11/19/2024 | News release | Distributed by Public on 11/19/2024 04:45
È stato siglato a Casablanca il Memorandum di cooperazione e sostegno reciproco tra la Fai-Cisl e l'omologo sindacato marocchino Fnsa-Umt, con l'obiettivo di rafforzare reciprocamente l'efficacia delle attività in difesa degli interessi dei lavoratori, in particolare degli immigrati di origine marocchina impiegati nel settore agroalimentare e negli altri settori della categoria.
Tra i punti dell'accordo, siglato dai vertici della Federazione agroalimentare della Cisl e della Fédération Nationale du Secteur Agricole dell'Umt, lo scambio di informazioni ed esperienze, la realizzazione di incontri e seminari di studio, iniziative sindacali e culturali di interesse comune, la costruzione di reti di solidarietà e l'implementazione dell'efficacia delle campagne congiunte nell'ambito delle Federazioni internazionali del settore agroalimentare. L'accordo punta inoltre a tutelare i diritti sindacali e contrattuali dei lavoratori, riguardanti condizioni di lavoro e di sicurezza, aumenti salariali, tutela dell'occupazione, a sostenerne la partecipazione e la formazione attraverso l'utilizzo di fondi nazionali ed europei, che siano focalizzati all'inserimento lavorativo e sociale dei lavoratori migranti del settore agroalimentare e anche nell'ambito dei decreti flussi stagionali.
In Italia, è emerso durante l'iniziativa, risiedono oltre 400.000 cittadini marocchini. Nel settore agricolo i lavoratori marocchini sono 38.000 e rappresentando il 15,4% dei braccianti non comunitari sono la prima comunità straniera tra quelle extra Ue.
"Con 600 miliardi di fatturato e 70 di export - ha detto il leader della Fai-Cisl Onofrio Rota commentando con soddisfazione la sigla del Memorandum - l'agroalimentare è diventato uno dei settori trainanti dell'economia italiana: il ruolo dei lavoratori immigrati è sempre più determinante ma occorre valorizzarlo puntando su formazione e competenze, su corridoi migratori legali, su un mercato del lavoro più efficiente e tracciabile per debellare qualsiasi forma di sfruttamento ed economia sommersa. Governare l'immigrazione in modo più strutturato e garantendo le opportune dinamiche di inclusione - ha aggiunto - vuol dire anche dare risposte concrete all'inverno demografico e alla drastica diminuzione di lavoratori attivi, visto che nel 2040 ne usciranno dal mercato del lavoro 4 milioni e nel 2050 circa 7 milioni".