22/11/2024 | Press release | Distributed by Public on 22/11/2024 12:08
I prezzi dell'argento sono in ebollizione, come quelli dell'oro (Figura 1). Nel 2024 per il quarto anno consecutivo l'offerta di metallo bianco non terrà il passo con la domanda visto che la richiesta speculativa e quella industriale, soprattutto militare, sono molto forti. Una grande quantità di argento viene utilizzata dall'industria elettrica ed elettronica perché ha la più alta conduttività di tutti i metalli e ha anche una forte capacità di trasmettere calore.
Figura 1 (aggiornata al 20 novembre 2024)
La domanda di argento cresce in misura significativa per usi nell'industria elettronica e per la produzione di componenti essenziali per la rivoluzione "verde" nel settore energetico. L'evoluzione di questa richiesta è molto specifica. In certi comparti sarebbe possibile sostituire l'argento, ma con metalli ancora più costosi o molto meno efficaci.
L'argento è molto richiesto nell'industria dei pannelli solari e delle batterie, nei sistemi di trasmissione elettronica, nei semiconduttori, nei LED, nel settore nucleare, nel vetro e nella fotografia di alta qualità (soprattutto nel settore medico). Viene utilizzato anche dal mondo dell'odontoiatria e della chirurgia per il grande potere disinfettante e antibatterico: molti tessuti usati nella chirurgia e i cerotti contengono argento. I sistemi di tracciamento dei pacchi e delle spedizioni utilizzano chip, parte dei sistemi di identificazione a radiofrequenza, che consumano grandi quantità d'argento. I gioielli rappresentano una percentuale significativa dei consumi e spesso sono "rodiati", ovvero placcati con una sottile pellicola di rodio, per evitare che l'argento "imbrunisca" a causa del contatto con gli acidi naturali della pelle umana.
Negli ultimi anni la domanda di argento da parte del settore militare ha registrato incrementi particolarmente forti e "strutturali". Questo metallo è ampiamente utilizzato nella produzione di missili, bombe, aerei da caccia, carri armati e sottomarini, torpedo, satelliti, strumenti per la visione notturna, comunicazioni, radar e tecnologia spaziale e nucleare (basta ricordare l'enorme consumo di argento per il programma Manhattan, che aveva prodotto le due prime bombe atomiche). Per esempio, un Tomahawk contiene 15 once d'argento e un missile di crociera più potente e ipersonico almeno 500 once, utilizzate soprattutto nelle batterie zinco-argento; tutti i satelliti, militari e civili, sono ricoperti da una sottile lamina di poliestere protetta da una lega di alluminio-argento e alluminio-oro che deve riflettere i raggi cosmici. Vari analisti ritengono che l'attuale corsa agli armamenti, soprattutto ad alta tecnologia, spinga molto rapidamente la domanda militare a livelli superiori a quella per usi civili dell'argento.
Tra i principali Paesi consumatori di argento figurano India, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Germania, Giappone, Cina (dove la domanda è in forte crescita, in particolare per la produzione di pannelli solari), Corea del Sud e Taiwan. Come scritto in precedenza, dal 2021 il mercato della commodity ha registrato quattro deficit consecutivi (Tabella 1).
Secondo le ultime stime del Silver Institute, la domanda nel 2024 si dovrebbe attestare intorno alle 38mila tonnellate, tenendo conto anche della domanda speculativa di argento da parte degli strumenti ETF. La domanda industriale pesa per il 58% sul totale, di cui più della metà proviene dal mondo militare che, come è lecito aspettarsi, fornisce poche informazioni sui suoi consumi di metallo. Invece, la domanda per gioielleria oscilla intorno a un quinto della domanda totale (19% nel 2015 e 17% per quest'anno).
Tabella 1 - Andamento del mercato dell'argento, valori in migliaia di tonnellate*
2021 | 2022 | 2023 | Stima 2024 | |
Produzione mineraria | 25,8 | 26,0 | 25,8 | 25,6 |
Riciclo | 5,4 | 5,5 | 5,6 | 5,6 |
Offerta totale | 31,2 | 31,6 | 31,4 | 31,2 |
Industriale | 17,5 | 18,3 | 20,4 | 22,1 |
Elettrico ed elettronica | 10,9 | 11,5 | 13,8 | 15,1 |
…di cui fotovoltaico | 2,8 | 3,7 | 6,0 | 7,2 |
Gioielleria | 5,7 | 7,3 | 6,3 | 6,6 |
Investimento fisico netto | 8,8 | 10,5 | 7,6 | 6,6 |
Domanda totale | 34,2 | 39,8 | 37,2 | 37,9 |
Saldo di mercato | -3,0 | -8,2 | -5,7 | -6,7 |
Fonte: The Silver Institute/Metals Focus, World Silver Survey 2024. * Vengono citate solo alcune componenti dell'aggregato di offerta e domanda.
