CISL - Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori

11/04/2024 | News release | Distributed by Public on 11/03/2024 19:06

Piemonte. Cisl: Intervento di Elena Ugazio a convegno su AI

Pubblicato il 4 Nov, 2024

Le nuove "relazioni di lavoro" tra sviluppo responsabile e partecipazione

Grazie per l'invito a questo momento di approfondimento su un tema che è centrale nel dibattito per le sue implicazioni, alcune già certe ed altre ancora da esplorare, non solo nel campo del progresso tecnologico ma anche in quello etico.

Proverò a dare un semplice contributo da un punto di vista specifico, che non ha la pretesa di essere esaustivo, un punto di vista non di insieme ma di parte di chi come me fa la sindacalista ed ogni giorno nei posti di lavoro e nelle proprie sedi incontra lavoratori e lavoratrici persone che chiedono tutela sia individuale che collettiva.

I due temi contenuti nel titolo di questa mattinata, intelligenza artificiale e istruzione, e la loro interconnessione sono due temi sfidanti per il Sindacato che prova a vivere, parafrasando Moro, "iltempo dato" mettendo in campo tutte quelle azioni proprie, a partire dalla contrattazione, che permettano di creare una società più giusta, inclusiva, partecipativa.

Siamo di fronte a quella che viene definita come quarta rivoluzione industriale e come le la storia ci ha insegnato, pensiamo ad esempio al luddismo diffusosi nei primi decenni del secolo XIX in Inghilterraa ridosso della prima rivoluzione industriale, anche questa stagione è accompagnata da preoccupazioni circa il futuro del lavoro o, meglio, circa il destino dei lavoratori.

Come ogni fase di cambiamento, e questa come ricorda Papa Francesco è qualcosa di più è un cambiamento d'epoca, va governata se non si vuole subirne passivamente le conseguenze.

Per il sindacato le sfide che pone dinnanzi l'intelligenza artificiale,possono essere due ed entrambe ruotano attorno al tema della istruzione ma non come semplice trasferimento di sapere disciplinare quanto piuttosto come formazione della persona nella sua interezza, e per tutta la durata della vita di ciascuno, sono da una parte orientare i lavoratori e dall'altra accompagnare questa transizione.

Orientare i lavoratori rientra nel compito educativo che ha anche il sindacato che leggendo il contesto deve provare ad indirizzare verso quelle professioni compatibili con i propri profili professionali e che permettano agli stessi il mantenimento dell'occupazione, possibilmente una occupazione buona in termini di tutele e di salari.

Ma soprattutto va orientata la contrattazione, che è il core business del sindacato, è lì che bisogna creare gli strumenti per affrontare il cambiamento come già sta accadendo ad esempio sul tavolo di rinnovo del CCNL meccanico, ove le parti stanno discutendo di prime regolazioni nazionali dell'uso della IA nelle aziende del comparto, norme sull'utilizzo responsabile della tecnologia nei processi produttivi, nelle dinamiche organizzative e nella formazione. Quello stesso sforzo che andrà messo in campo soprattutto nella contrattazione di secondo livello, quella aziendale, che dovrà fare della partecipazione, prevista dall'art 46 della nostra Costituzione, per l'applicazione effettiva del quale abbiamo presentato una proposta di legge di iniziativa popolare oggi al MEF,

Partecipazione che diventa l'elemento di svolta perché le relazioni di lavoro siano incentrate in una visione non di contrapposizione ma di sforzo condiviso per il bene comune. È per noi l'epoca di abbandonare visioni novecentesche conflittuali, quelle che in uno slogan si sintetizza come contrapposizione tra capitale e lavoro, per provare ad assumersi la responsabilità partecipando in prima persona.

Contrattazione che dovrà anche rappresentare tutte quelle nuove figure professionali che l'intelligenza artificiale creerà. Le stime variano da quelle più catastrofiche a quelle più ottimiste, ma credo che solo con un approccio integrato e collaborativo tra politiche pubbliche e istituzioni educative sarà possibile massimizzare i benefici dell'IA e minimizzare gli impatti negativi sull'occupazione

Mentre accompagnare questa transizione vuol dire per il sindacato far prevalere la sostenibilità sociale del cambiamento a quella economica, ossia garantire che nessuno perda lavoro e reddito mediante la riscoperta della centralità della formazione anche da adulti, politiche del lavoro profilate e sussidi di accompagnamento ai soggetti più vulnerabili.

Una formazione continua che da una parte deve avere uno sguardoalle giovani generazioni immaginando percorsi che creino quelle professionalità che il mercato richiederà; ed in questo senso va fatto uno sforzo di programmazione con un respiro non breve.

