ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale

18/11/2024 | Press release | Distributed by Public on 19/11/2024 07:31

Ucraina: la svolta di Biden

Donald Trump non siede ancora nello studio Ovale, ma la notizia del suo ritorno, da sola, sembra aver contribuito a innescare eventi in rapida evoluzione sullo scenario ucraino. Dopo mesi di esitazioni e riluttanza, Joe Biden ha infatti accordato a Kiev la possibilità di utilizzare i missili Atacms (Army Tactical Missile System) a lungo raggio per colpire in profondità nel territorio russo. Tali sistemi hanno una gittata fino a 300 km e, secondo fonti informate, è probabile che vengano utilizzati - almeno in una fase iniziale - per colpire nella regione russa di Kursk, dove le truppe ucraine hanno conquistato porzioni di territorio russo durante l'estate. La svolta di Washington segue lo spiegamento di migliaia di truppe nordcoreane a supporto di Mosca e una massiccia raffica di raid russi contro le infrastrutture energetiche ucraine nel corso del fine settimana. Ma, soprattutto, arriva due mesi prima che Trump ritorni alla Casa Bianca. Come è noto, il presidente eletto è scettico riguardo al fornire ulteriore sostegno all'Ucraina e ha giurato di porre fine rapidamente alla guerra, ma senza specificare esattamente come. Secondo diverse fonti vicine all'amministrazione democratica, quindi, la Casa Bianca vuole mettere Kiev nella miglior posizione possibile prima dei colloqui di pace che il nuovo presidente dovrebbe guidare all'inizio del suo mandato.

Una telefonata controversa?

Dopo le critiche ricevute nelle ultime ore, anche dallo stesso Volodymyr Zelensky, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la sua decisione di chiamare il presidente russo Vladimir Putin per la prima volta in due anni. Scholz ha dichiarato che la conversazione di venerdì scorso è stata importante per far capire a Putin che la Germania, l'Europa e molti altri paesi non diminuiranno il loro supporto all'Ucraina. Ma la mossa, di cui gli alleati europei non erano stati informati, ha provocato la dura reazione del premier polacco, Donald Tusk. "L'attacco di ieri sera, uno dei più grandi di questa guerra, ha dimostrato che la diplomazia telefonica non può sostituire il vero sostegno di tutto l'Occidente all'Ucraina", ha detto Tusk. Polemiche a parte, non sembra che l'iniziativa tedesca abbia avuto grande successo. "La conversazione è stata molto dettagliata, ma ha contribuito a riconoscere che poco è cambiato nella visione del presidente russo della guerra - e non è una buona notizia", fanno sapere da Berlino. Mentre, secondo il Cremlino, Putin ha detto al suo interlocutore che non ci sarà "nessun accordo di pace senza concessioni territoriali da parte di Kiev". La telefonata "apre un vaso di Pandora", ha detto Zelensky. "È proprio quello che Putin sta cercando da tempo".

L'Europa è pronta al peggio?

Secondo i funzionari dell'amministrazione Biden, la decisione di permettere l'uso di missili Atacms per colpire in profondità la Russia è una risposta alla decisione di Mosca di usare truppe nordcoreane nella guerra contro l'Ucraina. La svolta americana potrebbe permettere all'Ucraina di utilizzare i missili Scalp forniti da Francia e Regno Unito per colpire il territorio russo. Il premier britannico, Keir Starmer, e il presidente francese, Emmanuel Macron, avevano fatto pressioni su Biden in questo senso. I leader europei continuano a ribadire il loro sostegno all'Ucraina contro l'aggressione russa, ma presto saranno chiamati a decisioni difficili su come intendono continuare a sostenere il loro alleato e proteggere la propria sicurezza. Nulla lascia pensare che Trump farà qualcosa di diverso da quanto promesso, cioè sospendere l'invio di armi all'Ucraina, per poi accordarsi con Putin passando sopra le teste degli ucraini e degli europei. Se questo scenario dovesse concretizzarsi, i 27 dovrebbero avere le idee chiare su quanto sono disposti a sacrificarsi per non subire scelte fatte da altri. "Non si dovrebbe decidere nulla sull'Ucraina senza gli ucraini, né in Europa senza gli europei" ha chiarito in proposito il presidente francese , dopo aver incontrato il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, a Parigi.

Too little, too late?

Sul fronte militare, l'uso di missili statunitensi e forse anche di quelli britannici e francesi, darà a Kiev più spazio di manovra. L'esercito ucraino è sotto attacco sia nella regione russa di Kursk, che vuole tenere come merce di scambio in caso di negoziati, sia nell'Ucraina orientale. Diversi osservatori tuttavia, fanno notare che difficilmente l'autorizzazione all'uso degli Atacms, di cui Kiev dispone in quantità limitate, potrà cambiare gli equilibri di forza in campo mentre con l'avvicinarsi dell'inverno le operazioni delle due parti sono destinate a rallentare e in un momento in cui le truppe russe controllano circa un quinto dell'intero territorio ucraino. Ciononostante, la decisione statunitense è stata accolta con favore a Kiev, anche se i vertici ucraini non hanno nascosto la loro frustrazione per il fatto che - se fosse arrivata prima - avrebbe potuto avere implicazioni più profonde. Domani, il presidente ucraino Zelensky parlerà in videoconferenza al Parlamento europeo a Bruxelles in occasione dei mille giorni dall'inizio della guerra. Si prevede che chiederà la fornitura di armi per consentire al suo paese di negoziare la fine della guerra con il Cremlino da una posizione di forza. L'arrivo, martedì 12 novembre, a Bruxelles di Antony Blinken, attuale capo della diplomazia americana, riflette chiaramente l'urgenza della situazione: l'amministrazione Biden e gli europei hanno due mesi di tempo per rafforzare l'Ucraina, in modo decisivo.

Il commento

di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI

"Gli esperti militari discutono sull'impatto reale che la decisione di Biden avrà sulla capacità di Kiev di resistere e prevenire l'aggressione russa. Per alcuni, infatti, l'autorizzazione americana potrebbe essere "troppo poco, troppo tardi" e non sarà in grado di cambiare le sorti del conflitto. Quello che è evidente, però, è che Biden ha voluto rafforzare l'eredità politica della sua amministrazione a sostegno di Kiev e lanciare un segnale politico all'Europa, prima dell'incontro dei ministri degli esteri tenutosi oggi a Bruxelles: per quanto prudente e, dal punto di vista ucraino, troppo lento, il sostegno occidentale sta gradualmente superando tutte le linee rosse tracciate dal Cremlino. Resta da vedere se Trump rafforzerà o indebolirà questo messaggio".

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