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Tematica: Alla scoperta di Roma - Cultura - Ambiente - Urbanistica
22 novembre 2024
Era il 15 dicembre 1471 quando si svolse la cerimonia in cui papa Sisto IV donò al popolo romano un gruppo di statue bronzee che rappresentano il nucleo originario della collezione dei Musei Capitolini. A quel giorno si fa risalire la nascita del Museo. Della più antica raccolta pubblica di opere d'arte al mondo facevano parte: la Lupa Capitolina, la mano con il globo e la testa del colosso bronzeo di Costantino, lo Spinario e il Camillo, tutte simboliche e rappresentative della storia antica di Roma e conservate fino ad allora in Laterano.
L'evento di oltre cinque secoli fa è ricordato in una epigrafe in marmo conservata ai Musei Capitolini, che si trova in cima allo scalone principale dell'appartamento dei Conservatori.
L'epigrafe conservata ai Musei Capitolini
I ROMANI, DEPOSITARI DI UN PATRIMONIO UNICO AL MONDO
Da quella prima donazione il testimone della conservazione della storia della città antica passò al popolo romano che divenne depositario di un patrimonio immenso che ancora oggi il Museo cura, conserva e valorizza. Si tratta di un patrimonio inestimabile e inalienabile ma se volessimo quantificarlo a livello economico, solo il valore assicurativo delle principali opere supera una cifra a nove zeri.
Da allora il Museo è il custode dei simboli della città , come la Lupa e il Marco Aurelio. La loro restituzione, insieme alle vestigia della passata grandezza di Roma acquistava un valore simbolico ancora maggiore per la collocazione diretta sul Campidoglio, centro della vita religiosa della Roma antica e sede delle magistrature civili cittadine nel Medioevo.
Le sculture furono in un primo tempo sistemate sulla facciata esterna e nel cortile del Palazzo dei Conservatori e presto al nucleo originario si aggiunsero acquisizioni successive di reperti provenienti da scavi urbani e collegati alla storia della Roma antica. Alla metà del XVI secolo, in Campidoglio furono collocate significative opere di scultura, come la statua di Ercole in bronzo dorato (foto in alto) proveniente dal Foro Boario, i frammenti marmorei dell'acrolito di Costantino dalla Basilica di Massenzio, i tre pannelli a rilievo con le imprese di Marco Aurelio, il cosiddetto Bruto Capitolino (foto in basso), o i Fasti Capitolini rinvenuti nel Foro Romano. Ci sono poi le due colossali statue del Tevere e del Nilo, oggi all'esterno del Palazzo Senatorio, trasferite nello stesso periodo dal Quirinale e la statua equestre di Marco Aurelio, portata dal Laterano nel 1538 per volere di papa Paolo III.
UN COMPLEANNO SPECIALE
Il prossimo 15 dicembre, quindi, il Museo più antico del mondo compirà 553 anni. Ai Capitolini appartiene anche un altro record: nasce qui, proprio sulla piazza del Campidoglio, l'idea del primo museo moderno, di uno spazio cioè aperto al pubblico per la visione delle opere, con una funzione educativa, allora per artisti e studiosi. È il 1734 e sono trascorsi tre secoli dalla prima raccolta di opere e quasi uno dalla costruzione del Palazzo Nuovo, che si affianca al Palazzo Senatorio e a quello dei Conservatori nel profilo della piazza, secondo il progetto realizzato da Michelangelo già a metà del '500.
Cominciano così a confluire qui tutte le donazioni di opere d'arte fatte nei secoli da parte di Papi e cardinali che si aggiungeranno a quella del 15 dicembre 1471, la prima. Le opere vengono collocate e articolate per sale e il Palazzo prende ufficialmente il nome di Museo Capitolino. La sua gestione viene affidata a un presidente e a un custode. Nel Settecento la collezione del Museo si arricchisce di opere importanti, il Galata morente, la statua di Marte, l'Apollo con cedra, Eros e Psiche: quasi seicento tra sculture e mosaici che rappresentano l'assetto definitivo del Museo. Nasce in questo periodo per volere di papa Benedetto XIV la Pinacoteca. Anche i capolavori portati in Francia per volontà di Napoleone, alla fine del XVIII secolo, riescono a tornare nel Museo grazie all'interessamento diretto di Antonio Canova, che riuscì a ottenere la restituzione di quasi tutte le sculture. Le opere arrivate successivamente, a partire dall'Ottocento, invece, provengono da scavi, in particolare da quelli sul colle del Campidoglio e da quelli avviati per la costruzione di nuovi quartieri, all'indomani dell'unificazione del Regno d'Italia, e dalle ultime importanti donazioni private, come la collezione Castellani.
Nel XX Secolo il Museo continua ad acquisire nuovi spazi: il Palazzo Caffarelli, la galleria di congiunzione tra i palazzi capitolini, il Palazzo Clementino, fino all'Esedra realizzata nel 2005 dall'architetto Aymonino in cui si decide di collocare il Marco Aurelio (foto in basso). Più recentemente si è aggiunta a questi spazi la sala espositiva del Palazzo Caffarelli.
Oggi il Museo, depositario di testimonianze dell'arte antica e classica, è in continua evoluzione. Soprattutto si cerca di valorizzare e far conoscere a un pubblico sempre più vasto le bellezze conservate nelle sale attraverso una diversificazione dell'offerta culturale: dalle applicazioni per smartphone con informazioni approfondite sulle singole opere agli eventi periodici (come la Notte dei Musei, Musei in Musica), dalla programmazione di grandi eventi espositivi alle domeniche a ingresso gratuito, dall'acquisto online dei biglietti al sito internet www.museicapitolini.org, ricchissimo di contenuti, fino alla possibilità di una visita virtuale tra le immagini delle opere d'arte, alcune in altissima definizione.
Inoltre per chi risiede a Roma e ha più di 18 anni o studia in una delle università romane, pubbliche o private, c'è la Roma MiC card, che dà diritto all'ingresso gratuito e senza fila nei musei civici, in alcuni siti archeologici e storico-artistici della città e a visite guidate gratuite.
A oggi i Musei Capitolini hanno registrato oltre mezzo milione di visitatori.
I Musei Capitolini sono anche una App, scaricabile dai principali store, ricca di informazioni e contenuti esclusivi in sei lingue. Nella stessa App si trovano informazioni sulla rete dei musei Civici di Roma.
MGP
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