SALUTE. COMITATO CLCV: ANALISI LISTE DI ATTESA, TEMPI ACCORCIATI/2
(ACON) Trieste, 19 nov - Proprio la questione del pubblico accreditato è stata contestata dai consiglieri delle Opposizioni presenti in Comitato di controllo, a cui si sono uniti quelli della III Commissione consiliare, a cominciare da Serena Pellegrino (Avs) e Manuela Celotti (Pd), a detta delle quali "finita la convenzione, il privato accreditato ritorna ad essere privato a tutti gli effetti e può rivolgersi al mercato più conveniente, cosa che un'Azienda sanitaria non può fare perché non è previsto faccia profitti. Non solo, perché il pubblico offre servizi, il privato prestazioni". Di parere opposto Moreno Lirutti (Fedriga presidente), che ha parlato di "offerta integrante del servizio pubblico da parte di strutture che devono possedere determinati requisiti e secondo una specifica convenzione; senza di loro non potremmo mai abbattere le liste di attesa".
Furio Honsell (Open) ha invece contestato la chiarezza dei dati, ha chiesto quali siano le azioni intraprese da Arcs per i casi di criticità e cosa venga suggerito per farvi fronte, si è rammaricato che manchi un dato sul diritto di garanzia e un indicatore che segnali l'appropriatezza delle prescrizioni.
Pellegrino ha anche evidenziato la possibilità, quando un esame eseguito dal privato accreditato non sia ritenuto soddisfacente, che venga rifatto presso la struttura pubblica causando così un doppio costo per il Ssr. In aggiunta, molti cittadini rifiutano gli screening gratuiti preferendo rivolgersi altrove, mentre una corretta pubblicità potrebbe aiutare anche in questo caso ad abbassare le liste d'attesa.
"Visto che le attese sono più o meno marcate a seconda delle patologie - ha affermato ancora invece la Celotti - chiedo se e come sono date indicazioni alle Aziende sui recuperi ritenuti prioritari per la Regione, ma anche quante sono le maggiori prestazioni erogate dal pubblico e quante dal privato accreditato, quanti sono i cittadini che hanno attuato il diritto di garanzia perché ritengo siano ancora troppo pochi quelli che conoscono questa procedura".
Simona Liguori (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) ha puntato il dito sulle "risposte per le visite specialistiche e i diagnostici non urgenti che si rivolgono ai quasi 5.000 pazienti di malattie cronico-degenerative che hanno bisogno del Follow up. Inoltre, vi sono molti utenti che si sono sentiti dire dal Cup che non era possibile prendere prenotazioni perché le agende erano chiuse, bisognava richiamare".
Per Carlo Bolzonello (Fedriga presidente) è dirimente "chiarire la questione della appropriatezza delle prestazioni, quando si parla anche di 60% di inappropriatezza". Inoltre "immettere più soldi non basta senza una riorganizzazione del sistema, perché significa solo creare più domanda dove l'offerta però manca, e non è una questione di pubblico o privato". Quanto ai contratti, va capito quanta manovra ha la Regione su un aspetto che è nazionale. Una spiegazione maggiore va data, infine, all'over booking delle agende, dove "tanti si rivolgono al privato perché pretendono la prestazione entro pochi giorni e magari non disdicono la prenotazione fatta nel pubblico".
Anche per Lirutti, è importante capire quali siano gli interventi che hanno portato a buoni risultati da parte delle Aziende e se ci sia la possibilità di migliorare ancora. Anche lui ritiene interessante capire quanto sia esercitato il diritto di garanzia e il poter cambiare la prescrizione; quale sia il grado di informatizzazione delle agende; quanti esami vengano effettivamente ripetuti; creare la possibilità, da parte della struttura pubblica, di prendere in carico dall'inizio alla fine un paziente che abbia esigenze diagnostiche complesse.
La questione dell'eccedenza delle prescrizioni rispetto alle prestazioni è stata riportata anche da Francesco Martines (Pd), che ha poi chiesto se "c'è un'analisi dei costi maggiori della prestazione presso il privato accreditato rispetto alla medesima eseguita nel pubblico".
Laura Fasiolo (Pd) si è detta "rincuorata dai tempi migliorati per le patologie oncologie, ma restano delle criticità che vanno analizzate". Ha quindi parlato dei problemi della mancanza del personale, delle remunerazioni, dell'attrattività della professione medica e infermieristica e ha chiesto chiarezza sul diritto di garanzia per i cittadini, spiegando loro "come agire se le prestazioni non vengono garantite nei tempi previsti".
Conficoni ha parlato in particolare della situazione dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) rilevando che "le migliorie dei tempi non valgono per tutti gli interventi, perché si prediligono quelli urgenti", chiedendosi quindi "se c'è un indirizzo trasmesso in tal senso alle Aziende e quando si potrà avere un miglioramento generalizzato di tutti i tempi di intervento". Quanto alle prestazioni ambulatoriali, ha rilevato che anche in questo caso "sembrano migliorate solo le urgenti". E le visite ambulatoriali, "l'aumento percentuale è solo per quelle in libera professione. Va capito cosa si possa fare per aumentare le visite istituzionali". Infine, "che azioni si fanno per aumentare la conoscenza del manuale Rao che consentirebbe di migliorare l'appropriatezza delle prescrizioni e se si intende sforzarsi maggiormente per reperire i professionisti che mancano: la Regione Veneto ha già adottato un Piano di contrasto specifico, potrebbe farlo anche la nostra Regione".
"Non va fatta confusione tra l'appropriatezza di una prestazione che rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e una che non rientra in quei criteri", ha risposto il direttore Polimenti prima che intervenisse l'assessore Riccardi, dal quale è arrivata più di una spiegazione sul supporto indispensabile e da sfatare del privato accreditato, sulle norme che regolano la libera prestazione intramoenia, sul diritto di garanzia sempre più utilizzato e sul fenomeno delle prestazioni che a livello nazionale negli ultimi anni è aumentato del 44%. "Perciò ci si deve chiedere se si vuole puntare al vero bisogno, alle prestazioni che devono essere coerenti, oppure a rincorrere la domanda, che secondo me è sbagliato".
Non da ultimo, l'assessore ha detto che "stiamo migliorando e ci siamo riposizionati all'andamento pre-Covid. Giusto poi spingere sulla prevenzione, ma al contempo sapere che ci sono cittadini che buttano nel cestino la possibilità di farla, significa che c'è un problema non da poco".
I relatori per l'Aula dell'analisi odierna fatta dal Comitato saranno i consiglieri Liguori, Roberto Cosolini (Pd) e Bolzonello.
2 - fine ACON/RCM