L'offerta globale tra estrazione mineraria e riciclo è attesa oltre le 31mila tonnellate nel 2024 contro le 32.568 tonnellate del 2015. Nel dettaglio, l'offerta mineraria è scesa, mentre è salita quella proveniente dal riciclo. Le cause di questi due movimenti opposti sono la discesa sensibile dei tenori delle miniere e il rialzo dei prezzi che favorisce il riciclo.
Per circa settant'anni, fino alla sua chiusura nel 1952, la miniera d'argento chiamata Martha (situata in Patagonia) detenne il record mondiale per il suo tenore: quasi 5mila grammi di argento puro per tonnellata di minerale estratto. Nel 2007 il tenore medio delle dodici più grandi miniere del mondo era di 600 grammi/tonnellata, nel 2016 è sceso a 300 g/t e attualmente si aggira intorno alle 200 g/t. Solo l'aumento dei prezzi negli ultimi vent'anni ha permesso di mantenere una produzione elevata. Circa un quarto dell'offerta totale di argento mondiale è ottenuto come sottoprodotto delle miniere che estraggono principalmente rame, zinco, piombo e anche oro.
L'estrazione viene effettuata utilizzando due metodi: elettrolisi e amalgama. Quest'ultima tecnica viene progressivamente abbandonata a causa dei costi e soprattutto della tossicità del mercurio, prodotto essenziale per l'operazione. Allo stesso tempo, l'elettrolisi richiede grandi quantità di elettricità e i prezzi dell'energia incidono pesantemente sui costi di produzione. In pratica, tre Paesi, ovvero Messico, Cina e Perù, producono quasi la metà dell'argento estratto nel mondo, la cui offerta è condizionata anche dall'andamento dei prezzi degli altri metalli da cui si estrae l'argento (Tabella 2).
Tabella 2 - Top 10 Paesi per produzione mineraria d'argento, valori in milioni di oncia
2022 | 2023 | |
Messico | 213,2 | 202,2 |
Cina | 111,8 | 109,3 |
Perù | 107 | 107,1 |
Cile | 41,9 | 52 |
Bolivia | 38,8 | 42,6 |
Polonia | 42,4 | 42,5 |
Russia | 41,1 | 39,8 |
Australia | 37,5 | 34,4 |
Stati Uniti | 33,2 | 32 |
Argentina | 30,8 | 26 |
Fonte: The Silver Institute/Metals Focus, World Silver Survey 2024.
È difficile incrementare rapidamente la produzione mineraria: alcune miniere potrebbero essere sviluppate, altre messe in funzione, ma si trovano in luoghi di difficile accesso, in climi molto ostili e a volte in Stati con elevata instabilità politica. Pertanto, le imprese minerarie e gli investitori del settore sono molto cauti e prudenti, sapendo che in media è necessaria una quindicina di anni fra il momento in cui si decide l'investimento (ricerca, prospezione, messa in funzione delle strutture di estrazione) e la disponibilità del primo lingotto; inoltre, quale sarà il prezzo del metallo a cui sarà venduto il primo lingotto e quelli che saranno prodotti nei 30-50 anni successivi?
Dal canto suo, il volume dell'argento recuperato e riciclato rappresenta il 18% dell'offerta totale e può salire fino al 30%, a seconda del prezzo del metallo. All'epoca della grande speculazione sull'argento organizzata dai fratelli Hunt tra il 1979 e il 1980 e che provocò il famoso collasso del Silver Thursday, posate, gioielli, monete, vasi e vassoi (anche storici) venivano raccolti e fusi per ricavarne lingotti. Attualmente molti strumenti elettronici obsoleti come televisori, cellulari e centrali telefoniche vengono valorizzati attraverso un'operazione di arbitraggio che tiene conto del costo di acquisto dei prodotti rottamati, del costo di trasformazione (elevato dato il consumo energetico) e del prezzo di vendita del lingotto finale.
Ovviamente la speculazione sui metalli preziosi si orienta anche verso l'argento che, però, ha un "difetto": è necessario accumularne quantità molto elevate per realizzare investimenti importanti. A questo proposito, gli speculatori analizzano con grande attenzione il rapporto dei prezzi tra quelli dell'oro e quelli dell'argento, sapendo che sulla terra le riserve d'argento sono 19 volte più importanti di quelle dell'oro, ossia 4 parti per miliardo nel caso del secondo e 75 parti nel caso del primo. Ma i prezzi non riflettono questa realtà: il rapporto oro/argento era di 120:1 nel marzo 2020 e attualmente oscilla intorno a 82:1. In altri termini è necessario accumulare e stoccare 82 chili d'argento per ottenere un risultato simile con un chilo di oro, mentre in tutta la storia il rapporto ha oscillato fra 1:1 e 1:15[1].
