ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

02/08/2024 | Press release | Distributed by Public on 02/08/2024 16:10

Occidente e Russia, uno scambio che infonde speranza

Giovedì mattina, all'aeroporto di Ankara, in Turchia, 24 persone sono salite su un aereo per tornare a casa dopo essere stati prigionieri: otto di loro in diversi paesi occidentali, 16 in Russia. Sono i protagonisti dell'ultimo atto di un accordo negoziato per oltre due anni tra Mosca e Washington per il più grande scambio di prigionieri dalla caduta del Muro di Berlino. Dal 2022, le cancellerie e i servizi di intelligence di Stati Uniti, Russia e alcuni paesi europei hanno mediato, negoziato e tacitamente dialogato per riportare a casa i propri connazionali, finiti in carcere con diverse accuse nel campo geopolitico avversario. Tra loro, ci sono il reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich e l'ex marine Paul Whelan, riportati negli USA dopo essere stati incarcerati dalle autorità russe con l'accusa di spionaggio e una condanna di 16 anni. A Mosca, invece, ha fatto rientro Vadim Krasikov, ex ufficiale dei servizi segreti russi (FSB) accusato da una corte tedesca di essere il killer che ha ucciso un cittadino ceceno in un parco di Berlino. È stato quest'ultimo prigioniero il perno dei negoziati, che ha coinvolto in primis una lunga trattativa interna tra Germania e USA. Tra le varie pedine coinvolte nella lunga negoziazione transatlantica c'era anche l'oppositore del presidente russo Vladimir Putin, Alexei Navalny, la cui morte in circostanze sospette lo scorso febbraio ha fatto slittare la chiusura dello scambio.

Chi è stato liberato?

Gli otto cittadini russi liberati sono per lo più ex spie. Vadim Krasnikov, il più voluto da Mosca è un ex agente dell'FSB, condannato nel 2019 per omicidio di un ceceno che combatté nelle guerre del Caucaso contro la Russia. La corte tedesca sostiene che si sia trattato di un omicidio per conto dello stato russo. Vadim Konoshchenok, anch'egli legato all'FSB, era stato accusato di rifornire di attrezzatura elettronica e armi statunitensi la Russia, in violazione delle sanzioni. Vladislav Klyushin è invece un imprenditore accusato di abuso di informazioni sottratte illecitamente. Roman Seleznev, arrestato dieci anni fa alle Maldive, dal 2017 stava scontando una pena di 14 anni per frode bancaria e reati legati alla sua attività di hacker. Artem Dultsev e sua moglie Anna Dultseva stavano scontando una pena per spionaggio a Lubiana. Tornano in Russia anche i loro due figli. Infine, Mikhail Mikushin e Pavel Rubtsov, entrambi spie russe arrestate nel 2022, rispettivamente in Norvegia e Polonia. Per quanto riguarda i 16 occidentali rilasciati da Mosca, i profili sono molto diversi. Tra i cittadini USA, oltre ai sopraccitati Gershkovich e a Whelan, la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva condannata a sei anni e mezzo per aver diffuso false informazioni e l'attivista russo con permesso di residenza negli States, Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni per aver pubblicamente condannato la guerra in Ucraina. Ci sono poi cinque cittadini tedeschi, tra cui Rico Krieger, rilasciato dalla Bielorussia, dove era stato condannato a morte. Kevin Lik e Demuri Voronin, di origine russa, condannati per alto tradimento, così come Herman Moyzhes, condannato poche settimane fa per aver aiutato cittadini russi a ottenere permessi in Europa. Torna in Germania anche Patrick Schoebel, da gennaio detenuto all'aeroporto di San Pietroburgo per aver trasportato caramelle gommose alla cannabis. Tra i rilasciati ci sono anche sette cittadini russi: Ilya Yashin, Lilia Chanysheva, Ksenia Fadeeva, Vadim Ostanin che erano attivisti dello staff di Navalny, tutti condannati a pene dai sei ai nove anni; l'artista Alexandra Skochilenko, condannata a nove anni per aver sostituito i prezzi di un supermercato con messaggi contro la guerra; il direttore dell'organizzazione Memorial, Oleg Orlov, condannato a due anni e mezzo per essersi opposto all'aggressione russa dell'Ucraina; e Andrei Pivoravov a capo del movimento Open Russia, condannato a quattro anni.

Come si è arrivati allo scambio?

