Comune di Bolzano

09/12/2024 | Press release | Distributed by Public on 09/12/2024 04:29

12 settembre 1944: ricordati i 23 martiri della Mignone

Sono passati 80 anni da quel tragico 12 settembre 1944: stamane la Città di Bolzano ha ricordato solennemente con una cerimonia pubblica l'eccidio nazista perpetrato nella caserma Mignone a Oltrisarco.

Un gruppo di militari tedeschi, accompagnato da guardie ucraine del Lager di via Resia, uccise 23 giovani uomini seppellendoli in una fossa comune del cimitero di Oltrisarco. I 23 erano militari di varie regioni italiane che dopo l'8 settembre del 1943 avevano deciso di combattere per il Regno del Sud.

Stamane dapprima il corteo in via del Parco, quindi la deposizione delle corone sulle targhe commemorative collocate nella piazzetta dedicata ai 23 martiri della Mignone alla presenza delle autorità politiche civili e militari, dell'ANPI, di varie associazioni combattentistiche e d'arma e dell'Esercito. Presenti alla cerimonia anche alcuni parenti delle vittime e alcune classi di studenti che hanno letto alcune riflessioni di pace, speranza e fratellanza.

Il Sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, nel suo intervento, ha evidenziato come i 23 martiri della Mignone siano da considerare veri simboli di libertà. "Consapevoli dei rischi che correvano, hanno avuto il coraggio di combattere per affermare il valore assoluto della democrazia. Ecco perché è giusto ricordare questi eroi - ha detto il primo cittadino- al pari di tutti coloro che sono morti in nome della democrazia e della libertà. Questo il messaggio rivolto soprattutto ai più giovani".

Tra i presenti anche Cinzia Melillo Pappagallo di Roma (nelle foto accanto al Sindaco Caramaschi), nipote di Antonio Pappagallo, uno dei 23 uccisi alla Mignone, accompagnata dal nipote Simone Vicini.

Da segnalare che alla cerimonia pubblica in ricordo dell'eccidio del 12 settembre 1944 all'ex caserma Mignone ha partecipato anche una delegazione lombarda composta da molti parenti di ex deportati del "Trasporto 81" che il 5 settembre 1944 partì da Bolzano alla volta del Lager di Flossenbürg, dove arrivò il giorno 7. Solo uno dei sette deportati rappresentati dai parenti fece da ritorno a casa. La presenza a Bolzano della delegazione lombarda non è solo una testimonianza di partecipazione alla commemorazione che ricorda l'eccidio nazista alla ex Caserma Mignone e le sue vittime, ma anche un modo per ricordare proprio a Bolzano, l'80° anniversario di quel drammatico trasporto.

Nel pomeriggio nella Sala Conferenze dell'Antico Municipio in via Portici 30, nelle mani dell'Assessora comunale alla Cultura Chiara Rabini, un'importante donazione documentale destinata all' Archivio Storico cittadino. Roberta e Mariuccia Noghera di Vercana (Provincia di Como) in quanto nipoti di Américo Vanoli hanno donato alla Città di Bolzano tre reperti originali relativi alla deportazione del nonno nel Lager di Bolzano (1944-1945). La donazione consiste in dettaglio in tre reperti redatti da Américo Vanoli ovvero: un biglietto postale scritto dal carcere di Milano in data 04.08.1944 e due lettere inviate dal Lager di Bolzano alla famiglia in data 20.08.1944 e 29.08.1944. Materiale documentale di alto valore storico e testimoniale, che permetterà di implementare il fondo di documenti originali provenienti dal Lager di Bolzano a disposizione di studiosi, studenti e lettori interessati. Di qui la decisione di far coincidere la donazione in concomitanza con la commemorazione dell'eccidio del 12 settembre a Bolzano in Via del Parco, che rappresenta un momento di grande attenzione verso il tema della Memoria da parte.

La breve cerimonia di donazione alle ore 15.00 di giovedì 12 settembre nella Sala Conferenze dell'Antico Municipio. A seguire, per la delegazione lombarda presente a Bolzano ,una visita guidata all'ex Lager di via Resia e al binario di via Pacinotti a cura di Carla Giacomozzi responsabile dell'Archivio Storico cittadino.

L'eccidio della Mignone, ignorato per 60 anni dalla storiografia nazionale e locale, è stato oggetto di una approfondita ricerca dell'Archivio Storico della Città di Bolzano. I 23 giovani militari erano stati catturati fra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944 in più località dell'Italia centrale e settentrionale nel corso delle loro missioni clandestine. Dalle carceri in cui erano stati rinchiusi, erano passati poi nelle carceri veronesi, da cui poi giunsero nel Lager di Bolzano. I loro corpi furono riesumati nel giugno 1945 da una commissione alleata, che provvide a dare loro sepoltura cristiana. I nomi furono però identificati alla fine di giugno, quando non fu più possibile associare un'identità a ciascuna salma. Per questo motivo i 23 non sono potuti tornare alle loro città d'origine, ma riposano ancora oggi nel cimitero militare di San Giacomo. Nel dopoguerra, 7 di essi furono insigniti di medaglie al valor militare proprio a motivo della loro attività antifascista e antinazista e per il modo in cui morirono.

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Letzte Änderung:Donnerstag, 12. September 2024