11/21/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/21/2024 06:24
Commentando la nuova ondata di proteste degli agricoltori europei contro il trattato di libero scambio tra l'Unione Europea e i Paesi Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), Simona Savini, della campagna Agricoltura di Greenpeace Italia, dichiara: «Gli agricoltori europei sono preoccupati per l'impatto che l'accordo Ue-Mercosur avrebbe sui loro mezzi di sussistenza. E hanno ragione. L'accordo va chiaramente a vantaggio di poche grandi aziende, comprese alcune del settore agroalimentare, e sarebbe un ulteriore colpo per i piccoli e medi agricoltori europei, già strangolati da costi di produzione sempre più alti a fronte dei prezzi di vendita imposti loro dalla grande distribuzione alimentare. L'Italia ha l'occasione per difendere davvero i piccoli e medi agricoltori, la salute dell'ambiente e dei consumatori, schierandosi con la Francia nel respingere questo accordo tossico».
Il governo italiano, che insieme a tutte le forze politiche di destra aveva sostenuto con entusiasmo le proteste dei trattori dei mesi scorsi, non si sta pronunciando in modo netto contro l'accordo Ue-Mercosur, parlando piuttosto di modifiche necessarie al testo.
«Il governo Meloni - continua Savini - deve scegliere da che parte stare. La sua posizione ambigua svela l'incoerenza della retorica sul sostegno all'agricoltura Made in Italy. Mentre affossa misure ambientali essenziali per proteggere l'agricoltura dai cambiamenti climatici, vacilla di fronte agli interessi delle multinazionali che spingono per questo accordo».
In base all'accordo di libero scambio, l'Ue aumenterebbe le importazioni di carne bovina, pollame, zucchero, miele e altri prodotti agricoli dal Sud America, con impatti occupazionali non prevedibili in quei settori europei, in cambio di maggiori esportazioni comunitarie di automobili, pesticidi e plastica. I pericoli dell'accordo riguardano anche l'ambiente e la salute, poiché i regolamenti del blocco sudamericano sono meno rigorosi di quelli europei in settori chiave come l'uso di pesticidi, di antibiotici e ormoni negli allevamenti di animali. Un recente audit ufficiale, ad esempio, ha dimostrato che il Brasile non è in grado di garantire che le sue esportazioni di carne siano prive di ormoni nocivi, vietati dall'UE.
L'accordo aggraverebbe inoltre la distruzione già in corso di preziosi ecosistemi, come la foresta amazzonica o il Chaco, per fare spazio a coltivazioni di mangimi e a pascoli per i bovini, dal momento che prevede misure di tutela ambientale piuttosto deboli e che l'Europa ha recentemente votato per emendare e ritardare di un anno l'entrata in vigore del regolamento europeo per smettere di importare prodotti legati alla deforestazione (EUDR).