11/22/2024 | News release | Distributed by Public on 11/22/2024 06:40
Il Chiurlottello, un uccello distribuito in un vasto areale che va dalle coste del Mediterraneo fino alle regioni occidentali dell'Asia, è stato dichiarato probabilmente estinto
Le coste del Mediterraneo, considerate un hotspot per la biodiversità , sono il teatro di quella che probabilmente è la terza estinzione documentata di una specie di uccelli nell'area del Paleartico occidentale. Infatti, dopo l'Alca impenne (anno di estinzione 1844) e l'Haematopus meadewaldoi, Beccaccia di mare endemica delle Canarie (anno di estinzione 1940), un articolo appena pubblicato sulla rivista Ibis annuncia che il Chiurlottello (Numenius tenuirostris), specie da molti anni classificata a rischio critico di conservazione, si è quasi certamente estinto.
Non è facile valutare con certezza l'estinzione di una specie, specialmente nel caso in cui sia diffusa in un areale particolarmente ampio. Per questo motivo la comunità scientifica si esprime con cautela utilizzando dei modelli probabilistici di estinzione basati sulle indicazioni dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e arricchiti da una serie di parametri specie-specifici che restituiscono una probabilità di estinzione espressa in percentuale, che nel caso del Chiurlottello è drammaticamente alta: il 96%.
Comune e localmente abbondante in inverno nel nostro Paese e in Nord Africa fino ai primi del '900, il Chiurlottello dal 1995 in avanti non ha più fornito osservazioni ritenute certe, nonostante le numerose iniziative internazionali di ricerca mirata e il crescente numero di rilevatori regolarmente impegnati sulle due sponde del Mediterraneo nei monitoraggi invernali degli uccelli acquatici (International Waterbird Census, IWC), progetto di indagine internazionale coordinato da ISPRA a livello italiano.
Chiurlottello. Disegno di Umberto Catalano - Iconografia degli uccelli italiani III. INFS-MATTM
L'Italia è stata un Paese chiave per il Chiurlottello, sia perché da qui provengono in assoluto la maggior parte delle segnalazioni precedenti al 1995, sia per numero di reperti museali raccolti fra '800 e '900, grazie all'abbondanza di questa specie e alla scarsa diffidenza nei confronti dell'uomo che la rendeva fino a un recente passato facile preda di cacciatori e collezionisti.
Distribuzione geografica per paesi del numero di reperti museali (in giallo), di osservazioni (in blu) e limiti delle aree di riproduzione presunte del Chiurlottello (linee tratteggiate). Da Buchanan et al. 2024
Le principali cause di questa assai probabile estinzione sono le bonifiche estensive delle zone umide utilizzate durante tutto il ciclo annuale e un prelievo venatorio massiccio ed evidentemente insostenibile almeno fino alla prima metà del '900 attorno al Mediterraneo. Il Piano d'azione nazionale realizzato nel 2001 da ISPRA (allora Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) su incarico del MASE (ex MATT) e ampiamente disatteso in fase applicativa non è purtroppo stato in grado di incidere sull'andamento negativo. Interventi di gestione attiva degli habitat a favore di questa specie sono stati, tuttavia, realizzati negli anni attraverso finanziamenti del programma della Commissione Europea nell'ambito del progetto LIFE Habitat di Numenius tenuirostris e di altre specie ornitiche minacciate: progettazione ed esecuzione di interventi di ampliamento e gestione degli ambienti di palude salmastra della Laguna di Orbetello, consentendo un miglioramento del valore ambientale di siti importanti per l'avifauna acquatica. Anche la gestione venatoria - materia di grande rilevanza in ambito ISPRA - ha previsto specifiche misure di tutela, con la protezione delle specie confondibili (le cosiddette 'look-alike'). Ma non è stato sufficiente. La probabile estinzione del Chiurlottello, come le crisi ecologiche del nostro tempo, non è imputabile ad una singola causa ma ad una serie di fattori, molti dei quali correlati all'impatto delle attività umane sul pianeta terra. La perdita di una specie è un evento che lascia spazio a riflessioni di natura scientifica, etica, politica e filosofica ma anche a una domanda: se oggi, improvvisamente, si materializzasse uno stormo di dieci Chiurlottelli sul territorio italiano, saremmo in grado di consentirne lo svernamento in attesa della stagione riproduttiva primaverile?
Limicoli in alimentazione a Orbetello, nell'area di intervento del progetto LIFE. Foto Fabio Cianchi