ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

06/07/2024 | Press release | Distributed by Public on 06/08/2024 05:23

Malaysia: tra opportunità economiche e sfide politiche

In anni recenti, la Malaysia è diventata uno snodo chiave nelle catene di produzione globali di componenti elettronici, soprattutto nel settore dei semiconduttori. La nazione può anche contare su abbondanti risorse naturali, come il petrolio e il gas naturale di cui è un importante esportatore. Assieme ad altri paesi del Sud-est asiatico come Vietnam e Indonesia, la Malaysia si presenta quindi come una meta interessante per gli investitori esteri in cerca di luoghi dove trasferire i propri impianti di produzione. La tendenza verso il de-risking, nel contesto della competizione geoeconomica tra Cina e Stati Uniti, vede infatti multinazionali e governi impegnati a diversificare le proprie catene di approvvigionamento e rafforzare la produzione domestica, in modo da minimizzare la dipendenza da Pechino.

La Malaysia è un paese dinamico e ricco di complessità. La sua società è composta da numerosi gruppi etnici le cui diversità rendono talvolta più difficile per il governo soddisfarne i diversi interessi. Questa complessità sociale si riflette anche nell'intricato sistema statale, che combina un'anima monarchica con un sistema federale, dove i cittadini eleggono i propri rappresentanti a livello statale e federale.

Nonostante il sistema multipartitico, per oltre sei decenni la Malaysia è stata governata da un solo partito, lo United Malays National Organization (Umno), che ha dominato il panorama politico.[1] Tuttavia, questa continuità è stata interrotta nel 2018, da quando si sono alternati al potere quattro differenti governi a seguito di scandali di corruzione e lotte politiche interne: uno sconvolgimento senza precedenti nella storia malesiana, che dall'indipendenza nel 1957 ad allora aveva avuto in tutto solo sei primi ministri. L'insediamento di una nuova amministrazione nel novembre 2022, sotto la guida di Anwar Ibrahim, non ha portato però alla stabilità sperata e nel paese permangono tensioni che rischiano di esacerbare le divisioni interne e minare la fiducia non solo dei cittadini ma anche degli investitori esteri.

Il sistema politico malesiano tra complessità e insolita instabilità

La Malaysia è una monarchia costituzionale federale, in cui il potere è distribuito tra la monarchia, il governo federale guidato dal primo ministro e il palamento bi-camerale centrale, e gli organi di governo statali. Il panorama politico del paese è caratterizzato da un forte multipartitismo, il che significa che a governare sono tendenzialmente coalizioni invece di un singolo partito di maggioranza, portando in tempi recenti alla formazione di alleanze fragili e a frequenti cambi di schieramenti tra i gruppi parlamentari.

La Malaysia è composta da tredici stati - di cui nove sono regni guidati da un sovrano (o sultano) - e tre territori federali. Ogni stato ha una propria costituzione, un consiglio esecutivo e un'assemblea legislativa eletta dai cittadini. I nove sultani, riuniti nella Conferenza dei governanti, ogni cinque anni nominano il capo di Stato della Malaysia, o Yang di-Pertuan Agong.[2] Il fulcro della vita democratica del paese è il Parlamento centrale, composto dai 70 membri del Senato (26 membri eletti dalle assemblee statali e 44 nominati dal capo di Stato, anche su consiglio del PM) e dai 222 della Camera dei rappresentanti (eletti ogni cinque anni durante le elezioni generali).[3]

Un altro elemento di complessità nella struttura del paese è il sistema giuridico duale: uno statale, che ha giurisdizione su tutta la popolazione, e uno basato sulla Sharia per la comunità musulmana. Infatti, l'Islam è la religione di stato e l'etnia maggioritaria dei malesi (nota anche con la denominazione inglese Malays) è costituzionalmente musulmana; quindi, circa due terzi della popolazione è soggetta alla Sharia. L'autorità islamica ha giurisdizione per la popolazione musulmana su temi religiosi e questioni di moralità, oltre agli affari familiari.[4]

