11/21/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/20/2024 21:06
Il cappotto termico interno è una soluzione sempre più diffusa per l'isolamento dei locali. Tuttavia, comporta vantaggi e rischi, si adatta ad alcune situazioni piuttosto che ad altre.
Ne parliamo in questa esaustiva guida. Forniremo una panoramica delle tipologie di cappotto interno, descriveremo i materiali più frequentemente utilizzati, opereremo un confronto con le alternative e proporremo una stima dei costi anche e soprattutto in relazione ai bonus disponibili.
Il cappotto termico interno, in senso stretto, consiste nell'applicazione di pannelli isolanti all'interno dei locali, ovvero sui muri che danno sugli spazi abitativi. Tuttavia, esistono alcune tipologie di cappotto interno, più raramente prese in considerazione, che impongono una definizione più estesa di cappotto termico interno. In virtù di esse, dunque, potremmo definire il cappotto termico interno come l'applicazione di una superficie con carattere isolante.
Lo scopo del cappotto termico interno è ridurre gli scambi di calore esterno-interno, ridurre i consumi per il riscaldamento e la climatizzazione, aumentare l'efficienza energetica dell'immobile.
Si contrappone giocoforza al cappotto termico esterno, soluzione che - è bene anticiparlo fin da subito - appare più efficace ma anche più difficile da implementare.
Nell'immaginario collettivo il cappotto termico interno coincide con la disposizione di pannelli isolanti. Tuttavia, come appena accennato, esistono tipologie che non prevedono approcci alternativi, pensate appositamente per superare alcuni limiti strutturali. Dunque, è bene fare una panoramica completa di queste tipologie.
Questa soluzione consta dell'applicazione di pannelli isolanti, spesso preaccoppiati con lastre di cartongesso, le quali fungono da supporto. I materiali utilizzati sono vari, anche se di solito si utilizza il sughero. Il "cappotto con pannelli" è pratico, facile da realizzare - persino in modalità fai da te - e vanta uno spessore abbastanza ridotto, nell'ordine dei 7 centimetri. Tuttavia, non è esente da effetti collaterali, come il rischio condensa.
Questa soluzione consiste nella creazione di intelaiatura metallica a cui si agganciano delle lastre in cartongesso. Al suo interno, viene posto del materiale isolante, in genere lana di roccia o di vetro. E' una soluzione più efficace, che riduce il rischio condensa, e consente di correggere difetti perimetrali, come la presenza delle pareti non a piombo. Tuttavia, si caratterizza per uno spessore notevole, quasi sempre superiore ai 10 centimetri.
Questa tipologia consiste nella creazione di una vera e propria parete in cartongesso, al cui interno è montato un pannello isolanti. Lo spessore può essere considerevole, sicché viene chiamata in causa soprattutto quando vi è la necessità di risolvere problematiche specifiche, e che vanno oltre il mero isolamento termico. Tra queste, spicca la protezione dal fuoco, ottenibile mediante l'impiego di cartongessi ignifughi.
Come già accennato, i materiali a disposizione sono numerosi. Qui descriviamo i più performanti, quelli più frequentemente utilizzati.
Il cappotto termico interno presenta vantaggi e svantaggi. Cominciano dai primi.
Di contro, si segnalano alcuni svantaggi, ecco quali.
Come accennato, il cappotto termico interno non costa molto, se non altro perché interessa una superficie inferiore rispetto a quelle coinvolte nell'installazione del cappotto esterno. I costi dipendono comunque dai materiali per l'isolamento termico. Ecco un prospetto.
A queste voci si aggiunge la manodopera, che può costare dai 10 ai 30 euro al metro quadro.
Alla luce di ciò, si può affermare che, ipotizzando un immobile di 150 metri quadri, siano necessari tra i 7 e i 15 mila euro per un cappotto interno completo.
Vale la pena, giunti a questo punto, rispondere a una delle domande più frequentemente poste dai padroni di casa che intendono efficientare il proprio immobile. E' meglio il cappotto termico interno o esterno? La risposta è… Dipende.
La presenza di alcune condizioni fa propendere il giudizio verso l'una o l'altra soluzione.
In virtù di quanto detto fin qui, e dei vantaggi/svantaggi del cappotto termico interno, possiamo affermare che esso rappresenta una soluzione auspicabile quando…
L'immobile è abbastanza grande, e quindi la riduzione dello spazio calpestabile non rappresenterebbe un problema.
L'immobile vanta un basso rischio condensa/muffa, e quindi è in grado di sopportare l'applicazione di pannelli, lastre etc. al suo interno.
Quando l'assemblea si oppone alle soluzioni alternative. A causa dei costi elevati, l'assemblea potrebbe rigettare l'ipotesi cappotto esterno. A quel punto, al singolo proprietario non rimane che procedere con l'installazione del cappotto interno, che riguarda solo e soltanto la sua abitazione.
Per quanto concerne le agevolazioni fiscali disponibili, l'unica veramente valida per il cappotto interno è l'ecobonus. Esso consta della detrazione IRPEF di una parte della spesa, da realizzarsi in dieci anni. L'aliquota, ovvero la porzione di spesa detraibile, è del 50 o del 65%, a seconda dei cambiamenti della classe energetica che l'intervento produce.
L'attenzione al tema dei costi è più che legittima. Tuttavia, la questione qualità è più importante. E' possibile sfruttare al massimo i vantaggi del cappotto interno e superarne i limiti solo affidandosi a una impresa edile competente.
Un'impresa come EdiliziAcrobatica.
Noi di EdiliziAcrobatica mettiamo in campo competenze avanzate, un know-how che deriva da anni ed anni di esperienza. Siamo anche degli innovatori, come dimostra il nostro approccio, che prevede il lavoro su fune: niente più impalcature e ponteggi, niente più mostri di metallo e legno a deturpare le facciate.
Tuttavia, "scendiamo" volentieri e realizziamo anche interventi "non in quota", proprio come l'installazione del cappotto interno.
Se stai pensando di realizzare questo o qualsiasi altro intervento edile, non esitare a contattarci per un preventivo gratuito.