk) ha posto il problema dell'unico direttore che cura i programmi in lingua italiana e slovena. La dem Laura Fasiolo, infine, ha ricordato la mozione appoggiata trasversalmente in Aula sul tema del potenziamento dell'informazione in friulano e nelle lingue minoritarie, prima che Paschini, rispondendo puntualmente a tutte le sollecitazioni emerse nel dibattito, ribadisse "la novità prevista dal contratto di servizio, con la Rai che è tenuta a stipulare convenzioni con le Regioni che ne facciano richiesta". È questa, a suo dire, la chiave da sfruttare per "arrivare a convenzioni come quelle per la lingua tedesca e per la lingua ladina". ACON/FA