Sui mercati circolano voci (serie) secondo cui cinque banche americane avrebbero venduto volumi importanti di argento allo scoperto; le perdite potenziali sarebbero superiori a 1,3 miliardi di dollari e, per il momento, ben poche di queste posizioni "corte" sarebbero state ri-coperte[2]. La posizione short di mercato sarebbe di 735 milioni di once, secondo le statistiche ufficiali del CME di New York (all'8 novembre), cioè di oltre 20mila tonnellate, pari a circa 70% dell'offerta mondiale. Tuttavia, questo ammontare, che indica una posizione alla vendita, non rappresenta automaticamente l'insieme delle vendite realizzate allo scoperto; una quota delle vendite, impossibile da valutare, può essere stata realizzata come copertura di una posizione lunga sul mercato dell'argento fisico per limitare i rischi (quindi puro hedging) di posizioni lunghe su altre piazze finanziarie (Londra e Zurigo, per esempio) o di copertura sul mercato delle opzioni, che è molto attivo.
Gli speculatori, che dominano le posizioni lunghe di mercato, scommettono su un ulteriore rialzo dei prezzi e alcuni analisti prevedono un prezzo dell'argento di cento dollari l'oncia. D'altro canto, si assiste a una graduale fuga storica dalle valute (dollaro, euro, yen, yuan e franco svizzero), anche se l'elezione del presidente Donald Trump negli Stati Uniti ha incoraggiato certi acquisti speculativi del dollaro. Ma il fenomeno della fuga è stato chiaramente confermato proprio negli ultimi tempi di tensioni geopolitiche. Anche il franco svizzero e lo yen hanno perso in parte la loro immagine di valuta-rifugio e i flussi dei capitali si sono diretti verso alcune cripto-valute e metalli preziosi, in particolare l'oro, ma anche l'argento, che ha registrato una performance migliore del suo "cugino". Da inizio anno, infatti, la quotazione del metallo bianco ha fatto segnare +31%, mentre quella del metallo giallo +28%!
Infine, gli investitori hanno meno fiducia nelle valute perché queste portano sulle spalle ingenti e crescenti debiti e disavanzi pubblici e soprattutto un'elevata incertezza sulla loro "produzione" (stampa della moneta) decisa in gran parte da governi e banche centrali. I limiti delle loro emissioni non sono fissati e seguono criteri a geometria variabile, a seconda delle difficoltà delle economie e delle scelte del mondo politico che spesso è incapace di risolvere molti problemi e ne rinvia la soluzione al futuro, tappando i buchi del bilancio con il debito e l'emissione di carta moneta.
[1] Per molto tempo il rapporto oro/argento oscillò fra la parità e 15,5. I Fenici realizzavano enormi profitti comprando l'argento delle miniere spagnole con l'oro (10-12 once di metallo bianco contro un'oncia d'oro); l'argento era rivenduto in Egitto al prezzo di un'oncia di metallo bianco contro un'oncia d'oro, proveniente dalle miniere della Nubia. È la stessa operazione che i mercanti genovesi facevano con i commercianti mongoli a Caffa: i genovesi compravano una dozzina di once d'argento spagnolo con un'oncia d'oro e vendevano 7-8 once d'argento contro un'oncia d'oro, estratto nelle miniere cinesi dello Yunnan. L'Unione monetaria latina, nata nel 1865, fissò il rapporto fra i due metalli a 1:15,5, sulla base della parità fra i due metalli stabilita dalla creazione in Francia del franco germinale nel 1795. Ben 32 Paesi divennero membri di questo accordo internazionale. Tuttavia, già nel 1873 la Germania abbandonò l'argento decidendo di garantire il marco con l'oro; Berlino mise sul mercato grandi quantità di metallo bianco il cui prezzo scese violentemente. Proprio questa crisi del bimetallismo alimentò la lunga depressione economica mondiale che durò dal 1873 al 1896. Il tasso di cambio fra i due metalli non fu più rispettato dal 1914, anche se l'Unione monetaria latina fu soppressa ufficialmente solo nel 1927.
[2] Vari articoli della stampa internazionale fra cui il Jerusalem Post, Gulf Insider e numerosi commenti di banche specializzate nelle transazioni sui metalli preziosi.