Nonostante la complessità del suo sistema politico, la Malaysia, come detto, ha avuto un governo stabile dal 1957 al 2018, sotto la coalizione Barisan Nasional (BN) composta da partiti rappresentanti di gruppi etnici e conservatori come Umno, Malaysian Chinese Association (Mca) e Malaysian Indian Congress (Mic). Tuttavia, nel 2018 il BN è stato sconfitto dalla coalizione multietnica d'opposizione Pakatan Harapan (PH), che riunisce partiti più progressisti e liberali.[5] A portare alla caduta del governo BN, ha contribuito uno scandalo di corruzione e frode finanziaria di risonanza internazionale legato al fondo sovrano 1 Malaysia Development Berhad (1MDB) che ha coinvolto figure chiave della coalizione al potere, incluso l'allora primo ministro Najib Razak.[6]

Dopo la vittoria del Pakatan Harapan nel 2018, Mahathir Mohamad, già primo ministro con l'Unmo tra il 1981 e il 2003, è tornato a vestire questa carica. Tuttavia, scontri interni e cambi di schieramento dei parlamentari del PH hanno costretto Mahathir alle dimissioni.[7] A succedergli al governo è stato Muhyiddin Yassin - uno dei parlamentari che aveva defezionato dal PH - alla guida della neoformata coalizione del Perikatan Nasional (PN). Tuttavia, anche Muhyiddin ha perso la maggioranza dopo 17 mesi, lasciando la carica all'esperto politico Ismail Sabri Yaakob dell'Umno dall'agosto 2021.[8] Quest'ultimo, al governo con una fragile maggioranza, si è visto costretto a indire elezioni anticipate dietro spinta interna del suo partito e con l'obiettivo di ottenere un mandato più forte.[9]

L'avvicendarsi di questi governi al potere attraverso manovre politiche interne al parlamento ha avuto l'effetto di intaccare ulteriormente la fiducia della popolazione verso la classe politica, già danneggiata dagli scandali di corruzione. Inoltre, il tempismo della crisi del sistema politico non ha poi giocato a favore delle cariche governative che si sono trovate parallelamente a dover gestire il periodo pandemico, con le disastrose conseguenze economiche e sociali che ne sono derivate.

In questo clima di insoddisfazione e crescente polarizzazione politica, le elezioni del 2022 sono risultate nel primo hung parliament della storia malesiana, quindi in una situazione in cui nessun partito riuscisse a ottenere i numeri sufficienti a governare. Il Pakatan Harapan, la coalizione di Anwar, ha ottenuto 82 seggi su 222, battendo il PN - che comprende il nazionalista Malaysian United Indigenous Party o Party Pribumi Bersatu Malaysia (Ppbm) e il partito conservatore Pan-Malaysian Islamic Party o Parti Islam Se-Malaysia (Pas) - che ha conquistato 74 seggi.[10] Il BN ha invece ottenuto solo 30 seggi dimostrando la difficoltà dell'Umno nel ricostruire la propria immagine dopo gli scandali di corruzione.[11] A vincere più seggi come singolo partito è stato invece il partito di ispirazione islamica Pas, che da solo ha ottenuto 41 seggi. Dopo lunghe negoziazioni, Il capo di Stato ha dato al PH l'incarico di formare un governo di unità trovando collaborazione dall'Umno. Anwar, da decenni figura chiave dell'opposizione, è riuscito a ottenere la carica di primo ministro.[12]

Da novembre 2022 quindi Anwar è alla guida del paese, ma le incertezze politiche non sono terminate con l'istaurazione del suo governo. Anwar, infatti, non viene considerato come un leader in grado di imporre con vigore una propria linea politica, una considerazione dovuta all'ampiezza della sua coalizione che poggia sulla convivenza e sul compromesso tra diverse linee politiche all'interno della maggioranza, minacciando così la stabilità del governo. La necessità di trovare un largo consenso nella sua coalizione ha impedito fin ora ad Anwar di apportare grandi riforme al paese, soprattutto quelle che potrebbero andare a toccare le tutele garantite alla maggioranza malese. L'Umno, con cui è al governo, nonostante alle ultime elezioni sembri aver perso parte dell'appoggio dell'elettorato malese, ha storicamente rappresentato gli interessi di questa fetta di popolazione e non sembra intenzionato ad assecondare le politiche più liberali e inclusive di Anwar.[13]

Inoltre, la coalizione del PN di Muyaddhin e in particolare il partito Pas si stanno dimostrando avversari temibili per il governo di unità di Anwar, confermando la tendenza positiva delle elezioni del 2022 anche nelle ultime elezioni statali in cui il Pas ha riconfermato il proprio governo in tre stati malesiani.[14]

Una società più polarizzata: si intensificano le tensioni socioeconomiche

La disillusione verso i partiti politici tradizionali ha accentuato le fratture politiche, etniche e religiose in Malaysia, che da tempo destabilizzano la coesione sociale e contribuiscono al perdurare di diseguaglianze economiche nel paese.

