Slow Food Editore S.r.l.

21/11/2024 | Press release | Distributed by Public on 21/11/2024 14:05

I doppi standard della politica commerciale internazionale dell’Europa

Al G20, in corso a Rio, in Brasile, si discute di accordi commerciali tra l'Europa e Paesi terzi. Slow Food chiede all'Europa di tutelare gli agricoltori europei attraverso un commercio equo e gli interessi ambientali globali.

Il nuovo accordo commerciale tra l'Unione europea e il Mercosur, un'intesa ancora in fase di negoziazione in questi giorni al G20, mette in luce l'importanza delle clausole specchio. Questo accordo, che coinvolge i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), ha lo scopo di ridurre le barriere commerciali, facilitando lo scambio di beni come prodotti agricoli, automobili, macchinari e servizi. Tuttavia, sta suscitando polemiche per le asimmetrie nei regolamenti tra le due aree.

Nel Mercosur, gli standard per l'uso di pesticidi, diserbanti e tecniche di allevamento sono meno rigorosi rispetto a quelli europei. Ad esempio, alcune sostanze vietate nell'Ue sono ancora ampiamente utilizzate in Sud America, così come pratiche vietate come l'uso di antibiotici come promotori della crescita. Senza clausole specchio, l'accordo rischia di penalizzare i produttori europei, che devono rispettare norme più severe con costi maggiori, favorendo una concorrenza sleale e alimentando preoccupazioni ambientali e sanitarie.

Inoltre, l'aumento dell'importazione di carne dal Mercosur è collegato a fenomeni come la deforestazione dell'Amazzonia, in contrasto con gli obiettivi di sostenibilità del Green Deal europeo.

Cos'è una clausola specchio?

Le clausole specchio nei trattati commerciali internazionali sono un principio semplice ma cruciale: assicurano che i prodotti alimentari importati da Paesi terzi (cioè fuori dall'Ue) rispettino le stesse regole di sicurezza, sostenibilità ambientale e benessere animale previste per quelli prodotti all'interno dell'Unione europea. In pratica, se l'Ue vieta una sostanza o limita i residui chimici negli alimenti prodotti internamente, lo stesso dovrebbe valere per quelli importati.

Perché sono necessarie?

  • Sicurezza alimentare: Gli standard europei regolano quali sostanze sono consentite e in quali quantità per proteggere la salute umana. Tuttavia, molti Paesi esportatori non seguono le stesse regole, creando potenziali rischi per i consumatori europei.
  • Equità per i produttori europei: Le aziende agricole europee devono rispettare norme rigide, che aumentano i loro costi. Senza clausole specchio, prodotti più economici e meno controllati possono arrivare dall'estero, mettendo in difficoltà gli agricoltori locali.
  • Tutela ambientale e benessere animale: Le norme europee mirano a limitare l'impatto ambientale e a garantire il rispetto degli animali. Importare cibo prodotto con metodi non sostenibili o dannosi significa favorire pratiche che l'Europa cerca di eliminare.

Il problema attuale

Ad oggi, le regole per gli alimenti importati sono più permissive:

  • Limiti di residui chimici: Per alcune sostanze, i limiti per i prodotti importati sono più alti di quelli previsti per i prodotti europei.
  • Sostanze vietate: Anche sostanze proibite nell'Ue possono essere tollerate negli alimenti importati se il loro residuo è inferiore a certi livelli, spesso ben oltre il limite minimo rilevabile.

I vantaggi delle clausole specchio

  1. Salvaguardia della salute: Garantiscono che tutti i cibi in vendita rispettino gli stessi standard di sicurezza.
  2. Competizione equa: Proteggono i produttori europei da una concorrenza sleale.
  3. Miglioramento globale: Spingono i Paesi terzi ad adottare pratiche più sostenibili, beneficiando l'ambiente e le persone anche fuori dall'Europa.

In sintesi, le clausole specchio sono uno strumento di giustizia e coerenza: assicurano che l'impegno europeo per la salute, l'ambiente e il benessere animale non venga vanificato da importazioni non controllate.

Come dice Slow Food, è un modo per garantire che il commercio internazionale sia compatibile con la sostenibilità globale e i diritti delle persone.

La maggior parte degli agricoltori europei si oppone fermamente alla concorrenza globale tra produttori agricoli, che mette a rischio un'agricoltura più sociale e sostenibile. Questa competizione danneggia non solo i redditi degli agricoltori ma anche l'ambiente e le comunità rurali, sia in Europa che nei Paesi firmatari degli accordi. In questo contesto, Slow Food critica il modello di libero scambio e chiede politiche che garantiscano condizioni e prezzi equi per gli agricoltori e i lavoratori agricoli.

Proposte per una politica agricola più giusta:

  1. Bloccare gli accordi di libero scambio: Interrompere i negoziati sull'accordo UE-Mercosur e abbandonare una politica basata sulla concorrenza sleale.
  2. Contrastare le pratiche commerciali sleali: Inserire rapidamente nella direttiva europea il divieto di acquistare prodotti agricoli a prezzi inferiori ai costi di produzione.
  3. Regolamentare i mercati agricoli: Usare l'Organizzazione Comune dei Mercati (Ocm) della Pac per introdurre prezzi minimi, tariffe di ingresso e limiti alla quantità di prodotti importati.
  4. Supportare la transizione agroecologica: Fornire un budget adeguato e distribuire equamente gli aiuti della Pac, sostenendo pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente.

Secondo Slow Food, gli agricoltori necessitano di condizioni che garantiscano la sostenibilità economica e ambientale della produzione alimentare, non di compensazioni economiche che perpetuano un sistema insostenibile. La Commissione europea, proseguendo su una linea neoliberista, rischia di tradire le promesse fatte agli agricoltori e di ignorare le loro esigenze reali.

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