21/11/2024 | News release | Distributed by Public on 21/11/2024 08:53
Nello Spazio si genera continuamente una enorme quantità di dati, importanti per curare il nostro pianeta e per valutare la sostenibilità delle attività umane. Avere una buona capacità computazionale a bordo dei satelliti permette di montare anche algoritmi complessi. Il tema è approfondito nell'articolo di Leopoldo Benacchio su "Il Sole 24 Ore", con i contributi di Simone Ungaro, Chief Strategy & Innovation Officer di Leonardo, e Massimo Comparini, Managing Director Leonardo Space.
High-Performance Computing (HPC), cloud, intelligenza artificiale, trasmissione ad altissima velocità. Sono gli ingredienti di una rivoluzione che Leonardo sta portando dal suolo terrestre fin nello Spazio. Come spiega Simone Ungaro, "Terra, mare, acqua e anche lo Spazio non possono essere più gestite in modo dicotomico". È necessario andare verso un sistema multi-dominio, in cui tutte le tecnologie e le piattaforme siano connesse e interagiscano tra loro.
Lo Spazio gioca un ruolo fondamentale, perché è il miglior punto di osservazione possibile. Da qui deriva la consapevolezza che la capacità computazionale di un satellite sia un elemento fondante per ogni sistema futuro. Non solo per la Difesa, ma anche per ambiti quali l'agricoltura e il telerilevamento. Secondo Massimo Comparini, l'obiettivo è andare verso la realizzazione di un sistema di calcolo distribuito e di un cloud, realizzato grazie a costellazioni di satelliti. "Calcolo a bordo e intelligenza artificiale saranno importanti anche nelle missioni verso mondi lontani, ci permetteranno una sorta di esplorazione spaziale in loco adattiva e intelligente".