Una delle maggiori criticità per il governo è mitigare le disparità economiche tra etnie e promuovere l'armonia sociale in un paese in cui convivono bumiputera o bumiputra (ovvero popolazioni indigene, inclusa la parte malesem, che costituiscono oltre due terzi della popolazione totale), etnia cinese (circa il 20%) ed etnia indiana (circa il 6%).[15] Le differenze economiche tra le popolazioni indigene e i cittadini di origine straniera iniziarono a emergere con maggiore forza dopo l'indipendenza: in questo periodo le attività economiche più fiorenti erano concentrate nelle mani della comunità cinese, che stava anche acquisendo crescente rilievo politico. Ciò portò all'aumento delle tensioni con i malesim, che si sfociarono nel 1969 in scontri etnici nelle strade di Kuala Lumpur.[16]

Per appianare tali disparità il governo ha costituito un regime di politiche preferenziali per favorire la prosperità e l'emancipazione economica dei bumiputera, ampliatesi e sviluppatesi nel corso degli anni. Con la New economic policy (Nep) del 1971, ad esempio, veniva prevista l'introduzione di quote per la rappresentanza etnica nelle istituzioni pubbliche e nelle università, oltre a maggiore sostegno alle imprese bumiputera.[17] Sebbene queste politiche abbiano migliorato la condizione sociale e le storiche disparità economiche dei bumiputera, il regime di discriminazione positiva su base etnica ha però anche causato inefficienze economiche e tensioni sociali, favorendo fenomeni di patronati e clientelismi da parte dei partiti per ottenere il supporto politico dell'ampia popolazione malesem.[18]

Un ulteriore fattore di divisione crescente nel paese è la tensione tra la maggioranza musulmana e le minoranze religiose (buddisti, cristiani, indù).[19] Ad esempio, l'applicazione rigida della Sharia si è più volte scontrata con le leggi civili, creando tensioni tra le diverse comunità religiose. Negli ultimi anni, inoltre, si è assistito a un incremento del conservativismo religioso a livello sociale, manifestato nell'ottimo risultato elettorale del Pas, partito che difende gli interessi dei malay e promuove un'ulteriore islamizzazione della società - assorbendo buona parte di quello che era l'elettorato dell'Umno.[20] Per cercare di arginare questo fenomeno di conservativismo islamico, noto come green wave,[21] i politici del PH di Anwar fanno leva sul timore che una società più islamizzata porti all'erosione delle libertà civili, trovando riscontro soprattutto nelle fasce della popolazione più liberali o non-malesem. Al contrario Il PN cerca consensi tacciando Anwar e il PH di voler limitare i diritti e il sistema preferenziale che tutela i malesim.[22]

Come conseguenza di queste tensioni socioeconomiche, la politica malesiana è diventata sempre più frammentata e polarizzata, con il voto che riflette una radicalizzazione dell'appartenenza etnico-religiosa. L'equilibrio tra la promozione dell'equità socioeconomica tra i diversi gruppi etnici del paese da un lato e la costruzione di un tessuto sociale più competitivo e inclusivo dall'altro rimane una sfida cruciale per la Malaysia, ancora in cerca di politiche che rispondano efficacemente alle esigenze di tutti i cittadini a prescindere da etnia o religione.

Le sfide allo sviluppo economico della Malaysia

Se sul piano politico e sociale la situazione malesiana risulta incerta, le prospettive economiche del paese risultano più rosee, seppur con alcune sfide.

Grazie a politiche mirate di sviluppo industriale e di facilitazione all'ingresso di investimenti esteri, il paese è passato in pochi decenni da un'economia basata sull'agricoltura a un'economia industrializzata. In particolare, a guidare la crescita economica del paese è il settore dei servizi che nel 2022 rappresentava circa il 50%, del Pil malesiano, seguito dal settore manifatturiero che contava per circa il 23%.[23] Anche quello minerario è un settore chiave per l'economia del paese, assieme all'estrazione del petrolio e del gas naturale. Il paese è infatti ricco di materie prime come stagno, bauxite e rame, che aiutano a diversificare l'economia malesiana.

