12/02/2024 | Press release | Distributed by Public on 12/02/2024 12:23
C'è chi fa assemblaggio di minuterie metalliche, plastica, carta o nel campo dell'occhialeria, chi gestisce i servizi di call center per le strutture del Sistema sanitario veneto, chi fornisce servizi di lavanderia industriale e sartoria. O ancora, chi coltiva ortaggi e chi produce pasticceria, gastronomia, prodotti da forno, prodotti alimentari in vaso o si occupa della preparazione di pasti. Sono i tanti lavori che si svolgono all'interno delle strutture carcerarie regionali e degli istituti penitenziari del Veneto, grazie ad accordi e convenzioni tra istituti penitenziari, mondo produttivo, imprese e cooperative per creare una filiera produttiva che valorizzi il lavoro carcerario come strumento di inclusione sociale ed economica.
I lavori sono stati aperti dall'assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, che ha definito l'iniziativa "un'opportunità per le imprese e una sfida sociale, volta a riabilitare, rieducare e promuovere la dignità di una persona, anche attraverso il lavoro. I dati dimostrano infatti che la detenzione, se associata a percorsi di riabilitazione con il lavoro, riduce drasticamente la reiterazione dei reati con evidenti effetti positivi per tutta la società".
Il presidente di Unioncamere del Veneto Antonio Santocono ha sottolineato: "Nella nostra regione ci sono più di 100.000 offerte di lavoro inevase, promuovere un'economia inclusiva e sostenibile significa considerare il lavoro penitenziario come risorsa anche per le imprese. Questa pubblicazione, a 10 anni dalla prima edizione, segna un ulteriore sviluppo della collaborazione strategica che vede Unioncamere Veneto in rappresentanza del Sistema Camerale regionale, al fianco dell'Amministrazione Penitenziaria, in seno alla Commissione regionale per il lavoro penitenziario, con il comune intento di promuovere misure efficaci per il reinserimento lavorativo delle persone detenute".
Ai lavori hanno partecipato come relatori anche il Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia, il Provveditore Rosella Santoro del Provveditorato per l'Amministrazione penitenziaria per il Triveneto, il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo in videocollegamento e Angela Venezia, Direttore Ufficio III - Detenuti e Trattamento Provveditorato Regionale Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Una tavola rotonda moderata da Federica Riva di RAI 3 ha presentato alcune esperienze di lavoro in carcere in Veneto, tra cui quella delle cooperative "Rio Terà dei Pensieri" di venezia con la presidente Vania Carlot, "Panta Rei" di Verona con la presidente Elena Brigo, Gabbiano 2.0 di Vicenza con il presidente Michele Resina e, infine, il Progetto Panatè, esperienza cuneese per il reinserimento lavorativo dei detenuti della Cooperativa Glievitati.
Nelle conclusioni, il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Ostellari ha sottolineato come "questo cammino vede necessariamente al centro la persona, anche attraverso percorsi di innovazione e miglioramento, proposte normative e di modelli di gestione. Il lavoro e la formazione sono strumenti necessari e importanti per rieducare persone che hanno sbagliato - e lo abbiamo visto nel numero di adesioni e nella partecipazione di alcune grandi imprese - prima di tutto perché raggiungiamo l'effettivo obiettivo dell'art 27 della Costituzione, ma ancor per ragioni di sicurezza, perché il 98% dei carcerati che impara un mestiere non delinque più. Stiamo progettando la comunità del futuro, in Veneto ci sono risorse e competenze, ma è un cammino che è necessario fare insieme".
Il Catalogo
Il catalogo espone le lavorazioni correnti presso i 9 istituti penitenziari del Veneto - 7 Case Circondariali e 2 Case di Reclusione - e 14 cooperative sociali e raccoglie anche gli spazi lavorativi disponibili e non ancora utilizzati, dove è possibile e auspicabile l'inserimento di nuove attività produttive. Scopo della pubblicazione è sensibilizzare il sistema produttivo veneto, e non solo, sul tema del lavoro penitenziario. Imprese e cooperative sociali possono infatti stipulare con le Direzioni degli istituti delle convenzioni per la gestione in comodato d'uso di spazi da adibire a lavorazioni, al fine di impiegare detenuti all'interno delle stesse strutture penitenziarie.
Per incentivare e sostenere questi aspetti di apertura al territorio, nel 2000 è stata promulgata la cosiddetta Legge Smuraglia (Legge n. 193) con l'obiettivo di favorire l'attività lavorativa dei detenuti, offrendo la possibilità di fruire di sgravi fiscali e contributivi ai soggetti pubblici o privati (imprese o cooperative sociali) che assumono lavoratori che si trovano in esecuzione di pena.
La pubblicazione - realizzata con il contributo della Regione del Veneto e in collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e con l'Unione Regionale delle Camere di Commercio del Veneto - nasce da uno specifico progetto che ha l'obiettivo di far incontrare il mondo delle attività produttive con la realtà degli istituti penitenziari del Veneto per consolidare una vera e propria filiera che valorizzi il lavoro carcerario come strumento di inclusione sociale ed economica.