ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

10/26/2024 | Press release | Distributed by Public on 10/26/2024 05:08

Speciale guerra in Medio Oriente: Israele attacca l’Iran

Israele ha attaccato l'Iran con una serie di raid aerei nella notte di sabato, dichiarando di aver preso di mira siti militari in rappresaglia per la raffica di missili balistici che la Repubblica islamica aveva lanciato contro Israele all'inizio del mese. Le esplosioni hanno colpito due località non lontane dalla capitale anche se il governo di Teheran ha insistito sul fatto che abbiano causato solo "danni limitati". La salva, durata diverse ore, si è conclusa poco prima dell'alba. L'esercito israeliano (IDF) ha dichiarato di aver preso di mira "impianti di produzione di missili utilizzati per produrre ordigni utilizzati contro lo stato di Israele nell'ultimo anno" precisando di aver colpito siti missilistici terra-aria e "ulteriori capacità aeree iraniane". È la prima volta che l'esercito israeliano attacca apertamente il paese del Golfo che non ha più affrontato un bombardamento da parte di un nemico straniero dalla guerra contro l'Iraq degli anni '80. L'Iran "è pronto a reagire all'aggressione israeliana come già annunciato in precedenza" ha scritto l'agenzia iraniana Tasnim citando una fonte informata secondo cui "non ci sono dubbi" riguardo al fatto che Israele riceverà "la risposta adeguata". L'attacco rischia di far deflagrare una guerra totale in Medio Oriente, dopo mesi in cui gruppi paramilitari sostenuti da Teheran come Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano sono già, di fatto, in guerra con Israele.

Il conflitto in Medio Oriente e molti altri temi che riguardano la regione saranno al centro della decima edizione dei Rome MED Dialogues organizzati da ISPI e MAECI che si svolgeranno dal 25 al 27 Novembre a Roma.

Un attacco calibrato?

L'attacco israeliano non sarebbe stato una sorpresa per i vertici iraniani e anzi sarebbe avvenuto previa comunicazione all'Iran da parte di "informatori terzi". "Gli israeliani hanno chiarito in anticipo agli iraniani cosa avrebbero attaccato e cosa no" ha detto una fonte al sito di news Axios secondo cui Israele ha avvertito gli iraniani di non rispondere e sottolineando che se Teheran dovesse reagire, Israele condurrà un altro attacco più significativo, soprattutto se verranno uccisi o feriti civili israeliani. Lo schema sarebbe quello già visto negli episodi precedenti tra Tel Aviv e Teheran e risponde alla necessità di colpire il nemico ma limitando i rischi di un'escalation più ampia. L'ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha risposto alle richieste di commento. Al contrario il portavoce delle IDF, Daniel Hagari, ha dichiarato in un briefing con i giornalisti che se l'Iran intensificasse la risposta, "Israele sarebbe costretto a reagire". Fonti israeliane inoltre hanno smentito le dichiarazioni di Teheran secondo cui il sistema di difesa aerea iraniano si sarebbe attivato intercettando gli attacchi. "La difesa dell'Iran è stata un fallimento totale - riferisce Ynet - le intercettazioni non ci sono state".

Chi interrompe il circolo vizioso?

Gli Stati Uniti intanto, fanno sapere di non aver preso parte all'operazione israeliana, ma di essere stati informati prima che questa avesse inizio. Washington ha precisato che quanto accaduto stanotte dovrebbe segnare "la fine dello scambio militare diretto tra Israele e Iran" ma che se l'Iran attaccasse di nuovo Israele, "ci saranno delle conseguenze". Dietro le quinte, i funzionari statunitensi affermano in realtà di aspettarsi che l'Iran risponda all'attacco nei prossimi giorni, "ma in modo limitato", convinti del fatto che questo consenta a Israele di porre fine al circolo vizioso del "colpo su colpo". Che questo sia un desiderio condiviso da altri attori nella regione preoccupati dai rischi di una possibile escalation del conflitto è dimostrato dalla prontezza con cui l'Arabia Saudita si è affrettata a condannare "l'aggressione israeliana alla Repubblica Islamica d'Iran" definendola "una violazione della sua sovranità e una violazione delle leggi e delle norme internazionali". In un comunicato stampa il ministero degli Esteri del Regno afferma inoltre la sua "ferma posizione nel respingere la continua escalation e l'espansione del conflitto che minaccia la sicurezza e la stabilità dei paesi e delle popolazioni della regione".

Gaza: il momento più buio

E mentre il confronto tra Israele e Iran si fa sempre più rischioso, neanche gli altri fronti della guerra concedono una tregua. L'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha parlato apertamente di "genocidio nei confronti della Striscia di Gaza", la cui parte settentrionale è sottoposta a bombardamenti ininterrotti in cui solo ieri sono state uccise 72 persone, mentre oltre 45mila civili sono stati evacuati forzatamente da Jabalia "senza alcuna garanzia di ritorno". Türk ha definito quello attuale come "il momento più buio" della guerra a Gaza, invitato i leader mondiali ad agire, affermando che "gli Stati hanno il dovere, in base alle Convenzioni di Ginevra, di garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario". L'esercito israeliano sta colpendo anche il sud del Libano, dove nelle ultime ore tre giornalisti sono stati uccisi in un raid aereo tre giornalisti. Il tutto mentre la diplomazia langue. In un incontro a Londra con il segretario di Stato americano Antony Blinken, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ha detto che la "pulizia etnica" realizzata da Israele nella Striscia è un crimine contro l'umanità e deve finire. Nel corso ei mesi le blande pressioni americane, il più delle volte ampiamente ignorate da Tel Aviv, hanno alimentato interrogativi sulla reale volontà di Washington di porre fine al conflitto in corso.

Il commento

Di Luigi Toninelli, ISPI MENA Centre

"L'attacco israeliano all'Iran è stato duro ma per capire cosa farà Teheran dopo questi raid è essenziale valutare come è stato recepito internamente e la natura del suo impatto. Tre elementi ci suggeriscono che la volontà della Repubblica islamica inizialmente fosse quella di minimizzare l'accaduto: stamattina la tv di stato ha proseguito con la sua consueta programmazione, in molti sui social media hanno ridicolizzato la portata dei raid israeliani e vertici dell'establishment hanno lodato l'operato della contraerea iraniana. Tuttavia, il tentativo di "assorbire" l'attacco per evitare un'ulteriore escalation è stato complicato dalla notizia che almeno due soldati sono morti nelle esplosioni di stanotte. Un contrattacco iraniano in questo caso potrebbe avere due effetti: se fosse contenuto metterebbe in ridicolo le capacità militari del paese, se fosse su larga scala scatenerebbe una guerra: uno scenario che l'Iran cerca di evitare da oltre quarant'anni. Teheran si trova nella scomoda posizione in cui ogni mossa può rivelarsi azzardata. Complicata dal fatto che in questa fase anche restare fermi può risultare controproducente".