18/12/2024 | Press release | Distributed by Public on 18/12/2024 19:26
Nella seduta del 18 dicembre 2024, il Consiglio Valle ha approvato una mozione e una risoluzione. Sono state inoltre respinte cinque mozioni e una ritirata.
Approvata con 21 voti a favore, 6 contrari e 3 voti di astensione espressi con votazione segreta, una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista, così come modificata in accordo con il Presidente della Regione, che impegna il Consiglio regionale ad attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, presso il Governo nazionale e il Parlamento per sostenere una riforma della legge sulla cittadinanza che includa il principio dello "Ius Scholae", riconoscendo il diritto alla cittadinanza ai minori stranieri nati o arrivati in Italia in giovane età che abbiano completato un ciclo scolastico di cinque anni nel nostro Paese.
«In Italia vige il principio dello "Ius Sanguinis" che conferisce la cittadinanza per discendenza diretta da genitori italiani - ha spiegato la Capogruppo Erika Guichardaz -. Quindi un bambino nato in Italia da genitori stranieri non acquisisce automaticamente la cittadinanza, ma può richiederla solo al compimento del 18° anno di età e a condizioni specifiche. La mancanza di cittadinanza può ostacolare le opportunità educative e lavorative dei giovani non italiani, nonostante la loro formazione e integrazione nella società italiana.»
Il Capogruppo di FP-PD, Paolo Cretier, è intervenuto per illustrare le modifiche all'impegnativa della mozione, evidenziando che «qui non si parla di soggetti irregolari e violenti, ma di coloro che vivono e lavorano in Italia da tempo. Lo "Ius Scholae" permetterebbe ai regolari di fare una scelta seria, di godere di diritti e doveri, di integrarsi seguendo un percorso di studi che getta le basi per un progressivo sviluppo di conoscenze della cultura italiana. Dare la possibilità di fare un percorso di istruzione è un atto di civiltà e potrebbe anche favorire in prospettiva quel necessario sviluppo di manodopera richiesto dalle imprese e dalle associazioni di categoria.»
Il Consiglio ha approvato, con 32 voti a favore (RV, UV, FP-PD, PlA, SA, Lega VdA, FI) e 3 astensioni (PCP e Consigliere Padovani), una risoluzione del gruppo Rassemblement Valdôtain (collegata ad una mozione del gruppo Progetto Civico Progressista) per il cessate il fuoco umanitario nel Medio Oriente. La mozione di PCP che chiedeva il riconoscimento dello Stato di Palestina è stata invece respinta con 28 voti di astensione (RV, UV, PlA, SA, Lega VdA, FI) e 7 voti a favore (PCP, FP-PD).
La risoluzione di RV approvata esprime piena solidarietà a tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti da un conflitto che sembra non avere soluzione né pace, in particolare i più deboli. Inoltre impegna il Governo regionale ad attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, per chiedere al Governo nazionale di incoraggiare ogni azione utile a garantire il cessate il fuoco umanitario nelle aree interessate dagli scontri, l'immediata liberazione degli ostaggi, la sicurezza dei due popoli e l'operatività degli aiuti umanitari per la popolazione civile a Gaza. Inoltre sollecita un'azione ampia e coordinata a livello internazionale, con il coinvolgimento dell'Ue e dell'Onu, per l'organizzazione di una vera conferenza di pace; a favorire lo sviluppo di un'Autorità nazionale palestinese moderata affinché possa poter esercitare sovranità sul proprio territorio emancipandosi da ogni influenza dettata dal ricatto di organizzazioni terroristiche.
«Abbiamo voluto presentare un nuovo testo, senza emendare la mozione delle colleghe di PCP, per rappresentare meglio la nostra posizione - ha detto il Capogruppo di RV, Stefano Aggravi -. La nostra risoluzione vuole essere una soluzione mediana, che ribadisce l'indiscutibile diritto del popolo israeliano e del popolo palestinese di esistere in modo autonomo e indipendente. Tuttavia, oggi all'interno dello stesso popolo palestinese si protrae da tempo un conflitto tra Hamas, la sua componente più radicale, e Fatah, la sua componente più moderata: scontro che necessita prioritariamente di una "soluzione di pace palestinese" funzionale tra l'altro a favorire il rilancio delle trattative con la controparte israeliana. La prospettata soluzione del "due popoli, due Stati" non si potrà mai concretamente realizzare fino a quando l'Autorità nazionale palestinese non si evolverà realmente in un'autorità sovrana operante nei territori palestinesi, capace di emanciparsi da ogni organizzazione terroristica. Riconoscere oggi lo Stato di Palestina pone quindi un problema di base.»
