ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

11/07/2023 | Press release | Distributed by Public on 11/07/2023 11:43

Israele e Gaza, un mese dopo

Israele potrebbe "gestire la sicurezza nella Striscia di Gaza per un periodo di tempo indefinito" una volta terminata la guerra con Hamas. Lo ha reso noto ilpremier israeliano Benjamin Netanyahu nel corso di un'intervista all'emittente americana Abc News. Questo, ha detto Netanyahu "perché abbiamo visto cosa succede quando non ce l'abbiamo. Quando non abbiamo questa responsabilità in materia di sicurezza, vediamo l'esplosione del terrore di Hamas su una scala che non potevamo immaginare". Il riferimento è ovviamente al brutale attacco di Hamas nel sud di Israele che esattamente un mese fa - era il 7 ottobre - ha causato 1400 morti perlopiù civili, migliaia di feriti e la cattura di oltre 240 ostaggi. Da allora, i bombardamenti a tappeto sulla Striscia da Gaza da parte dell'aviazione israeliana hanno causato, secondo il ministero della Salute di Gaza, oltre 10mila vittime, un terzo delle quali bambini. Il premier israeliano ha però respinto, ancora una volta, l'idea di un cessate il fuoco o di una pausa nei combattimenti senza aver ottenuto prima il rilascio degli ostaggi rapiti, mentre sul fronte diplomatico la situazione è in stallo. Ieri, il Consiglio di Sicurezza Onu ha fallito nell'approvare un documento comune sul conflitto e gli Stati Uniti, ancora una volta, si sono opposti a una richiesta di cessate il fuoco umanitario avanzata da molti altri paesi.

Un cimitero di bambini?

In una situazione simile, non sorprende che persino i vertici Onu abbiano ormai abbandonato ogni cautela nei loro appelli per cercare di fermare l'eccidio quotidiano di civili. "Gaza - ha dichiarato il Segretario generale Antonio Guterres - sta diventando un cimitero di bambini. La catastrofe imminente rende la necessità di un cessate il fuoco più urgente ogni ora che passa". Parole che non lasciano spazio alle interpretazioni e che hanno aperto ad un nuovo scontro con Israele. "Vergognati", gli ha replicato infatti il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. "Più di 30 minori, tra cui un neonato di 9 mesi, ma anche bimbi e ragazzini che hanno assistito alle uccisioni a sangue freddo dei loro genitori, sono trattenuti nella Striscia contro il loro volere. È Hamas il problema a Gaza non le azioni di Israele per eliminare quest'organizzazione terroristica". Ma sono numerosi gli esperti secondo cui le azioni di Israele a Gaza, oltre alla violazione dei diritti umani dei palestinesi, rischiano solo di aumentare la radicalizzazione e dunque l'insicurezza dello Stato ebraico. "Negli anni abbiamo lanciato numerosi allarmi ma nessuno ci ha mai veramente ascoltato. Ora si è raggiunto un pericoloso punto di non ritorno in cui le possibilità di una convivenza pacifica sono crollate", dice al Guardian Francesca Albanese relatrice Onu per i Territori Palestinesi: "Stiamo fissando un abisso".

Diplomatici Usa criticano Israele?

Sabato i ministri degli Esteri di Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Giordania ed Emirati Arabi Uniti hanno incontrato il egretario di Stato americano Antony Blinken ad Amman e lo hanno esortato a persuadere Israele ad accettare un cessate il fuoco. Blinken ha poi visitato l'Iraq e la Cisgiordania dove ha incontrato il presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Ma finora Washington continua a non esprimersi a favore di una cessazione delle ostilità anche se all'interno del dipartimento di Stato americano starebbe aumentando il coro di voci contrarie ad un sostegno "senza se e senza ma" allo stato di Israele. Secondo un documento interno i cui contenuti sono stai riportati da Politico, funzionari della Casa Bianca avrebbero esortato il presidente Joe Biden a sostenere un cessate il fuoco e "a criticare pubblicamente Israele per le sue violazioni delle norme internazionali". Il divario "tra i messaggi pubblici e privati dell'America contribuisce alla percezione, nell'opinione pubblica della regione, del fatto che gli Stati Uniti sono un attore di parte e disonesto, che nella migliore delle ipotesi non promuove, e nella peggiore danneggia gli interessi statunitensi nel mondo", afferma il documento che, osserva Politico "suggerisce una crescente perdita di fiducia tra i diplomatici statunitensi, soprattutto di livello medio e inferiore, nell'approccio del presidente Joe Biden alla crisi in Medio Oriente". 

Per Israele "la finestra si sta chiudendo"?

Intanto, l'offensiva militare israeliana dentro la Striscia sta entrando in una fase critica e che rischia di rivelarsi persino più violenta di quanto lo sia stata finora: i militari hanno circondato Gaza City e procederanno nelle prossime ore ad entrare nella principale città dell'enclave. Lo scenario che si prospetta è quello di una guerriglia urbana con combattimenti casa per casa allo scopo di scoprire e neutralizzare le infrastrutture di Hamas. I miliziani palestinesi asserragliati nella città non possono più scappare e nemmeno i tunnel più estesi possono ormai condurli oltre le linee nemiche. Il bilancio delle vittime da entrambe le parti potrebbe aumentare notevolmente e per questo Israele spera che questa fase duri solo poche settimane. "Abbiamo poco tempo - osserva l'ex premier israeliano Ehud Barak - È chiaro che stiamo andando incontro a nuovi attriti con gli americani riguardo all'offensiva. L'America non può dire a Israele cosa fare. Ma non possiamo nemmeno ignorarli. La nostra finestra di opportunità si sta chiudendo".

Il commento

di Mario Del Pero, ISPI e Sciences Po

"Evitare un contagio regionale e cercare di alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza rappresentano precondizioni indispensabili di qualsiasi soluzione diplomatica. L'impegno forte e ostentato di Washington su questo serve inoltre a cercare di recuperare una credibilità in parte perduta di fronte a larghe maggioranze delle opinioni pubbliche arabe, che imputano agli Usa una posizione troppo schiacciata su quella di Israele". Leggi l'approfondimento.

***

A cura della redazione di  ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca,  ISPI Advisor for Online Publications)

Per ricevere i nuovi Daily Focus direttamente nella tua inbox
Thank you for Signing Up
Please correct the marked field(s) below.
1,true,6,Contact Email,21,false,1,First Name,21,false,1,Last Name,2