Dall'altra deve guardare a chi un lavoro lo ha già e che deve essere pronto di fronte a cambiamenti del mercato del lavoro, oggi l'IA domani non sappiamo cosà potrà riservarci il futuro, od a crisi di potersi ricollocare facilmente.

Ed in questo senso è urgente sviluppare sempre più quelle sinergieterritoriali virtuose tra mondo imprenditoriale e formativo perché le stesse diventino strutturali.

Abbiamo la fortuna di avere una università radicata territorio come UPO che dobbiamo valorizzare sempre più in quello che io continuo a ripetere come una urgenza ovvero quella di interrogarsi sullevocazioni oggi dei nostri territori: il novarese è diverso dal vercellese o dal biellese, e questa diversità varia anche nel tempo non solo geograficamente.

Ed il tema di Sylicon Box sarà sfidante in tal senso per sperimentare un'alleanza forte tra istituzioni, mondo formativo, parti datoriali e sindacali per massimizzare i benefici di un'occasione storica per questo territorio. C'è un sistema che si creerà in cui ognuno, nel rispetto delle proprie competenze è chiamato a giocare un ruolo ovvero a partecipare.

La formazione sull'intelligenza artificiale diventa quindi strategica ed urgente per non rischiare di trovarsi ad avere persone inoccupate non tanto perché la stessa farà perdere posti di lavoro quanto piuttosto perché non si riescano a reperire persone con skills adeguate. Lo sappiamo quanto sia una contraddizione in termini già oggi il fenomeno del mistmach.

Il sistema non può più basarsi solo su interventi a valle ovvero gli ammortizzatori, che servono e per fortuna ci sono e vanno continuamente rifinanziati, ma deve provare a intervenire a monte cambiandone il paradigma.

Oggi a risorse calanti servono correttivi che da una parte generino risparmio per la collettività (meno sussidi che non siano generativi di ricollocazione) e dall'altro diano dignità ovvero lavoro che è e rimane l'unico strumento, come ci ricordava qualche giorno fa il Presidente Mattarella, strumento che emancipa l'uomo e lo rende attore e non spettatore del futuro proprio e del Paese.

Utilizzare l'intelligenza artificiale non solo come oggetto della formazione ma come strumento messo a disposizione per originare modalità di apprendimento potenziate e personalizzate in base ad esigenze individuali, offrendo un'istruzione più mirata ed efficace. E questo è fondamentale soprattutto nei percorsi di formazione continua che devono contemperare tempi ridotti dei percorsi con un'attesa di risultati in tempi anch'essi brevi.

Sappiamo come la stessa potrebbe venire incontro all'efficientamento delle attività amministrative che il sistema dell'istruzione deve svolgere automatizzando compiti ripetitivi e permettendo di ottimizzare il tempo dedicato alla formazione degli studenti, ma anche di aggiornamento per i docenti.

Ma quello che non dobbiamo perdere di vista è che l'IA va regolamentata soprattutto sul fronte del bacino di reperimento dei dati perché sia garantita l'integrità accademica e venga stimolato il pensiero critico e questo ruolo lo dovrà svolgere l'insegnante che rimarrà sempre il pilastro fondamentale. Un ruolo da riscoprire sempre più come strategico nella vita del nostro Paese, perché la comunità educante non trasmette solo competenze ma insegnando illumina strade inesplorate, apre orizzonti.

Perché nonostante l'apparente perfezione delle macchine "intelligenti" lo scopo e il significato delle loro operazioni continueranno a essere determinati o abilitati da esseri umani in possesso di un proprio universo di valori.

Allora l'intelligenza artificiale come elemento integrativo e non sostitutivo in ogni ambito della vita umana da quello dell'istruzione a quello tecnologico, a quello sanitario a quello del lavoro più in generale, vanno colti e sfruttati gli aspetti che facilitano e migliorano gli stessi ambiti.

Lo sforzo che insieme dobbiamo compiere è far si che l'innovazione, che non possiamo arrestare, non sia solo capacità di fare qualcosa in una maniera sempre più efficiente, ma diventisviluppo responsabile di una comunità e ne generi benessere che nonescluda nessuno ma anzi allarghi la platea dei beneficiari, e lo possiamo fare nella misura in cui la persona rimane al centro delnostro agire nei diversi ambiti del nostro impegno.

Persona che per il sindacato che rappresento rimane il punto focalein tutte le scelte contrattuali, politiche ed organizzative, lo è da sempre ma oggi più che mai in un'epoca in cui il bisogno di rappresentanza richiede uno sforzo maggior di capacità di lettura di bisogni espressi e non espressi.

Concludo dicendo che questo tempo che ci è dato di vivere, complicato e complesso sicuramente, ma ricco di opportunità per ognuno di noi, pur sembrando un paradosso, sia il tempo in cui c'è maggiore bisogno di rendere più umano il lavoro.