Con la mozione respinta, il gruppo PCP chiedeva al Governo regionale di attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, per chiedere al Governo nazionale di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina e di agire in sede Onu per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.
«Lo Stato di Palestina è stato riconosciuto dalla risoluzione dell'Assemblea generale dell'Onu nel 2012 come "Stato osservatore permanente non membro"; il Parlamento europeo lo ha riconosciuto con una risoluzione del 2014 e, sempre nello stesso anno, il Parlamento italiano ha approvato una mozione che impegnava il Governo a sostenere l'obiettivo della costituzione di uno Stato palestinese - ha ricordato la Capogruppo Erika Guichardaz -. Tuttavia il riconoscimento internazionale di questo Stato non è ancora pienamente compiuto ed è necessario definire la questione una volta per tutte: sarà la base di partenza per definire la crisi mediorientale attualmente in atto. Riconoscere lo Stato di Palestina non è solo un atto formale: è uno strumento per garantire quelle condizioni di parità nei negoziati tra Palestina e Israele e significa dare un segnale forte in favore del rispetto del diritto internazionale oltre che per riaffermare il nostro impegno per tutti i diritti umani.»
Con una mozione respinta con 21 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA, PCP) e 13 a favore (FI, Lega VdA, RV), il gruppo Forza Italia chiedeva di posizionare in prossimità della piazza Severino Caveri ad Aosta un sistema di cartelli o segnaletica per prevenirne il degrado.
«Si tratta di una piazza di grande importanza, che ospita un'area verde e una zona archeologica e che è stata oggetto di importanti lavori di valorizzazione nel corso degli anni - ha commentato il Consigliere Christian Ganis -. Ci duole rilevare l'incuria da parte di vari soggetti frequentatori di questa piazza ed è necessario rammentare a tutti le più basilari regole di rispetto e di condotta civle in un luogo pubblico e prestigioso come questo.»
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, condividendo la finalità della mozione, ha evidenziato che «la posa di cartelli è attività prevalente del Comune e non finalità dell'Amministrazione regionale che ha sempre avuto un'attenzione particolare nei confronti di questa piazza e nel corso degli anni ha compiuto numerose attività di valorizzazione. Ci sono telecamere che si occupano della sorveglianza delle strutture regionali e possiamo pensare a una loro un'implementazione che potrebbe fungere da disincentivo nei confronti di atti di vandalismo e di non curanza.»
Il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha illustrato una mozione chiedendo il sostegno della Regione alla politica di difesa dei confini dall'ingresso in Italia di persone che vi giungono in violazione di legge che è stata attuata dal Governo nazionale. Il testo è stato respinto con 20 voti contrari (UV, FP-PD, PlA, SA, PCP), 5 astensioni (RV) e 9 voti a favore (Lega VdA, FI).
«Ogni Stato ha il dovere, nel rispetto del diritto interno, comunitario e internazionale, di preservare i propri confini da ingressi indiscriminati di persone e cose a tutela dell'ordine pubblico e della pubblica e civile convivenza - ha dichiarato il Capogruppo Andrea Manfrin -. Tuttavia la "politica dei porti chiusi" adottata da Matteo Salvini dall'agosto 2018 a luglio 2019 è stata oggetto delle attenzioni della magistratura e il leader della Lega è in attesa di giudizio per avere lasciato in attesa di sbarcare dei migranti per sei giorni. In altri casi, invece, sotto i Governi Conte-bis e Draghi, in cui i tempi di attesa sono stati decisamente più lunghi, non vi è stato nessun tipo di intervento giudiziario.»
Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha parlato di «una mozione che ha una visione di parte delle situazioni verificatesi sul territorio nazionale. Rimane ferma e stabile la nostra attenzione nei confronti dei fenomeni migratori e del contrasto agli ingressi irregolari. La Valle d'Aosta è una regione di confine ed è quindi particolarmente interessata da questa situazione. È cruciale garantire la sicurezza del territorio attraverso il controllo dei meccanismi migratori, non solo seguendo le direttive che giungono dal Ministero dell'interno, ma anche con azioni congiunte di tipo transfrontaliero.»
Respinta con 19 voti di astensione (UV, FP-PD, PlA, SA) e 16 voti a favore (FI, Lega VdA, RV, PCP) la mozione del gruppo Forza Italia che voleva impegnare il Presidente della Regione, in qualità di incaricato di funzioni prefettizie, a diramare una nota informativa a tutti i Comuni valdostani per una maggiore sensibilizzazione dei corpi di Polizia locale per il controllo del corretto utilizzo dei monopattini elettrici.
