Regione Autonoma della Sardegna

07/03/2024 | Press release | Distributed by Public on 07/03/2024 12:17

L'intervento integrale dell'assessore Emanuele Cani sul 'DL Materie prime strategiche' alla Camera dei Deputati

3 luglio 2024 - "Onorevoli Deputati, Vi ringrazio per l'invito a partecipare a questo ciclo di audizioni informali aventi ad oggetto l'atto camera 1930, ovvero il disegno di legge di conversione del decreto legge 25 giugno 2024, n. 84. Come Regione Autonoma della Sardegna, sentiamo il tema con particolare interesse, data la storia di sfruttamento del nostro territorio che presenta una densità di insediamenti minerari senza pari in Italia, rimasti come testimonianze alla luce del sole di attività che ci hanno lasciato un'eredità fatta di cave e miniere dismesse e di rifiuti non gestiti. L'opportunità per il Paese di accelerare l'estrazione di materie prime critiche non può trasformarsi nel presupposto perché questa situazione si ripeta nel futuro. Consideriamo indispensabile valutare nel provvedimento in discussione, tutti gli strumenti necessari per garantire che non solo la parte autorizzativa, ma anche le fasi successive fino alla chiusura della filiera con la gestione dei rifiuti, siano opportunamente previste e gestite senza gravare su soggetti diversi da coloro che traggono giovamento dalla fase estrattiva e dalla commercializzazione delle materie prime critiche estratte. Il provvedimento in oggetto presenta una serie di criticità, non solo sotto il profilo del merito ma, soprattutto, sotto un generale profilo di metodo. Anzitutto, il recepimento del regolamento (UE) 2024/1252, del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 aprile 2024 sarebbe opportuno avvenisse mediante i provvedimenti legislativi che l'ordinamento nazionale prevede come deputati al recepimento della normativa comunitaria, della legge europea e della legge di delegazione europea. Si badi bene che ciò non deve rappresentare un aspetto meramente formale, ma deve invece avere una rilevanza sostanziale. Infatti, una legge o, eventualmente, un decreto legislativo, garantirebbe un adeguato coinvolgimento delle Regioni in seno alla Conferenza Unificata per l'espressione di un'intesa. Appare invece improprio l'utilizzo di un decreto-legge, dato che ci troviamo in un contesto in cui i requisiti di necessità e urgenza non sono affatto motivati. Non può infatti definirsi necessaria e urgente l'individuazione di una disciplina di tipo ordinamentale, che prevede addirittura della costituzione di organismi come il Comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche di cui all'articolo 6 oppure, ancora, l'esclusione dalla procedura di valutazione di impatto ambientale per le attività di ricerca le quali, invero, potrebbero comunque avere degli impatti significativi sugli ecosistemi. Le disposizioni contenute in questo provvedimento, sebbene mirate a promuovere la sicurezza e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento nazionali, lasciano vari interrogativi critici sulle competenze regionali e sulla partecipazione effettiva delle comunità locali alle decisioni che influenzano direttamente il loro territorio. È infatti imperativo che ogni iniziativa legislativa tenga conto delle specificità regionali, rispettando il principio di sussidiarietà e garantendo che le decisioni centrali siano supportate da un dialogo costruttivo e da un partenariato effettivo con le Regioni. Pertanto, oltre che richiedere agli onorevoli deputati un ripensamento, in fase emendativa, al ruolo esercitato dalle Regioni nelle varie procedure disciplinate, sarebbe stato bene prevedere che queste disposizioni venissero discusse preventivamente in sede di conferenza unificata, magari anche al fine di addivenire ad un'intesa. Inoltre, anche rispetto ai tre differenti procedimenti amministrativi delineati dal provvedimento: rilascio dei titoli, autorizzazione al riciclaggio e trasformazione delle materie prime critiche e strategiche, sarebbe bene prevedere, per ciascuno di essi, un ruolo procedimentale della Regione interessata; cosi come andrebbero meglio chiarite le modalità di versamento dei canoni alle regioni, al fine di assicurare un trasferimento diretto e certo delle spettanze per lo sfruttamento delle risorse minerarie. Un altro aspetto di merito che ritengo opportuno portare alla vostra attenzione è quello di un problema oggettivo nel coordinamento tra i vari livelli di governo, nonché di coordinamento tra gli organismi centrali chiamati ad operare ciascuno per i relativi profili di competenza. Rispetto ai profili di coordinamento tra i vari livelli di governo, vi è un'invasione palese delle competenze regionali in materia di programmazione territoriale mentre, con riferimento alla linearità dei procedimenti rispetto ai differenti organismi nazionali chiamati in causa dal decreto legge. Anche il dossier della Camera dei deputati sottolinea la necessità di valutare un coordinamento tra i poteri conferiti al CITE e quelli attribuiti al Comitato tecnico per le materie prime critiche e strategiche. Se questo si può dire sotto un profilo generale, in qualità di rappresentante della Regione Autonoma della Sardegna, regione capofila del coordinamento ambiente, energie e sostenibilità della Conferenza delle Regioni, ritengo preminente sollevare l'ingerenza di tale decreto sulle competenze regionali, disattendendo così il principio di leale collaborazione che dovrebbe guidare l'azione legislativa e normativa del Governo. Pertanto sarebbe opportuno che, anche in fase di emendamenti, il legislatore nazionale prevedesse un forte coinvolgimento delle Regione sotto tutti i profili, al fine di garantire una compartecipazione e un coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini interessati.

Vi ringrazio e auguro a tutte e tutti un buon lavoro".