"È stato il culmine di molti negoziati complessi e minuziosi duranti per molti mesi". Riassume così il consigliere per la sicurezza nazionale USA Jake Sullivan, che ha giocato un ruolo fondamentale nelle trattative. Secondo la ricostruzione fornita ai media dalla Casa Bianca, tutto è iniziato nell'autunno del 2022, mentre si negoziava il rilascio della cestista statunitense Brittney Griner, arrestata con l'accusa di spaccio per il possesso di olio di canapa e condannata a nove anni. Dopo dieci mesi di detenzione, fu scambiata con il trafficante d'armi russo Viktor Bout. Mosca però era soprattutto intenzionata a riportare a casa il killer Krasnikov. Sullivan ha quindi pressato gli alleati tedeschi affinché si arrivasse a uno scambio con l'oppositore di Putin Alexei Navalny, ma Berlino era riluttante a liberare l'ex agente FSB che stava scontando l'ergastolo. Per Washington, invece, l'obiettivo primario era l'ex marine Whelan, in carcere dal 2018. La trattativa si è complicata a marzo 2023, con l'arresto del reporter del Wall Street Journal e con l'intromissione dei servizi segreti. La posizione di Mosca era scambiare spie russe con americani accusati di spionaggio in Russia, in numero pari. Gli USA hanno quindi cercato gli agenti russi tra i condannati nei paesi alleati. Che la Russia fosse intenzionata a concludere un accordo di scambio era sembrato possibile anche durante l'intervista che Putin aveva rilasciato a Fox News lo scorso febbraio: "Non escludo che il signor Gershkovich faccia ritorno in patria". La trattativa sarebbe però saltata pochi giorni dopo per la morte di Navalny, che insieme a Gershkovic e Whelan sarebbe stato scambiato per Krasikov. L'accordo per lo scambio di giovedì è stato quindi ridefinito in primavera e a giugno la Germania ha finalmente accettato di lasciare Krasikov.

La diplomazia funziona?

Una delle principali considerazioni dello scambio è relativo alla riapertura di canali di dialogo silenziosi e l'impressione che, a un certo livello, la diplomazia riesca a produrre risultati. Tuttavia, non bisogna dimenticare che da sempre, specie nei decenni di Guerra fredda, la diplomazia degli ostaggi ha sempre vissuto di vita propria e che gli accordi di scambio non sempre hanno successivamente condotto ad altri negoziati politici, come ricorda il caso del soldato israeliano Gilad Shalit, che nonostante il buon esito non ha poi favorito un dialogo costruttivo tra le parti. Esistono infatti almeno due elementi fondamentali negli scambi di prigionieri. Il primo è la leva politica che si può giocare sull'avversario. L'arresto di Gershkovich,è giunto a trattative in corso e ha dato un vantaggio a Putin, che avrebbe così potuto offrire più prigionieri in cambio del suo obiettivo primario, che è sempre stato Krasikov. Il secondo elemento, invece, è il prestigio politico delle autorità che riportano a casa un connazionale. Nel campo occidentale, va ricordato che l'accordo è stato finalizzato nelle settimane che vanno dalla preparazione del dibattito Biden-Trump, poi rivelatosi una debacle per il presidente in carica, all'annuncio del ritiro dalla corsa presidenziale. Riportare a casa cittadini USA, congiuntamente a russi che si sono battuti contro l'autoritarismo di Putin, aiuta sicuramente l'amministrazione uscente e contribuisce a rilanciare il suo programma di difesa della democrazia a pochi mesi dal voto. Non stupisce, quindi, che Donald Trump abbia criticato lo scambio. Se questo, infine, riuscirà ad agevolare un tavolo di negoziati sull'Ucraina è tutto da vedere.

Il commento

Di Eleonora Tafuro Ambrosetti, ISPI Centre, Russia, Caucaso e Asia Centrale

"Lo scambio di prigionieri beneficia l'immagine di Putin, così come quella di Biden. Entrambi si sono mostrati pronti a negoziare col nemico e sensibili alle sorti dei propri concittadini (nel caso di Biden, anche alle sorti degli attivisti pro-democrazia russi liberati). A molti, dunque, questo appare come un "win-win" e, magari, un preludio per un negoziato di pace più ampio in Ucraina. Purtroppo non sono ottimista a riguardo. Che i canali di comunicazione restassero aperti, si sapeva; ma è difficile pensare che si possa andare oltre a qualcosa di puramente transigente quando mancano i presupposti per una trattativa in buona fede. Inoltre, questo scambio dà a Putin la certezza che la "diplomazia degli ostaggi" funziona: l'aveva già fatto in passato, ci riproverà certamente in futuro."

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