11/15/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/15/2024 09:00
Autorità civili, militari e religiose, cittadini di Ferrara,
ci ritroviamo oggi per ricordare uno degli eventi più dolorosi e significativi della nostra storia cittadina: l'eccidio estense del 15 novembre 1943.
In quella notte oscura, undici nostri concittadini furono brutalmente strappati alla vita, vittime di una violenza cieca e spietata. Corso Martiri della Libertà e il Castello Estense ne sono testimoni. Su questo suolo, esattamente 81 anni fa, venivano uccisi da squadre fasciste oppositori del regime, come rappresaglia per l'assassinio del federale Igino Ghisellini, assassinato due giorni prima nei pressi di Bologna.
Tra le vittime di quell'atroce notte, ci furono: il magistrato Pasquale Colagrande, e gli avvocati Giulio Piazzi, Ugo Teglio e Mario Zanatta. Resistere all'ingiustizia per la libertà: è questa la 'ragione' per cui in quel giorno furono fucilati anche il senatore Emilio Arlotti, Mario e Vittore Hanau, Alberto Vita Finzi, l'ingegnere Girolamo Savonuzzi, Arturo Torboli e Cinzio Belletti.
I corpi vennero lasciati davanti al muretto del Castello per tutta la mattina, come monito per i ferraresi, rendendo indelebile una delle pagine più oscure e drammatiche della storia della nostra città. Niente a Ferrara, dopo questo episodio, sarà come prima.
A segnare su carta i corpi esanimi, ancora presenti sul selciato è il pittore di origini badiesi Mario Capuzzo, tra i primi a recarsi sul luogo dell'eccidio, tra la paura e la nebbia di quella lunga notte. L'artista esegue una serie di disegni sul suo taccuino, ora custoditi al Meis per dono di Sonia Longhi. Questi disegni furono fondamentali per l'iconica ricostruzione che fece il regista Florestano Vancini, quando girò il suo film, "La lunga notte del '43".
A testimoniare e a tramandare il peso di questa memoria sono stati proprio i grandi autori della nostra terra, che con la loro arte hanno saputo raccontare la storia e il dolore di quel periodo. Penso a Giorgio Bassani, che con la sua sensibilità ha saputo tradurre il dramma di Ferrara in parole potenti, toccanti, universali. Nel racconto Una notte del '43, lo scrittore ferrarese ha fatto rivivere quella terribile notte, portando a galla il clima di paura e di oppressione che soffocava Ferrara e denunciando le ingiustizie e le sofferenze subite dai nostri concittadini.
Questa storia ha continuato a vivere appunto anche grazie al film La lunga notte del '43, del regista Florestano Vancini, ferrarese anche lui, che ha saputo trasformare il racconto di Bassani in immagini altrettanto potenti e capaci di trasmettere l'angoscia e il dramma di quella notte. Vancini, con grande rispetto e sensibilità, ha reso omaggio a Ferrara e alla sua storia, contribuendo a far conoscere a tutta l'Italia l'orrore di quell'episodio. Grazie a queste opere, all'arte e alla cultura, l'eccidio estense è diventato un simbolo della resistenza alla violenza e della forza della memoria.
Ma ricordare oggi non significa solo rivivere il dolore del passato; significa anche rinnovare il nostro impegno per un futuro di democrazia, di giustizia e di dignità umana, contro ogni forma di odio e violenza.
Soffia un vento gelido e sferzante sul mondo e l'antisemitismo è il primo sintomo di un mondo malato cito le parole che ieri durante le commemorazioni degli eccidi svoltesi in sinagoga ha utilizzato il nostro rabbino Rav Luciano Caro e aggiungo io che è doveroso, ma non facile parlare del male per non dimenticare soprattutto ai giovani mentre è imperativo parlare loro del bene per costruire un mondo migliore. Quella che commemoriamo oggi è parte di una delle pagine più buie della storia umana un monito perpetuo per evitare che simili tragedie si ripetano e dobbiamo educare bene e incoraggiare i giovani a essere cittadini attivi e consapevoli, pronti a difendere i diritti umani e ogni forma di discriminazione.
Lo sguardo, rivolto al futuro, è pieno di misteri come sostiene Giorgio Bassani ma anche di certezze; quelle certezze di un imminente futuro in cui torneranno a realizzarsi le cose in cui crediamo.
Ferrara ha conosciuto il buio della guerra, l'orrore della violenza, ma ha anche saputo ritrovare la luce della ricostruzione e della speranza. Oggi, mentre onoriamo il ricordo di questi Martiri della Libertà , vogliamo rinnovare il nostro impegno come cittadini e come comunità, affinché tragedie simili non si ripetano mai più.
Marco Gulinelli
Assessore alla Cultura Comune di Ferrara
(Ferrara Rinasce)
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