11/19/2024 | News release | Distributed by Public on 11/19/2024 09:50
Fabio Nicora, giovane artista alla sua prima mostra personale al Museo Villa Bernasconi, in collaborazione con la sua galleria di riferimento, GALP: presenta una serie di opere realizzate su spartiti musicali del 1900, esposte nella suggestiva sala della musica. Cresciuto con l'urgenza di esprimere le proprie emozioni attraverso un mezzo espressivo che non fossero le parole: la musica e il disegno erano e sono rimasti i suoi medium preferiti. Se il disegno lo ha inizialmente canalizzato nel mondo del tatuaggio, per poi intraprendere un percorso artistico più profondo e personale; per quanto concerne la musica vi si è lasciato guidare no al diploma come produttore di musica elettronica, approfondendo la sua conoscenza dell'uso del sintetizzatore di suoni naturali in musiche elettroniche e tripop. Troviamo così una chiara congiunzione tra opera e supporto, quasi fossero il miglior modo per entrare in contatto con l'Io più profondo dell'artista. La ricerca artistica di Nicora è strettamente legata al suo percorso personale: attraverso una ricerca interiore scopre la bellezza della semplicità. Semplicando il segno graco passa da opere dense di grasmi a una linea più essenziale, arricchita da colori vividi e tecniche diversicate che rimandano a movimenti quali primitivismo e art brut. Un vero e proprio tripudio di colori e materiali arricchiscono le sue opere, rendendole intellegibili a ogni tipologia di spettatore, dai più grandi ai più piccoli. La composizione delle sue opere è equilibrata e dinamica, con una distribuzione accurata di elementi su piani sovrapposti. Le linee geometriche delle foglie e dei ori, simili a tessere di un mosaico, richiamano le decorazioni di alta manifattura presenti nello stile liberty della Villa creando un ponte di dialogo tra contemporaneo e moderno. L'uso di spartiti antichi, alcuni scelti proprio per le composizioni di grandi maestri quali Mozart o Beethoven, mostra il rispetto e l'interesse di Fabio verso le radici di ciò che lui sente essere suo. Un silenzioso elogio alle fondamenta culturali sulla quale si basano le sue attuali conoscenze.