Altroconsumo - Associazione Indipendente di Consumatori

08/03/2023 | News release | Distributed by Public on 08/03/2023 06:13

Microplastiche nel bucato: un filtro alla lavatrice aiuta a ridurle

Finalmente il pacco ordinato è stato recapitato a casa: le tanto desiderate t-shirt di varie taglie, colori e stampe per l'intera famiglia. Prima di indossarle, tuttavia, vanno lavate in lavatricecon un programma dedicato. Ma cosa succede con i primi lavaggi? Una normale azione meccanica crea abrasione e causa il distacco delle fibre dai tessuti che si separano dall' indumento principale. Possono avere diverse dimensioni e sono dello stesso materiale dell'indumento che viene lavato, ovvero naturali o sintetiche.

Che cosa sono le microplastiche

Sebbene non esista una definizione ufficiale, l'Agenzia europea per le sostanze chimiche definisce la microplastica come un inquinante antropogenico emergente, con una dimensione complessiva inferiore a 5 mm, ad eccezione delle fibre, dove è considerata microplastica se ha una dimensione fino a 15 mm. Si tratta di materiali insolubili in acqua, a bassa degradabilità, e appartengono a un gruppo di materiali sintetici costituiti da polimeri, generalmente derivati dal petrolio.

Alcuni studi hanno provato ad analizzare la dimensione del problema dell'inquinamento di mare, oceani e fiumi, cercando di quantificare le microplastiche che verrebbero rilasciate durante un semplice lavaggio dei vestiti: dipende direttamente dalla quantità di vestiti lavati e dal materiale presente in questi indumenti. Secondo uno studio del 2016, lavando 6 kg di vestiti, possono essere rilasciate 700mila microplastiche . Considerando che il rilascio di microplastiche è dovuto al lavaggio dei tessuti in tutto il mondo, la quantità totale di microplastiche rilasciate negli oceani è stimata tra 0.2 e 0.5 milioni di tonnellate all'anno.

Quando i prodotti tessili vengono lavati in lavatrici domestiche o industriali, come detto, si verifica una normale azione meccanica che crea abrasione e provoca il distacco di piccole fibre dai capi.

Una volta separate, le microfibre (di cui fanno parte anche le microplastiche) entrano direttamente nella rete fognaria e arrivano agli impianti di trattamento delle acque reflue. Essendo microscopiche, non tutte vengono trattenute dai depuratori/impianti di depurazione e parte di esse raggiungeranno fiumi, oceani e mare. Tutto ciò vuol dire che dovremmo rinunciare a lavare i panni in lavatrice per preservare la fauna marina dalle microplastiche? In realtà ci sono soluzioni relativamente semplici come installare un filtro nella propria lavatrice. Questo dispositivo permetterà di trattenere alcune delle particelle rilasciate, ma l'efficacia varia notevolmente a seconda del tipo di dispositivo.

Secondo diversi studi, i primi tre lavaggi sono quelli che rilasciano più fibre: poi si assiste ad una riduzione delle particelle fino alla stabilizzazione. Ma quando i vestiti si usurano, le fibre vengono rilasciate di nuovo in quantità consistente. Una delle misure suggerite dall'Agenzia Europea per l'Ambiente per contenere questo fenomeno è proprio l'installazione di filtri per le fibre nella lavatrice.

Altroconsumo ha messo alla prova alcuni di questi filtri presenti sul mercato. La scelta si è concentrata su prodotti diversi, ma con un'unica funzione: raccogliere e trattenere le microplastiche del bucato. I brand presi in esame sono Guppy Friend, Cora Ball e Planet Care. I sacchetti e la palla, già testati anche nel 2021, con questi risultati, sono da utilizzare all'interno della lavatrice per ogni lavaggio. I filtri di Planet Care invece sono installati all'esterno della lavatrice. I filtri che vengono posizionati all'interno della macchina devono essere puliti alla fine di ciascuno ciclo di lavaggio mentre quelli esterni durano molto tempo senza che sia necessario pulirli o sostituirli. Un'accortezza: è bene non lavare nessuno dei filtri con acqua, per ovvie ragioni: ciò che si è accumulato nel filtro va alla fogna, e da lì agli impianti di depurazione con la conseguenza di finire direttamente in mare.

I nostri test

Ma quali indumenti abbiamo utilizzato per eseguire i nostri test? Abbiamo selezionato sette maglioni di materiali diversi, due t-shirt 100% cotone, una di cotone e poliestere, altre di vari materiali sintetici e un maglione e due magliette 100% poliestere. La lista completa ha previsto un altro oggetto: una lavatrice testata da Altroconsumo. I risultati ottenuti nei nove lavaggi eseguiti per ogni filtro nel test sono stati confrontati con risultati ottenuti senza l'utilizzo di un filtro. Le microfibre sono state quantificate nell'acqua di scarico di ciascun lavaggio.

I risultati del test: Planet Care ha raggiunto il 68% di efficacia

Siamo rimasti molto sorpresi da risultati così diversi: il filtro Planet Care, che raccomandiamo, ha avuto un'efficacia variabile tra il 56% (nel primo ciclo di lavaggio) e 77% (nel ciclo due) nel trattenere le fibre. Considerando i tre cicli, questo prodotto si è rivelato robusto, con un tasso di successo del 68%.

Cora Ball: quasi nessun filtro

Il filtro Cora Ball, che si distingue bene dagli altri dalla forma a sfera, semplicemente non ha funzionato, come già era successo nel test precedente: il peso totale di microfibre presenti nell'acqua dopo il lavaggio con il filtro è aumentato anziché diminuire.

Forse perché la palla ha un'azione meccanica sui vestiti, causando una quantità maggiore di uscita delle fibre. Pertanto, non è in grado di trattenerle e in questo modo finiscono nella rete igienico-sanitaria.

La sacca Guppy Friend, seconda come migliore prestazione del test, ha raggiunto il 46% di efficacia: un risultato inferiore a quello dimostrato nel test del 2021, a conferma che le prestazioni di questi dispositivi possono essere molto variabili nelle normali condizioni d'uso.

Dopo aver utilizzato il filtro

Una volta completato il lavaggio con sacchetti o Cora Ball, bisogna pulire tutto accuratamente, gettare le fibre raccolte nella spazzatura nel bidone dell'indifferenziato. Planet Care è stata progettato per essere rimovibile, ma non per essere pulito. Quando il filtro è pieno di particelle, dovrà essere sostituito con uno nuovo, inviando quello usato al produttore, gratuitamente, in modo che fibre e microplastiche possano essere riciclate.

Come dare un aiuto per preservare l'ambiente

Per aiutare a ridurre la produzione di microplastiche rilasciate dai tessuti e preservare mari, oceani, fiumi e fauna marina possiamo comprare meno vestiti e farli durare più a lungo anche perchè la tecnologia dei filtri è limitata.

Per superare tale limite, l'iniziativa dovrebbe partire dai produttori di elettrodomestici. Alcuni hanno già piani per sviluppare questi filtri mentre altri li hanno resi già disponibili: è il caso di Elettrolux e AEG, che propongono un filtro universale per evitare il rilascio di microfibre da lavatrici e asciugatrici. Samsung ha appena lanciato il prodotto Less Microfiber che promette di trattenere fino al 98% delle particelle. Grundig una lavatrice con tecnologia Fiber Catcher che dovrebbe trattenerne il 90%.

I marchi rimanenti dovrebbero seguire questi esempi e prendere l'iniziativa per lo sviluppo di sistemi per evitare il rilascio di microfibre nell'acqua di lavaggio..