«Gli utilizzatori di monopattini elettrici sono in aumento e sempre più spesso li vediamo transitare sulle piste ciclabili, sulle strade comunali ma anche sulle statali - ha detto il Consigliere Christian Ganis -. Se la situazione non è monitorata si rischia di mettere seriamente a rischio l'incolumità non solo degli utilizzatori di questi mezzi di trasporto ma anche di automobilisti e pedoni. Il Codice della strada appena entrato in vigore prevede una regolamentazione precisa sull'utilizzo dei monopattini. È necessaria anche un'opera di sensibilizzazione sul rispetto della norma a livello territoriale.»
l Presidente dell Regione, Renzo Testolin, ha valutato positivamente «lo spirito costruttivo della mozione perché la sicurezza stradale è una priorità per tutti noi. Il Governo nazionale è intevenuto con la recente innovazione del Codice della strada che tocca anche quanto evidenziato dal documento proposto che, quindi, non è più attuale, seppur condivisibile nei contenuti. È opportuno ribadire infine che le funzioni prefettizie esulano dalle azioni proposte e dalle dinamiche in ambito consiliare, tuttavia ribadiamo, a prescindere, il nostro impegno costante e la massima attenzione sulla materia così come siamo assolutamente certi dell'attenzione che le forze dell'ordine metteranno nella verifica del rispetto delle regole fissate dal Codice della strada in merito all'utilizzo dei monopattini.»
Con una mozione respinta con 14 a favore (Lega VdA, FI e RV) e con 13 voti contrari e 8 astenuti degli altri gruppi, la Lega Vallée d'Aoste voleva impegnare la Giunta a promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale anche finalizzata all'adozione di linee guida valevoli per tutto il sistema d'istruzione regionale. Tali linee volevano ribadire la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un'adeguata neutralità, in qualsiasi forma di insegnamento scolastico, e che tutte le attività proposte nelle scuole rispondano a criteri di rispetto e di libertà, che favoriscano la costruzione di un sapere critico per gli studenti escludendo che l'insegnamento venga utilizzato per propagandare tra i giovani, in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta "ideologia gender".
«I media riportano di iniziative divulgative organizzate nelle scuole che, talvolta, vengono utilizzate come palco privilegiato della propaganda dell'ideologia gender - ha affermato il Capogruppo Andrea Manfrin -. Così facendo viene proposto un unico punto di vista che scade anche in strumentalizzazione quando, invece, la scuola dovrebbe essere luogo di confronto delle idee nel rispetto di tutte le sensibilità. Il Ministero dell'istruzione nel 2015 aveva chiarito che tra le conoscenze da trasmettere non rientra in nessun modo l'ideologia gender.»
L'Assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz, ha spiegato che «si sopravvaluta il ruolo della scuola nel trattare gli argomenti legati all'educazione sessuale e all'affettività, purtroppo, ed è certificato da studi prestigiosi e accreditati, l'influenza maggiore nei confronti dei nostri giovani è esercitata dai siti pornografici - di facile accesso -, anche a causa dell'assenza di percorsi obbligatori sul tema. Le scuole, grazie all'educazione civica, possono promuovere nei giovani una crescita critica e consapevole, contribuendo in tal modo al contrasto della violenza e degli stereotipi di genere. Tuttavia, questo è un compito che deve coinvolgere tutta la comunità educante, politici compresi, e non solo la scuola. In Valle d'Aosta, comunque, l'Usl offre percorsi di educazione alla sessualità avulsi da ogni tipo di ideologia, basati sul rispetto e sull'equilibrio tra i sessi, che non promuovono in alcun modo fantomatiche teorie gender. Ritengo questa mozione inutile e marcatamente ideologica e ribadisco l'impegno delle istituzioni scolastiche nel favorire un confronto continuo, aperto con gli studenti e le loro famiglie.»
Infine, è stata ritirata la mozione presentata dal Consigliere Simone Perron del gruppo Lega Vallée d'Aoste sulla revisione del quadro normativo riguardante gli eventi culturali e gli spettacoli dal vivo in Valle d'Aosta, a seguito della comunicazione dell'Assessore alle attività culturali, Jean-Pierre Guichardaz, dell'avvenuto deposito in Giunta di una legge di riordino in materia.
I lavori sono sospesi e riprendono domani, giovedì 19 dicembre, alle ore 9.
SC-LT