BasicNet S.p.A.

08/02/2024 | Press release | Archived content

Innovazione creatrice

IL SECONDO WORKSHOP PREPARATORIO AL CONVEGNO NAZIONALE

I Future of Jobs Report del World Economic Forum prevede che, entro il 2025, l'automazione e l'intelligenza artificiale sostituiranno circa 85 milioni di posti di lavoro. Una cifra impressionate, anche se è da considerare che lo stesso rapporto indica anche che I'IA sarà responsabile della creazione di 97 milioni di nuovi posti di lavoro entro lo stesso anno. Non si tratta più di chiedersi se le nuove tecnologie, a cominciare dall'Intelligenza artificiale, avranno un impatto sul mondo del lavoro, ma di comprendere come le aziende possano implementarle efficacemente per supportare, anziché rimpiazzare, i lavoratori umani. L'la potrà infatti aiutare le persone a lavorare in modo più rapido, efficiente e produttivo.

Detto questo, numerosi interrogativi rimangono aperti. Come evitare il rischio di polarizzazione nella domanda di lavoro tra gli impieghi ad alto livello di istruzione e maggior reddito e quelli collocati all'estremo opposto? Quale impatto può produrre lo sviluppo di nuove tecnologie in settori chiave come l'energia e i trasporti sull`andamento della transizione ecologica e sulla creazione di nuovi profili professionali? Quali azioni intraprendere per far sì che la diffusione delle nuove tecnologie includa pienamente anche le piccole e medie imprese? Ne hanno discusso in occasione del secondo appuntamento dei workshop preparatori al Convegno Nazionale "Il Futuro del Lavoro", tenuto lo scorso 13 maggio, Maurizio Sella, presidente della Federazione, Carlo Pontecorvo, presidente Gruppo del Mezzogiorno, i Cavalieri del Lavoro Domenico Favuzzi, presidente e amministratore delegato Exprivia, Marco Boglione, presidente BasicNet, Umberto Paolucci, già vice presidente Microsoft Europa Medio Oriente e Africa presidente UP Invest, Angelo Sella: In tutte le precedenti rivoluzioni industriali, le innovazioni hanno comportato un aumento della ricchezza, dei bisogni e dei consumi. La capacità di godere di questi investimenti ha sempre portato un aumento della popolazione lavorante e non a una sua diminuzione Michele Vinci, presidente Masmec. A introdurre il tema Gianluigi Castelli, associate professor of Practice di Information Systems, Sda Bocconi School of Management. "Sono ottimista - ha sottolineato il presidente Sella perché vedo la capacità della nostra classe produttiva e dei Cavalieri del Lavoro, che ne sono l'eccellenza, di fare gli investimenti necessari per tradurre queste innovazioni in vantaggi per le proprie imprese e per i territori. In tutte le precedenti rivoluzioni industriali, nonostante i timori spesso legittimi, le innovazioni hanno comportato un aumento della ricchezza, dei bisogni e dei consumi. La capacità di godere di questi investimenti ha sempre portato un aumento della popolazione lavorante e non a una sua diminuzione. Non vediamo nessun motivo perché ciò non avvenga nuovamente". Dello stesso tenore le considerazioni di Carlo Pontecorvo, numero uno dei Castelli: L'Ia generativa è la punta dell`iceberg. La ricerca produrrà nuove capacità basate sul deep machine learning, sul machine reasoning, su tutte queste cose che sono molto più avanzate che non l'Ia generativa Cavalieri del Mezzogiorno. "L'impatto dell'innovazione tecnologica sul mondo del lavoro è molto significativo, a volte viene trattato in maniera discordante ma io sono ottimista e penso che sia sempre l`occasione per crescere, migliorare, reinventarsi, per trovare nuove forme di lavoro, nuove competenze, nuovi profili professionali purché tutto sia ben guidato e seguito".

BOGLIONE: "La mia azienda nata dalla rete"
Marco Boglione ha ricordato il legame tra rivoluzione digitale e la nascita della sua BasicNet. "Se non ci fosse stata la cosiddetta rivoluzione digitale, non ci sarebbe la nostra l'azienda. Le rivoluzioni si fanno sempre per la libertà e anche quella fu una rivoluzione più culturale che tecnologica I primi computer portatili facevano sognare perché faceva sperare nella libertà che quegli oggetti ti avrebbero dato". Il punto di svolta è però arrivato solo con il protocollo internet. "Sono la prova di uno che faceva magliette perché lavoravo in un`azienda tessile, innovativa finché si vuole, però analogica. In quegli anni, soprattutto all`inizio degli anni `90, ho capito che grazie alla micro informatica, ma soprattutto alla rete, si poteva immaginare una cosa che non sapevamo neanche bene come si chiamava e come chiamarla, ma che forse oggi ha un nome come tante cose dopo un po` di tempo, come ce l`ha il "cloud", ce l`ha anche il "market piace", tutte cose nate perché c`erano quelle tecnologie che ci consentivano di poter sognare di fare delle cose che prima non si potevano fare, più velocemente, con più flessibilità e con molta più affidabilità".

Il fondatore di BasicNet ha evidenziato poi il nesso tra innovazione e potenzialità economica. Le tecnologie aprono nuove opportunità o, semplicemente, non sopravvivono. "Noi abbiamo sempre creduto che le nuove tecnologie fossero per definizione, nuove opportunità di impresa. Se non rimangono non ne parliamo più e non sono neanche nuove tecnologie, se rimangono è perché servono all`economia. Tutte le tecnologie, per definizione, se rimangono, servono a far di più o a far meglio o a far più veloce o a fare delle cose che non erano state fatte prima. Questa è la mia esperienza".

Boglione ha infine richiamato l'attenzione sulla necessità di mantenere vivo il pensiero critico in un contesto sempre più caratterizzato dall'utilizzo dell'la. "Sull'Intelligenza artificiale ho soltanto un retro pensiero. Sono convinto che è un'opportunità di business, ma cosa succederà al pensiero se diventerà il solo riferimento del nostro agire? Se tutti chiediamo all`la come si fa una cosa e continuiamo a chiederlo nel tempo, il pensiero tenderà ad essere unico. Per crescita a infinito dell`Intelligenza artificiale, vedo rischi per il pensiero critico. Non è un rischio immediato, ma il tema è importante".

Boglione: Noi abbiamo sempre creduto che le nuove tecnologie fossero per definizione, nuove opportunità di impresa. Se non rimangono non ne parliamo più e non sono neanche nuove tecnologie, se rimangono è perché servono all'economia