Consiglio Regionale del Veneto

19/08/2024 | Press release | Distributed by Public on 19/08/2024 10:02

Bigon (Pd): “Illegittimi i trattamenti psico-riabilitativi a termine: la Regione si attivi per cambiare la legge”

19 agosto 2024

(Arv) Venezia 19 ago. 2024- "Sempre più sentenze, l'ultima delle quali del Consiglio di Stato dello scorso 2 luglio 2024, indicano come illegittimi i limiti temporali rigidi imposti dal Dpcm del 12 gennaio 2017 in materia di Lea, Livelli essenziali di assistenza, ai piani di cura di salute mentale. A seconda della tipologia di piano, infatti, tali disposizioni limitano la durata dei trattamenti terapeutico-riabilitativi a un massimo di 18 mesi per i casi gravi e di 36 mesi nei casi di gravità moderata ammettendo una (e una sola) possibile proroga rispettivamente di 6 o 12 mesi. Lo spirito di tale sentenza è perfettamente intuitivo e condivisibile: la cura deve terminare quando lo dice il professionista sanitario, non può essere disposta per decreto". Così la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, che sul tema ha presentato una mozione, sottoscritta anche dalle colleghe Chiara Luisetto e Francesca Zottis, da portare in Consiglio regionale.

"Altra incongruità del DPCM 12 gennaio 2017 - continua la consigliera - consiste nel fatto che mentre le cure di alta o media intensità riabilitativa sono interamente a carico del servizio sanitario nazionale, gli interventi riabilitativi di bassa intensità sono per il 60% a carico dei pazienti. La salute mentale si conferma insomma la Cenerentola del nostro sistema sanitario, e dopo un certo limite prefissato scarica sui pazienti gli oneri di interventi riabilitativi costosissimi, contribuendo alla spirale socioeconomica che fa crollare la stabilità delle famiglie".

"Con questa mozione - conclude Bigon - chiediamo che il Veneto si attivi presso il Governo per eliminare la predeterminata temporaneità delle prestazioni per lasciare spazio ad una valutazione della situazione strettamente aderente al caso concreto; di provvedere quanto prima, una volta modificata la previsione di cui sopra, ad adeguare la normativa regionale direttamente conseguente e, nel frattempo, di fornire ogni supporto possibile alle famiglie che si vedono costrette a compartecipare a prestazioni estremamente onerose, e ai pazienti stessi, che si vedono diminuire il livello di intensità terapeutica e assistenziale senza una diretta correlazione con un miglioramento della loro situazione".