Università Cattolica del Sacro Cuore

10/14/2024 | News release | Distributed by Public on 10/14/2024 04:24

Le trincee dello spazio, del tempo, della Giustizia

In vista del Centenario della conclusione della Prima guerra mondiale, la Grande Guerra, Gabrio Forti, Alessandro Provera e Biancamaria Spricigo - nell'ambito di riflessioni e pubblicazioni sul tema - misero in cantiere il volume "Umanità in trincea" pubblicato nel 2019 per i tipi di Vita e Pensiero. Le restrizioni di quel periodo, dovute alla pandemia da Covid, impedirono di promuovere il volume, divenuto in questi anni di grande attualità a causa dei conflitti che in varie zone del mondo, anche nel cuore della nostra Europa, si sono riaccesi con lo strascico di crudeltà e atrocità che - pur cambiando scenari, modalità e tecnologie - la guerra si porta sempre dietro.

L'Alta Scuola "Federico Stella" sulla Giustizia Penale (ASGP), sensibile a tali tematiche e abituata a una lettura interdisciplinare dei fenomeni storici e giuridici, consolidata nel ciclo di "Giustizia e letteratura" giunto alla XV edizione, ha inteso riproporne le riflessioni a studenti e studiosi nel corso di un convegno organizzato martedì 8 ottobre in Aula Pio XI con gli autori del volume Gabrio Forti, direttore Alta Scuola "Federico Stella" sulla Giustizia Penale e professore emerito di Diritto penale in Università Cattolica, e Alessandro Provera, docente di Diritto penale all'università del Piemonte Orientale, i quali hanno ricordato la terza autrice del volume, Biancamaria Spricigo, scomparsa nel 2017 e appassionata fautrice di quel progetto editoriale anche perché originaria della zona del Piave.

Nella prospettiva interdisciplinare delle riflessioni proposte sono altresì intervenuti Roberto Bichi, già presidente del Tribunale di Milano e docente di Ordinamento giudiziario in Università Cattolica, Roberto Cazzola, scrittore, germanista e traduttore, Marco Mondini, docente di Storia contemporanea all'Università di Padova, Riccardo Rossotto, avvocato.

L'immagine dalla quale i relatori sono partiti e sulla quale hanno intessuto le loro considerazioni è stata quella della "trincea", iconica della Prima guerra mondiale: oltre che luogo di partenza degli attacchi e baluardo di difesa dall'offensiva del nemico, la trincea era un luogo dal quale osservare e considerare la vita. Rappresentava lo scenario nel quale i soldati attendevano con trepidazione l'ordine di attaccare in un immediato "corpo a corpo" o di avanzare sotto i colpi delle mitragliartici del nemico, consapevoli di combattere contro altri uomini che avevano il marchio di "nemici". Qui si creava lo spirito di corpo e di reciproca solidarietà con i commilitoni e avvenivano gesti di tenerezza che stridevano con la brutalità che si verificava poco oltre la trincea stessa. Purtroppo, le trincee sono sempre state presenti nella storia e nei conflitti e ancora oggi sono immagine di ingiustizie e disumanità.

A tal proposito i relatori - riprendendo i testi del volume - hanno citato gli autori della grande letteratura mitteleuropea (Musil, Canetti, Kraus, Roth, Trakl) e italiana (Gadda, D'Annunzio, De Roberto, Serra, Slataper, Stuparich, Svevo, Lussu, Saba, Marin, Ungaretti).

Tanti gli spunti di riflessione emersi: il legame con i conflitti attuali (è vero che ogni accadimento è unico e irripetibile, ma si possono trovare aspetti ripetibili, spesso decisivi ed essenziali in quelli accadimenti), l'identificazione con alcune parti della storia selezionando alcuni fatti del passato nell'ambito di una scelta di valori, l'essere la guerra non più relegata in un passato lontano come idea remota o affare di pochi professionisti ma molto vicina perché coinvolge anche i civili, il riconoscimento del dolore dell'altro, il fatto che nella società più connessa della storia dell'umanità creiamo solitudini che poi portano all'indifferenza di fronte a questi fenomeni.

Il professor Forti, infine, ha esortato ad uscire dalla prigionia delle trincee, fisiche e psichiche, per ritrovare la prossimità con gli altri che condividono la nostra umanità.