Petrolio e gas naturale rimangono però tra le risorse naturali più preziose per Kuala Lumpur e le consentono di essere quasi autosufficiente per quanto riguarda la produzione di energia. Petronas (Petroliam Nasional Berhad), compagnia petrolifera nazionale della Malaysia, è tra i maggiori attori al mondo nel settore energetico e petrolifero. In quanto di proprietà dello stato, Petronas contribuisce in larga parte alle entrate fiscali malesiane, oltre a fornire lavoro e formazione alla popolazione.[24] A questo riguardo, vista la centralità di gas e petrolio nel mix energetico del paese, una delle sfide che il paese dovrà affrontare nei decenni a venire sarà la transizione verso fonti di energia rinnovabili.[25]

Per proseguire lo sviluppo del paese, il governo sta delineando misure per trasformare la Malaysia in un hub produttivo di primo rilievo, cercando anche di incentivare la crescita dell'ecosistema industriale domestico. In questa direzione si è orientato il New Industrial Master Plan (Nimp) 2030 del settembre 2023, che si prefissa di far crescere il settore manifatturiero della nazione, puntando ad aumentare il Pil di questo settore del 6,5% annuo. In particolare, Kuala Lumpur sta puntando sul tech con un'enfasi specifica nel settore dei semiconduttori.

Già negli anni Settanta la Malaysia era un importante centro per la produzione dei semiconduttori, ma nei decenni a dominare il settore sono subentrati altri attori, tra cui la coreana Samsung e la taiwanese Tsmc. Tuttavia, la recente competizione geopolitica tra Cina e Stati Uniti ha fatto sì che la Malaysia tornasse a essere una meta attraente per le multinazionali dei microchip, con ingenti investimenti che hanno dato nuovo vigore al settore nel paese. Attualmente la Malaysia detiene una posizione significativa nelle fasi finali della produzione dei microchip - ovvero i segmenti del packaging, assemblaggio e testing - con una quota del 13% del mercato globale. Recentemente numerose aziende leader nel settore hanno annunciato nuovi investimenti nel paese.[26] Ad esempio, Intel ha annunciato investimenti del valore di $7 miliardi per impianti di confezionamento e collaudo di microchip; mentre il gigante statunitense Nvidia sarebbe intenzionata a investire oltre $4 miliardi nella collaborazione con la malesiana Ytl Power International per la creazione di infrastrutture per l'intelligenza artificiale e supercomputing.[27] Inoltre, il governo ha annunciato l'ambiziosa costruzione di uno dei più grandi integrated circuit design park del Sud-est asiatico, con l'obiettivo di trasformare il paese da snodo fondamentale per le fasi finali della catena del valore in una potenza anche nella progettazione di semiconduttori.[28]

Tuttavia, la competizione con altri paesi asiatici, come Vietnam e Indonesia, richiede alla Malaysia di continuare a investire per attrarre capitali e rafforzare l'ecosistema industriale nazionale. A questo scopo, il 28 maggio 2024, Anwar ha annunciato la National Semiconductor Strategy, che prevede la mobilitazione nei prossimi dieci anni di circa $5.3 miliardi in sostegno fiscale per la crescita del settore. L'obiettivo di Kaula Lumpur è di mobilitare investimenti domestici ed esteri, per un valore di oltre $100 miliardi. Sotto la nuova strategia il governo punta anche a formare più di 60.000 ingegneri altamente qualificati per aiutare il paese a diventare leader nella filiera.[29]

Tuttavia, esistono ulteriori fattori di criticità per lo sviluppo dell'economia malesiana, come la dipendenza dall'export e dalla presenza di multinazionali e capitali esteri, che rendono l'economia vulnerabile a fattori esogeni. La domanda globale e le oscillazioni dei mercati internazionali possono infatti influenzare significativamente l'economia malesiana, come dimostrato dal rallentamento della crescita del Pil dal 8,7% nel 2022 al 3,7% nel 2023, dovuto principalmente a una domanda esterna più debole e un calo dei prezzi delle materie prime. Le esportazioni, fondamentali per l'economia del paese, hanno registrato un calo del 7,8% nel 2023, con contrazioni anche per i settori di punta dell'export della Malaysia come l'olio di palma, petrolio e prodotti elettrici ed elettronici. La minore richiesta dei prodotti malesiani è dovuta anche alle incertezze economiche dei principali partner commerciali, come Usa e Cina - il primo alle prese con una politica monetaria incerta e il secondo intento a trovare nuovi stimoli per la propria crescita economica e a fronteggiare la crisi del settore immobiliare.[30]

