Dagli anni della costruzione del Muro di Berlino nel 1961, fino all'abbattimento il 9 novembre 1989. Un viaggio attraverso intrecci di immagini di repertorio, che descrivono la divisione delle due Germanie, e di testimonianze sulla memoria di oggi intorno al Muro. Quali ricordi restano di quell'esperienza di divisione? Le parole, i volti, i luoghi, i microcosmi delle persone incontrate e intervistate, spaccati di vita vissuta, autoritratti di storie di vita sono al centro di "L'ombra del muro", uno speciale in due parti, ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, riproposto sabato 9 novembre alle 18.00 su Rai Storia in occasione dei 35 anni dalla caduta del muro di Berlino. In veste di consulente storico-scientifico, il giornalista Stefano Vastano, firma de "L'Espresso", che da più di trent'anni vive e lavora a Berlino.
Il cuore della prima parte dello speciale, dal titolo "Vite recluse" ruota intorno al sistema carcerario della Ddr, in particolare le carceri di Bautzen in Sassonia e di Cottbus nel Brandeburgo. Il carcere di Bautzen II che ospitava i prigionieri politici del Regime e Bautzen I, denominato "Gelbes Elend", la Miseria gialla, per i suoi tristi mattoni gialli. In questa prima parte, lo speciale compie un viaggio nei luoghi e nei ricordi di quanti hanno vissuto gli anni della divisione: si intrecciano così i racconti e le immagini del carcere politico di Bautzen II nelle parole di Sven Riesel (storico e Vicedirettore del carcere) e le memorie di Georg Kanig (ex dipendente Ferrovie e attivista Neues Forum). Si susseguono poi le memorie dell'attore Jochen Stern, di Manfred Matthies e di Gilbert Furian che hanno trascorso, come dissidenti politici, parte della loro vita nelle carceri della Ddr.
A seguire, la seconda parte dal titolo "Vite spiate": un viaggio a Berlino, per scoprire cosa resta del Muro, che divise la città dalla costruzione nel 1961 fino all'abbattimento il 9 novembre 1989. A Berlino si intrecciano le memorie e le testimonianze di Brigitta Heinrich (ex insegnante) che ha vissuto in un'enclave della Germania dell'Est dentro a Berlino Ovest; Joachim Rudolph, ottantenne che nel 1962, insieme ai due italiani Domenico Sesta e Gigi Spina, scavò sotto il Muro, in Bernauer Strasse, il famoso Tunnel 29, liberando un gruppo di 29 persone. E poi Bert Konopatzky (fotografo e guida turistica); Gina Pietsch (nota cantante e attrice di teatro brechtiano vicina al regime della Ddr); Manon Strache (attrice); Susanne Schädlich, figlia dello scrittore Hans-Joachim Schädlich che per decenni fu spiato dal fratello Karl, collaboratore della Stasi. La sua storia fu raccontata da Susanne nel suo drammatico libro "Sempre dicembre", dopo la pubblicazione dei documenti segreti della Stasi.
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