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12/13/2024 | News release | Distributed by Public on 12/13/2024 04:19

Blocchi culturali e prevenzione andrologica: la ricerca IULM al centro del convegno SIA

Presentati ieri al convegno "S3 - Salute Sessuale SIA" a Milano i risultati della ricerca condotta dall'Università IULM sui blocchi culturali che ostacolano i giovani italiani nella prevenzione andrologica.

L'Università IULM di Milano, su incarico della Società Italiana di Andrologia (SIA), ha condotto una ricerca per esplorare i blocchi culturali che ostacolano i giovani maschi italiani nell'affrontare la prevenzione e le cure andrologiche. Lo studio, presentato al convegno "S3 - Salute Sessuale SIA", tenutosi a Milano il 12 e 13 dicembre, ha confermato l'esistenza di tali ostacoli, riconducendoli a radicate dinamiche della cultura maschile italiana.

Secondo Mauro Ferraresi, professore di Sociologia della comunicazione in IULM, la difficoltà principale risiede nella percezione della visita andrologica. "È necessario far comprendere che rivolgersi a un professionista in camice bianco non è solo utile, ma può tradursi in una maggiore felicità nella vita, inclusa quella sessuale. Il primo passo è superare l'idea che il 'dottor Google' possa sostituire un medico specializzato" ha affermato Ferraresi.

La ricerca ha evidenziato che il 73% dei giovani non si è mai sottoposto a una visita andrologica, affidandosi invece alle informazioni online per risolvere dubbi medici. Questo fenomeno, alimentato dalla cosiddetta "cybercondria", sottolinea l'urgenza di promuovere una corretta educazione sanitaria che valorizzi il rapporto medico-paziente.

Nonostante queste difficoltà, il convegno ha messo in luce i progressi raggiunti grazie a campagne di sensibilizzazione come la Settimana di Prevenzione Andrologica, promossa dalla SIA fin dal 1999. Le iniziative hanno permesso a migliaia di uomini di accedere a visite gratuite, rivelando che, nel 29% dei casi, tali controlli hanno portato alla diagnosi di patologie andrologiche.

La ricerca condotta dall'Università IULM rappresenta un primo passo verso una maggiore consapevolezza e sensibilità sul tema, come sottolineato dallo stesso Ferraresi: "Questo studio segna l'inizio di un percorso. Sebbene il cammino sia lungo, le risposte ricevute dimostrano che i giovani stanno sviluppando una crescente attenzione verso questi temi."

Per approfondire i risultati della ricerca, è possibile consultare il progetto in questa pagina progetto in questa pagina.