La Malaysia deve anche fare attenzione a non puntare eccessivamente sulla presenza di società straniere per guidare il proprio sviluppo economico. Fino a ora, infatti, la Malaysia, assieme ad altri vicini del Sud-est asiatico quali Vietnam e Indonesia, è stata tra i vincitori nella competizione geoeconomica tra Cina e Stati Uniti. Sono numerose le multinazionali, soprattutto nel settore tech, che hanno aperto stabilimenti produttivi o iniziato partnership in Malaysia. Tuttavia, la recrudescenza dei conflitti attualmente in atto e delle tensioni geopolitiche potrebbe portare a frammentazioni lungo le catene del valore e ulteriori ricollocazioni. Nel sempre più polarizzato sistema internazionale far dipendere il proprio sviluppo economico in maniera eccessiva dalla presenza di aziende straniere può diventare una scelta rischiosa.

Nonostante queste sfide, l'economia malesiana ha beneficiato degli investimenti esteri e dei consumi interni, sostenuti da sussidi governativi e controllo dei prezzi per contenere l'inflazione.[31] La crescita economica prevista per il 2024 è del 4,5%, sull'onda di una crescente domanda interna e di una maggiore richiesta di esportazioni.[32]

Conclusione

Negli ultimi anni, la Malaysia è emersa come un centro economico strategico nel Sud-est asiatico: il paese ha attirato investitori grazie al suo settore manifatturiero in espansione e ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, diventando un attore chiave nelle catene di produzione globali - soprattutto nel settore dei semiconduttori. Per minimizzare le incertezze legate alle attuali tensioni geoeconomiche globali, il paese dovrebbe continuare a puntare su un ecosistema industriale interno più robusto e autonomo. Inoltre, la recente instabilità politica, caratterizzata da frequenti cambi di governo e crescenti tensioni etniche e religiose, rischia di minare la fiducia degli investitori e della popolazione.

In sintesi, il successo della Malaysia dipenderà anche dalla sua capacità di bilanciare la crescita economica con la coesione sociale, affrontando le sfide derivanti dalle disparità economiche, dalle tensioni etniche e dalla dipendenza economica dai mercati esteri.

L'andamento degli investimenti diretti esteri (Ide) in entrata in Malaysia

[1] M.M.N. Nadzri, "The 14th General Election, the Fall of Barisan Nasional, and Political Development in Malaysia, 1957-2018", Journal of Current Southeast Asian Affairs, vol. 37, n. 3, dicembre 2018, pp. 139-71.

[2] "List of The Yang Di-Pertuan Agong", The Government of Malaysia's Official Portal.

[3] "Introduction", Portal Rasmi Parlimen Malaysia - Pengenalan, 10 dicembre 2019.

[4]Malaysia 1957 (Rev. 2007) Constitution, Constitute.

[5] R.C. Paddock, "Malaysia Opposition, Led by 92-Year-Old, Wins Upset Victory", The New York Times, 9 maggio 2018; "MalaysiaGE: full results", The Straits Times, maggio 2018.

[6] "Explainer: Malaysia's ex-PRIMO MINISTRO Najib and the Multi-billion Dollar 1MDB Scandal", Reuters, 23 agosto 2023; "Goldman Sachs and the 1MDB Scandal", The Harvard Law School Forum on Corporate Governance, 14 maggio 2019; S. Adam, L. Arnold e Y. Ho, "The Story of Malaysia's 1MDB, the Scandal That Shook the World of Finance", Bloomberg, 24 maggio 2018.

[7] S. Lemière, "The Never-ending Political Game of Malaysia's Mahathir Mohamad", Brookings, 30 ottobre 2020

[8] "The Rise and Fall of Malaysia's Muhyiddin Yassin", Reuters, 16 agosto 2021; Y.N. Lee, "Malaysia's New Prime Minister Has Been Sworn in - but Some Say the Political Crisis Is 'far From Over'", CNBC, 3 marzo 2020.

[9] A. Ananthalakshmi, R. Latiff e M.M. Chu, "Malaysian PM calls for early polls as ruling party seeks to rise above graft cases", Reuters, 10 ottobre 2022.

[10] A. Ananthalakshmi, R. Latiff e M.M. Chu, "Malaysia Faces Hung Parliament in Tight Election Race", Reuters, 19 novembre 2022.

