22/11/2024 | Press release | Distributed by Public on 22/11/2024 14:47
(Arv) Venezia 22 nov. 2024- "La maniacale consuetudine di Zaia nello scaricare altrove ogni responsabilità, porta il presidente ad accusare se stesso e il partito di cui fa parte. Quando infatti afferma che la carenza di medici e infermieri è il frutto di una programmazione nazionale sbagliata, si dimentica forse che la Lega è stata a più riprese ed è tuttora al governo"? Lo dicono la capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, e la collega dem Anna Maria Bigon, in replica alle dichiarazioni odierne del presidente della Regione Veneto. "Non solo: Zaia, oltre a dare i numeri delle assunzioni, dovrebbe fornire anche quelli delle dimissioni. Dicendo che tra il 2019 e il 2022 sono stati ben 1.582 medici e 2.613 infermieri che hanno lasciato la sanità pubblica regionale. Il presidente, che dimentica pure di governare la Regione da tre lustri, dovrebbe farsi un minimo di esame di coscienza invece di puntare sempre l'indice lontano da se stesso. E dovrebbe riflettere sul tema della attrattività della professione medica e di tutte quelle del comparto sanitario. Un fattore che, ben prima dei concorsi regionali, rende deserti anche i bandi per l'accesso a determinati corsi di specializzazione". "Cosa ha fatto la Regione per cambiare il trend? Di certo - evidenziano in conclusione Camani e Bigon - non basta la cifra di 150 milioni in tre anni destinata agli aumenti salariali. Magari, invece di lanciare strali, poteva agire, come nel caso dei medici di famiglia, la cui discesa numerica a precipizio era preventivata da prima del Covid e si sta puntualmente verificando. Con un vizio di programmazione e di strategia sta in capo anche alla Regione e che, a cascata, sta portando all'esplosione dei Pronto Soccorso, dei livelli di stress degli operatori e delle aggressioni ai loro danni. Bella attrattività professionale...".