Eurac Research

09/26/2024 | Press release | Distributed by Public on 09/26/2024 03:31

A Sesto Pusteria convegno annuale della Società italiana di medicina di montagna

Uno dei temi classici della medicina di montagna riguarda la fisiologia d'alta quota: come reagisce il nostro organismo a condizioni ambientali a cui non è abituato? La carenza di ossigeno, ad esempio, può provocare disturbi come cefalea, nausea, vertigini, ma anche malattie più gravi come edema polmonare o cerebrale. Grazie agli studi medici si sono ottenute molte informazioni su come prevenire e curare queste patologie. In occasione del convegno verranno presentati i risultati di alcuni di questi studi, soffermandosi anche su un aspetto finora poco indagato: quello del gender gap, cioè della carenza di dati scientifici sulla fisiologia femminile. "Per lungo tempo l'alpinismo, così come gli studi scientifici, si sono concentrati sugli uomini. Nel 1978 Reinhold Messner riuscì a scalare l'Everest senza ossigeno e nel 1981 un team internazionale cercò di dimostrare quali cambiamenti fisiologici dovuti all'altitudine avvenissero nell'organismo degli alpinisti, sempre riferendosi a uomini", spiega Giacomo Strapazzon, direttore dell'Istituto per la medicina di emergenza in montagna di Eurac Research e presidente della SIMeM. Oggi la situazione sta cambiando e anche la fisiologia femminile comincia a essere argomento di studio. In occasione del convegno verranno presentati i primi risultati dei test svolti sulle otto alpiniste che recentemente, su iniziativa del Club Alpino Italiano, hanno tentato di raggiungere la vetta del K2 a settant'anni dalla prima ascesa. All'interno del simulatore di ambienti estremi terraXcube, il team dell'Istituto di medicina di emergenza in montagna di Eurac Research assieme a colleghi e colleghe di SIMeM e di numerosi centri di ricerca italiani e stranieri hanno svolto dei test sulle alpiniste per valutare la loro funzionalità cardiocircolatoria, respiratoria e cerebrale.

Altro tema centrale del convegno sarà il soccorso in montagna. "Su questo aspetto ci sono molte possibilità da esplorare. Oggi, grazie ai droni, possiamo recapitare un defibrillatore o un kit di soccorso alle vittime di incidenti prima che le squadre di soccorso arrivino sul posto. Al di là della tecnologia, però lo scambio tra persone resta fondamentale per condividere esperienze e competenze. Per questo ci fa molto piacere che al convegno partecipino sanitari dei servizi di emergenza lombardi (AREU) e del soccorso alpino altoatesino", sottolinea Luigi Festi, vicepresidente della SIMeM.