[11] K. Ganapathy, "'End of an Era' for Malaysia's Barisan Nasional, After Corruption Issues Hurt Candidates at GE15: Analysts", Channel News Asia, 21 novembre 2022.

[12] "Anwar Ibrahim: The Man Who Fulfilled His Goal to Lead Malaysia", BBC News, 24 novembre 2022.

[13] F. Hutchinson, "Malaysian Unity Government's Power Was Retained but Constrained in 2023", East Asia Forum, 28 gennaio 2024.

[14] R.S. Bedi, "Analysis: Strong State Poll Performance by Perikatan Nasional Boosts Stock for Some PAS Leaders, but Obstacles Lie Ahead", Channel News Asia, 16 agosto 2023.

[15]Bumiputera Statistics 2022, Department of Statistics Malaysia Official Portal.

[16] "Malaysia: Majority Supremacy and Ethnic Tensions", Institute of Peace and Conflict Studies, 1 agosto 2012; N. Bowie, "Fifty Years on, Fateful Race Riots Still Haunt Malaysia", Asia Times, 29 maggio 2019; "Ethic Tensions Boil Over in Malaysia's 13 May 1969 Incident", Association for Diplomatic Studies and Training.

[17] K.S. Jomo, Malaysia's New Economic Policy and 'National Unity', Londra, Palgrave Macmillan, 2005, pp. 182-214; H. Lee. "Malaysia's New Economic Policy: Fifty Years of Polarization and Impasse", Southeast Asian Studies, vol. 11, n. 2, Agosto 2022; M.A. Khalid e L. Yang, "Income Inequality Among Different Ethnic Groups: The Case of Malaysia", LSE Business Review, 11 settembre 2019; "2021/36 'Malaysia's New Economic Policy and the 30% Bumiputera Equity Target: Time for a Revisit and a Reset' by Lee Hwok Aun",ISEAS-Yusof Ishak Institute, 25 marzo 2021.

[18] H.A. Lee. "Perpetual Policy and Its Limited Future as Reforms Stall", New Mandala, 17 aprile 2018.

[19] M. Mohamad e I. Suffian "Malaysia's 15th General Election: Ethnicity Remains the Key Factor in Voter Preferences", FULCRUM, 4 aprile 2023.

[20] "Buddhism, Islam and Religious Pluralism in South and Southeast Asia", Pew Research Center, 12 settembre 2023.

[21] K. Ostwald e S. Oliver, "Continuity and Change: The Limits of Malaysia's Green Wave From a Four Arenas Perspective", ISEAS-Yusof Ishak Institute, 27 ottobre 2023; O.K. Ming. "Debunking the Myths of Malaysia's 'Green Wave' in GE15", Channel News Asia, 28 giugno 2023.

[22] D.A. Paulo, "Malaysia's 'Green Wave': A Threat to the Country's Politics and Religious Restraint?", Channel News Asia, 10 giugno 2023.

[23] "Manufacturing, value added (% of GDP) - Malaysia", The World Bank Open Data, "Services, value added (% of GDP) - Malaysia", The World Bank Open Data.

[24] "Petronas' Role in the Larger Economy", The Malaysian Reserve, 30 agosto 2019; "Petronas Payout to Malaysia Govt Seen Higher at 55-59 Bln Rgt This Year", Reuters, 22 luglio 2022.

[25] G. Musaeva, "Greening Pains: Can Petronas Make the Leap to Renewables?", The Diplomat, 15 settembre 2022.

[26] T. Cheng e L. Li, "Malaysia Aims for Chip Comeback as Intel, Infineon and More Pile In", Nikkei Asia, 28 settembre 2023.

[27] R. Latiff e F. Potkin, "Nvidia to Partner Malaysia's YTL Power in $4.3 bln AI Development Project", Reuters, 8 dicembre 2023.

[28] "Malaysia Plans Southeast Asia's Largest Integrated Circuit Design Park", Reuters, 22 aprile 2024.

[29] N. Goh, "Malaysia to train 60,000 engineers in bid to become chip hub", Nikkei Asia, 28 maggio 2024; D. Azhar, "Malaysia targets over $100 bln in semiconductor industry investment", Reuters, 28 maggio 2024.

[30]Asian Development Outlook April 2024: Malaysia", Asian Development Bank, aprile 2024, pp. 218-24.

[31] Ibid.

[32] Ibid.