Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia

09/17/2024 | Press release | Distributed by Public on 09/17/2024 10:15

AUTONOMIA. V COMM: BOCCIATE LE PROPOSTE DI REFERENDUM ABROGATIVO

AUTONOMIA. V COMM: BOCCIATE LE PROPOSTE DI REFERENDUM ABROGATIVO

17.09.2024
18:05
(ACON) Trieste, 17 set - Sono state bocciate a maggioranza, nel corso della seduta odierna della V Commissione consiliare presieduta da Diego Bernardis (Fp), le proposte di indire un referendum popolare per l'abrogazione totale o parziale della legge 86 del 26 giugno 2024, la norma nazionale che dispone l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario.

Le proposte sul banco erano due, entrambe a prima firma del capogruppo del Pd Diego Moretti, supportato da tutti i colleghi del suo gruppo consiliare, da quelli del gruppo Misto (Serena Pellegrino di Avs, Rosaria Capozzi del M5S e Furio Honsell di Open Sinistra Fvg) e dal Patto per l'Autonomia-Civica Fvg (il capogruppo Massimo Moretuzzo ed Enrico Bullian). La sola differenza tra le due proposte riguardava l'abrogazione totale o parziale della norma nazionale.

Entrambe le proposte sono state elaborate sulla base di quanto già votato nel mese di luglio dai Consigli regionali di Campania, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna, che hanno posto l'attenzione sui possibili rischi derivanti dall'applicazione della legge 86 rispetto ai principi di uguaglianza, solidarietà e coesione nazionale.

"La richiesta - ha spiegato Moretti in apertura della discussione - nasce dai pronunciamenti che ci sono stati nei Consigli regionali delle quattro Regioni. Le preoccupazioni inerenti l'applicazione normativa riguardano anche la possibile perdita di autorevolezza della specialità del Friuli Venezia Giulia in quanto, nelle more della definizione dei livelli essenziali di prestazione (Lep), importanti materie potranno essere devolute a Regioni ad autonomia differenziata, mentre quelle a statuto speciale dovranno eventualmente attendere un percorso di modifica statutaria".

"Le legge Calderoli - come si legge nella relazione presentata dal capogruppo del Pd - consentirebbe alle Regioni ordinarie di avere funzioni e risorse maggiori di quelle riconosciute alle speciali. La norma Calderoli travisa, inoltre, lo spirito dell'articolo 116 che di fatto consente in maniera indiscriminata un trasferimento di tutte le competenze in blocco alle Regioni, snaturando quindi la ratio che apriva un ventaglio di competenze a geometria variabile".

Ampio è stato il dibattito sulle due proposte, che ha visto emergere pareri contrastanti. Secondo Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), firmatario soltanto della proposta per il referendum per l'abrogazione totale della legge 86, "la norma in questione è rischiosa in quanto viola il principio di solidarietà sociale e va contro i valori di uguaglianza delle comunità". Inoltre per il consigliere di Opposizione "è impensabile che si dichiari di poter concedere l'autonomia alle Regioni in una vasta gamma di materie, senza però esplicitare come verranno garantiti i livelli essenziali di prestazioni".

Per Francesco Russo(Pd) "l'attuale meccanismo alla base della norma consentirebbe alle Regioni a statuto ordinario di superare i livelli di autonomia di quelle speciali". Russo ha inoltre espresso contrarietà alla legge "nel metodo, in quanto le norme non si fanno a colpi di maggioranza". "Credo nelle forme di autogoverno dei territori - ha aggiunto l'esponente del Pd -, ma con questa legge si sta costruendo un sistema che acuisce le differenze e creerebbe solo più confusione".

Anche per Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, con la legge 86 "c'è il rischio di ordinarizzazione della specialità del Fvg". Moretuzzo ha sottolineato inoltre che "la norma così come oggi si presenta è inapplicabile e ciò è dovuto alla mancanza di definizione dei Lep". Secondo Enrico Bullian (Patto-Civica) "la legge 86 va contro l'idea comunitaria, entro la quale invece bisognerebbe risolvere problemi che sono di attualità per tutti". Serena Pellegrino (Avs) è convinta che la preoccupazione maggiore "non riguardi la perdita della specialità del Fvg, quanto piuttosto la perdita di unitarietà del nostro Paese".

Completamente diversa la posizione della Maggioranza, per la quale la legge 86 è invece un'opportunità da cogliere per migliorare ancora di più la specialità del Friuli Venezia Giulia.

Antonio Calligaris, capogruppo leghista, ha espresso la propria contrarietà alle due proposte referendarie ricordando le parole del giurista Sabino Cassese che "sulla norma 86 ha detto che l'autonomia differenziata non potrà causare ulteriori differenze regionali, che allo stato attuale già esistono per ragioni storiche". In merito alla preoccupazione espressa dalle Opposizioni sulla perdita di specialità del Fvg, l'esponente della Lega ha ricordato la clausola di maggior favore per le Regioni a statuto speciale, "per cui sino all'adeguamento dei rispettivi statuti si possono applicare le disposizioni che prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite".

Medesima posizione quella di Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente, che pur riconoscendo le complessità della norma ha evidenziato che "si tratta di una grande opportunità per il Friuli Venezia Giulia, la strada giusta da perseguire".

In chiusura l'assessore alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, sulla scia dei colleghi consiglieri della Maggioranza ha ribadito che "la legge 86 è un'opportunità per avere nuove competenze e, inoltre, un elemento di garanzia per la specialità del Fvg è il fatto che la Regione lavora a un tavolo condiviso con le altre Regioni a statuto speciale". ACON/SM-fa