11/12/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/12/2024 10:32
Aggiunge il portavoce delle opposizioni consiliari, Arturo Lorenzoni: «Le richieste giunte dai familiari dei pazienti ospitati nelle case di cura è giustissima e urgente. Questi servizi devono anzi essere potenziati, vista la rapida crescita della popolazione ultraottantenne. Assistere alle denunce di trascuratezza nella gestione fa male, e ci impegnano a chiedere risorse adeguate nella discussione del prossimo bilancio».
In proposito, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin ha depositato due interrogazioni nei giorni scorsi, focalizzate a conoscere dalla Giunta veneta quale futuro prevede per i singoli plessi: «Le segnalazioni pervenute dai comitati e dalle sigle sindacali -esordisce la consigliera- alimentano la necessità che, di qui alla fine della legislatura, venga calendarizzato in aula il mio disegno di legge per facilitare il monitoraggio familiare nelle strutture, senza autorizzazione preventiva. E che esso venga votato all'unanimità anche dalla maggioranza». Secondo Baldin, «è una questione di civiltà fare in modo che certi orrori del recente passato non si ripetano più: nessuna "persecuzione", paventata da qualche presidente degli istituti, ma un occhio vigile in più. Il che porta anche a voler riformare il sistema delle case di riposo: il Veneto è l'unica Regione che ancora non lo ha fatto, e l'attesa dura da oltre vent'anni». Nelle interrogazioni in questione, rivolte all'assessore Lanzarin, l'esponente del M5S chiede appunto conto dei problemi strutturali e di quelli occupazionali: «Il riscaldamento e lo stato degli ascensori, ad esempio sono in condizioni tali da non giustificare il pagamento di rette non certo esigue». Ma soprattutto, la carenza di personale porta le operatrici e gli operatori ad adempiere a turni massacranti, a detrimento della qualità del servizio stesso: «Chi può fugge -conclude Erika Baldin- e sto parlando anche di lavoratrici e lavoratori assunti a tempo indeterminato, che preferiscono ricollocarsi volontariamente in strutture che offrono condizioni contrattuali migliori». Soprattutto, come si legge in una nota congiunta dei tre esponenti delle minoranze " alla Carlo Steeb, dove gli ingressi di ben quaranta uomini e donne anziane sono stati recentemente bloccati per l'impossibilità di farvi fronte. Per quanto riguarda invece l'istituto San Camillo, fino a pochi anni fa considerato d'eccellenza nella riabilitazione neuromotoria e nel servizio di neurofisiologia clinica, alla carenza di personale e alle infiltrazioni d'acqua (solo da poco è stata ripristinata la cucina) si somma la coabitazione con l'università privata UniCamillus, la cui compatibilità con le attività scientifiche e curative dell'istituto principale dev'essere ancora valutata"