Slow Food Editore S.r.l.

11/21/2024 | Press release | Distributed by Public on 11/21/2024 09:27

Slow Food Italia insieme a otto organizzazioni della società civile chiede ai neo-commissari europei di affrontare il problema dei doppi standard nella politica commerciale[...]

Il documento pubblicato oggi, frutto del contributo di 9 organizzazioni della società civile* provenienti da sei Stati membri dell'Unione europea, mette in luce le lacune normative che riguardano sei importanti prodotti agricoli, rivelando le discrepanze tra la produzione dell'Unione europea e quella dei Paesi terzi.

Intitolato " Double Standards on Our Plates: Using mirror measures to mitigate the impacts of trade policy, for a sustainable food system" ("Doppi standard nei nostri piatti: Introdurre clausole specchio per mitigare gli impatti della politica commerciale, per un sistema alimentare sostenibile"), il rapporto esorta l'Unione europea ad adottare clausole specchio nella propria politica commerciale per preservare i propri standard ambientali e sociali.

I dati e le testimonianze degli agricoltori, che emergono dal documento, sono il risultato di casi studio condotti negli Stati membri e mettono in evidenza un preoccupante schema di doppi standard. Infatti, i prodotti agricoli importati spesso non rispettano gli standard sanitari, ambientali e di benessere animale richiesti dall'Unione europea per i prodotti nazionali. Questa incoerenza danneggia gli agricoltori europei e anche quelli dei Paesi terzi, che subiscono il peso di pratiche non sostenibili nei loro stessi Stati.

Il rapporto invita i leader politici, soprattutto quelli della nuova Commissione europea in carica, a dare priorità allo strumento delle clausole specchio per proteggere gli agricoltori europei dalla concorrenza sleale, promuovere pratiche agricole sostenibili e il rispetto delle stesse in paesi terzi e, in generale, mitigare l'impatto ecologico delle importazioni europee di prodotti alimentari.

In un momento storico come questo, in cui i recenti risultati elettorali statunitensi fanno riferimento a probabili futuri dazi e restrizioni nel commercio tra Unione europea e Stati Uniti, e il Commissario europeo per l'Agricoltura e l'Alimentazione, in una recente audizione, si è espresso a favore dell'accordo di libero scambio Ue-Mercosur, è più che mai fondamentale sottolineare alcuni elementi che attualmente creano importanti squilibri per l'economia degli agricoltori e minacce per la salute dei cittadini e del pianeta.

Doppi standard nei principali mercati agricoli

La mancanza di reciprocità degli standard ha conseguenze ben tangibili, sia all'interno che all'esterno dei confini dell'Unione europea: affrontare questa criticità rappresenta un'opportunità per garantire agli agricoltori prezzi equi, facilitando al contempo la transizione verso pratiche agroecologiche e rafforzando l'integrità delle filiere e il consumo responsabile. Con un mercato di quasi 450 milioni di consumatori, l'Unione europea ha un ruolo significativo da svolgere per mitigare gli impatti negativi del proprio consumo nei Paesi con i quali commercia.

I risultati principali includono:

  • L'esempio della soia: circa il 90% della soia utilizzata per l'alimentazione del bestiame in Unione europea è importata, principalmente dal Nord e dal Sud America, dove spesso viene trattata con pesticidi vietati dall'Ue. Inoltre, molti di questi prodotti importati sono geneticamente modificati (Ogm) per resistere a un uso elevato di erbicidi, una pratica vietata in Europa. Questa dipendenza da importazioni, cariche di pesticidi, non solo mina la produzione alimentare europea, ma ostacola anche lo sviluppo di filiere sostenibili all'interno dell'Unione europea stessa.
  • Le importazioni di carne bovina e ovina sono caratterizzate da violazioni del benessere animale e dall'uso di antibiotici come promotori della crescita, pratiche che sono strettamente regolamentate nell'Unione europea. I Paesi terzi spesso non rispettano gli standard europei in materia di benessere animale o non limitano l'uso di antibiotici, causando rischi per la salute pubblica e concorrenza sleale per gli agricoltori europei.

Queste discrepanze dimostrano che l'assenza di clausole specchio non solo ha un impatto sulla sostenibilità dei beni importati in Unione europea, ma blocca anche i progressi verso l'adozione di pratiche agroecologiche e danneggia i mezzi di sussistenza degli agricoltori su entrambi i lati dell'equazione commerciale. Sebbene negli ultimi anni siano stati fatti dei progressi e siano state adottate alcune clausole specchio (come la deforestazione importata, i residui di neonicotinoidi o l'uso di antibiotici), resta ancora molto da fare per un'applicazione concreta ed efficace di queste misure.

Politiche commerciali per sistemi alimentari sostenibili

Le recenti proteste degli agricoltori e la preoccupazione dell'opinione pubblica per la crisi climatica evidenziano l'urgente necessità di una politica commerciale equa e sostenibile. L'adozione di clausole specchio costituirebbe lo strumento corretto per promuovere l'agroecologia a livello globale, strumento che non deve esser visto come leva di esclusione o di protezionismo dettato da pressioni populiste. Le clausole specchio possono essere parte integrante e coerente con gli obiettivi del Green Deal e possono essere costruite in modo da creare condizioni eque per tutti gli agricoltori, uniformando gli standard e incoraggiando pratiche agricole maggiormente sostenibili. Questo approccio equilibrato garantirebbe una concorrenza più equa, proteggendo il benessere socio-economico e rafforzando la protezione dell'ambiente e della salute a livello globale.

Leggi qui il documento completo.

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*Collaboratori del report/documento congiunto:

CNCD 11.11.11, Entraide et Fraternité, Feedback EU, FNH, Humundi, Istituto Veblen, SEO Birdlife, Slow Food, Slow Food Germania, Slow Food Italia